Serie UP

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UP
prodotto di disegno industriale
la UP5 e UP6 al Triennale Design Museum
Dati generali
Anno di progettazione1969
ProgettistaGaetano Pesce
Profilo prodotto
Tipo di oggettosedute
Ideaelementi dalle forme organiche che acquistano la loro forma solo dopo essersi "liberate" dell'imballaggio e rievocano affinità subconsce a chi le osserva.
ConcettiAntropomorfismo, tecnologia, emotività, ricerca di forme organiche, donna, esaltare il poliuretano.
Movimento artisticodesign radicale
Produttore
Prodotto dal1969 al 1973 (riedizione nel 2000 e tuttora in produzione)
Materialischiuma di poliuretano flessibile a freddo "Bayfit" (struttura), tessuto jersey (rivestimento), iuta (fondo). Carta e PVC (imballaggio)
Tecnica di lavorazionepoliuretano a iniezione, confezionamento sottovuoto
NoteI dati corrispondenti ai materiali sono riferiti alla riedizione 2000 di B&B Italia (ad esclusione dell'imballaggio: non più presente in tale riedizione).

La Serie UP (conosciuta anche come UP chair o col nome delle singole poltrone) è una famiglia di sedute progettate dal designer italiano Gaetano Pesce e prodotte, a partire dal 1969, dall'azienda italiana d'arredamento C&B (Cassina & Busnelli). Dopo la riorganizzazione societaria, che ha portato l'azienda a essere ridenominata in B&B Italia, la serie UP è stata riproposta nell'anno 2000 da quest'ultima. Nel 2009 sono stati festeggiati i primi 40 anni di vita delle sedute, con diverse esposizioni e versioni speciali.[1]

La UP5 (insieme alla "sorella" UP6) sin dal suo debutto è stata subito riconosciuta simbolo del design italiano ed è divenuta uno dei prodotti di disegno industriale più famosi al mondo, nonché maggiore testimonianza del design radicale e dell'arredamento anni sessanta/settanta. La serie (prevalentemente col modello UP5) fa parte della collezione permanente di molti musei, come quella del Triennale Design Museum[2] di Milano, del MoMA di New York[3] (in questo caso col modello UP1), del Museo di belle arti di Montréal,[4][5] del Vitra Design Museum;[6] ma è stata esposta in mostre e musei, dedicati al design, all'arredamento e all'arte contemporanea, di tutto il mondo.

Contesto sociale/artistico[modifica | modifica wikitesto]

Il design radicale[modifica | modifica wikitesto]

Fortemente condizionato dalla situazione artistica presente in Italia negli anni di esordio dell'artista, Gaetano Pesce, insieme ad altri artisti definiti "radicali" (termine coniato nel 1969 da Germano Celant per identificare quel movimento nato dall'esigenza di prendere le distanze da una cultura progettuale diffusa, nata nelle facoltà di architettura italiane strettamente legate al movimento moderno e al design razionale) prende una strada indipendente cercando un'espressione artistica nuova con una nuova visione di contemporaneo e di progettazione legata all'utilità. Gaetano Pesce vede quindi il design come un ulteriore mezzo che ha l'artista per esprimere il proprio pensiero, le proprie emozioni, contrapponendosi completamente al pensiero razionalista dove la forma doveva essere direttamente derivata dalla funzione. Pesce è proprio uno dei protagonisti del design radicale ed incarna nelle proprie opere il vero spirito della nuova avanguardia artistica che non si fermava a espressioni unicamente teoriche e concettuali, ma anzi faceva della sperimentazione pratica una delle sue armi più forti.

L'espressività unita alla sperimentazione e alla ricerca portano l'artista all'utilizzo di nuove tecnologie e forme, volte non solo all'evasione ma anche all'integrazione nella società andando a influenzare il contesto culturale. Non è quindi il design o il prodotto di disegno industriale che nasce da un contesto sociale ma è l'oggetto a influenzare e quindi sensibilizzare ed avvicinare ad esso la società. La serie UP è uno dei frutti di questa visione[7] dove ricerche emotive si uniscono a sperimentazione di forme e materiali al fine di comunicare sensazioni forti e contrastanti ma vicine a colui che li utilizza.[8][9]

Percorso progettuale[modifica | modifica wikitesto]

La serie di sedute UP non è solo uno dei risultati di Gaetano Pesce nel suo tentativo di conciliare l'arte con l'utilità ma è anche la concretizzazione di un lungo percorso di collaborazione fra il progettista genovese e l'azienda C&B sull'utilizzo di nuove tecnologie e materiali, in particolare sull'utilizzo del poliuretano, uno dei materiali in cui l'azienda italiana puntava di più in quegli anni. Dal punto di vista concettuale invece, Gaetano Pesce arriva a dar vita all'intera serie di sedute partendo da creazioni artistiche, come da sua abitudine. Anche in questo caso per l'artista italiano il design è solo uno dei tanti mezzi di comunicazione che un uomo può avere, e con esso trasmette emozioni, sensazioni e pensieri spesso legati all'uomo e alla società. Con la Serie UP Pesce va a scavare nel profondo dell'uomo, rievocando esigenze primitive e inconsce. Nei bozzetti artistici che precedono i concept che poi porteranno alla fase definitiva della serie UP, Gaetano Pesce raffigura elementi biologici in un contesto sì di fantasia ma non innaturale, che l'uomo può riconoscere come proprio habitat. Anche i riferimenti preistorici sono evidenti, quasi a richiamare l'uomo alle sue origini più naturali.[10] Illustrazioni posteriori alla presentazione ufficiale della serie sono più legate contesto sociale di quegl'anni: rappresentano scenari molto suggestivi che riprendono le forme armoniche e plastiche delle poltrone, profili puliti e tondeggianti, quasi innaturali e futuristici, con influenze di pop art e op art, in cui prevale lo stile di transizione fra anni sessanta e settanta.[8][11]

Ricerca formale e concettuale: Vela e Yeti[modifica | modifica wikitesto]

In contemporanea allo studio dei materiali e delle tecnologie, sia per la struttura che per gli imballaggi, la fase metaprogettuale che anticipa la serie finita può essere suddivisa in due parti rappresentate da due concept. La serie Up infatti racchiude al suo interno sia uno studio formale portato avanti da Gaetano Pesce e l'azienda C&B che prende vita con il concept "Vela" del 1968, dove già erano evidenti gli studi ergonomici e stilistici che poi si ritrovano nella UP5; sia uno studio concettuale, anticipato sempre nel 1968 dal concept "Yeti", realizzato anch'esso dal designer genovese insieme all'azienda C&B. Se Vela racchiudeva principalmente studi legati alla forma, Yeti si presentava come un ambiente vitale che dava una sensazione di protezione e comodità. Circondata da forme organiche che daranno poi vita alle varie poltrone della serie, emerge fra tutte un'imponente poltrona dalle forme squadrate ma dal materiale evidentemente confortevole.[8]

Descrizione del prodotto[modifica | modifica wikitesto]

La serie è formata da 7 sedute: UP1, UP2, UP3, UP4, UP5, UP6 e UP7. Mentre le prime sei sono frutto di una ricerca originale della forma, l'ultima consiste in un enorme piede che rievoca uno stile classico, come appartenente ad un'imponente statua in pietra di età romana e come essa estremamente fedele alla realtà; la UP7, come le altre sei della famiglia, è realizzata in poliuretano espanso. Tutte e sette le sedute sono frutto di una ricerca formale basata sull'anatomia e sulla biologia umana, riprendono infatti forme appartenenti a parti umane; anche la UP6 che è semplicemente una sfera, nei bozzetti artistici di Gaetano Pesce è presente come forma organica indefinita legata alla madre UP5. La serie, prodotta dalla C&B a partire dal 1969, rimase in commercio circa fino al 1973; nonostante questo breve tempo le sedute riscossero un enorme successo. La UP5 divenne un vero e proprio simbolo di quegl'anni e del design radicale, venne usata non solo come semplice seduta, ma anche come elemento scenografico soprattutto in fotografia o come elemento di decorazione.[12] L'intera serie viene riproposta nel 2000 dalla B&B Italia, questa riedizione non si è limitata alla riproposta delle sedute con rivestimenti nuovi e colori più moderni, ma è stata interessata da uno studio che ha modernizzato la tecnologia applicata ai materiali e al sistema di produzione.[7]

Caratteristiche del prodotto[modifica | modifica wikitesto]

Le sedute sono realizzate in schiuma di poliuretano flessibile a iniezione e rivestite da un tessuto elastico. Il modello originale veniva confezionato sottovuoto e occupava nell'imballaggio il 90% in meno dell'ingombro; l'imballaggio consisteva in una scatola piatta di cartone con un rivestimento interno in PVC che manteneva sottovuoto la seduta. Una volta scartata dall'imballaggio la seduta acquistava lentamente la sua forma definitiva grazie all'aria che penetrava all'interno delle celle del poliuretano e ne aumentava il volume. Per i modelli più grandi, come la UP5, il processo durava circa un'ora. Una volta raggiunta la forma definitiva la seduta non poteva più raggiungere la forma compatta, ma anzi acquistava una rigidità idonea a sostenere un'elevata forza peso. La nuova versione della Serie UP (UP 2000) non viene più venduta sottovuoto, ma già nella sua forma definitiva. La moderna edizione della UP è quindi realizzata in poliuretano flessibile a freddo "Bayfit" e rivestita in tessuto Jersey, con il fondo in iuta.[7]

UP1[modifica | modifica wikitesto]

La UP1

Uno dei modelli più significativi della serie, la UP1 è una poltrona bassa; dal suo disegno derivano la UP2, la UP3 e la UP4. Ricorda un globulo rosso ed è uno dei modelli più venduti della serie nonché il secondo più famoso dopo la UP5.

dimensioni[13]
altezza profilo anteriore 450 mm
altezza profilo posteriore 670 mm
larghezza massima 1000 mm
profondità massima 1000 mm

UP2[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di un piccolo pouf che richiama in misura minore le forme della UP1 mantenendo quasi invariate le proporzioni. Nei disegni artistici di Pesce, antecedenti al progetto della serie di sedute, la UP2 aveva proporzioni diverse, era più tondeggiante e meno armoniosa, la parte convessa era molto più piccola; è stata poi adattata all'uso per accogliere più comodamente le natiche di colui che si siede.

dimensioni[14]
altezza profilo anteriore 320 mm
altezza profilo posteriore 470 mm
larghezza massima 620 mm
profondità massima 620 mm

UP3[modifica | modifica wikitesto]

La UP3 è una poltroncina dalle dimensioni simili alla UP1, ne cambiano però forma e proporzioni; la seduta infatti ha una forma che ricorda un glande, sopraelevata da terra da un fusto leggermente più sottile. È caratterizzata da due elementi decorativi frontali che ricordano proprio l'estremità distale del pene. Sebbene la poltrona abbia lo schienale più alto rispetto alla UP1 e appaia come più grande, le dimensioni massime risultano praticamente invariate e la seduta è leggermente più bassa, anche se meno infossata.

dimensioni[15]
altezza profilo anteriore 420 mm
altezza profilo posteriore 740 mm
larghezza massima 1000 mm
profondità massima 1000 mm

UP4[modifica | modifica wikitesto]

Consiste in un divano a due posti, di dimensioni compatte, è largo infatti poco più di una volta e mezza la UP1, dalla quale deriva formalmente in ogni sua parte. Le altre dimensioni rimangono invariate.

dimensioni[16]
altezza profilo anteriore 450 mm
altezza profilo posteriore 670 mm
larghezza massima 1670 mm
profondità massima 1000 mm

UP5[modifica | modifica wikitesto]

«Ricordo che con quella poltrona ho voluto parlare di una condizione umana: la prigionia della donna vittima dei pregiudizi degli uomini, perché vive in condizioni ancora inaccettabili in certi paesi. Era un modo per me di parlare politicamente: non attraverso manifesti o comunicazioni che sono un po' obsoleti, ma farlo con un oggetto industriale che aveva un potenziale nuovo di comunicazione.»

Le poltrone UP5 e UP6

La più famosa delle sette e divenuta uno dei simboli del design italiano, la UP5 (abbinata spesso alla UP6) è una grande poltrona avvolgente. Conosciuta anche col termine "Donna"[19], la UP5 richiama proprio il grembo materno, simbolo di nascita e protezione: le sue forme avvolgenti infatti riproducono tali sensazioni.[10] La poltrona è caratterizzata da forme sinuose e abbondanti, simboli di fertilità, come nelle veneri paleolitiche. Due grandi seni caratterizzano la parte superiore dello schienale, mentre la parte inferiore richiama le cosce, così che quando ci si siede ci si sente avvolti e protetti dalla madre come quando si era bambini. La poltrona non è solo un elogio alla donna ma è anche una critica alla vita dura che per natura le donne devono affrontare; alla UP5 infatti si può anche abbinare un poggiapiedi, la UP6, una grande sfera che ricorda una pesante palla, legata alla donna con una corda che richiama la fatica e il peso della vita. Tuttavia questa metafora non appariva nei bozzetti artistici di Gaetano Pesce, che vedevano la UP6 come figlia della UP5, legata ad essa tramite un cordone ombelicale.

dimensioni [20]
altezza seduta 420 mm
altezza braccioli 670 mm
altezza schienale 1030 mm
larghezza massima 1200 mm
profondità massima 1300 mm

UP6[modifica | modifica wikitesto]

La UP6 è un elemento sferico pensato come poggiapiedi e da abbinare alla UP5, legata ad essa con un filo. Una volta applicato il rivestimento, le cuciture dello stesso le danno la sembianza di una pallina da tennis.[21]

dimensioni[20]
diametro sfera ø 570 mm

UP7[modifica | modifica wikitesto]

Dalle forme molto fedeli a quelle di un piede umano, la UP7 è l'unica della serie che riprende, senza modifiche, una forma già presente in natura (la UP6 ha la forma di un elemento geometrico perfetto, e quindi innaturale). Grazie alle sue grandi dimensioni e alle caratteristiche del poliuretano la UP7 diventa un'insolita seduta.

dimensioni[22]
altezza 830 mm
larghezza 670 mm
profondità 1620 mm

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ designcan.it 40 anni per la serie UP di Gaetano Pesce, su designcan.it. URL consultato il 28 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2011).
  2. ^ collezione permanente del design italiano, Triennale Design Museum, Milano [collegamento interrotto], su triennaledesignmuseum.it. URL consultato il 10 ottobre 2012.
  3. ^ collezione permanente MoMA New York, UP1, su moma.org. URL consultato il 10 ottobre 2012.
  4. ^ mbam collezione permanente: UP5 e UP6 [collegamento interrotto], su mbam.qc.ca. URL consultato il 10 ottobre 2012.
  5. ^ mbam collezione permanente (lista completa), su mbam.qc.ca. URL consultato il 10 ottobre 2012.
  6. ^ collezione permanente Vitra design museum, su design-museum.de. URL consultato il 10 ottobre 2012.
  7. ^ a b c atcasa.corriere.it: Serie UP, su atcasa.corriere.it. URL consultato il 28 ottobre 2012.
  8. ^ a b c academia.edu Gaetano Pesce Materia e Differenza, su academia.edu. URL consultato il 28 ottobre 2012.
  9. ^ arredamento.it radical design, su arredamento.it. URL consultato il 28 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2013).
  10. ^ a b ec-aiss.it "il discorso del design" (PDF), su ec-aiss.it. URL consultato il 28 ottobre 2012.
  11. ^ designandstyle.it riferimenti fotografici e storia della poltrona, su designandstyle.blogosfere.it. URL consultato il 28 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2011).
  12. ^ (EN) modernica.net UP Series [collegamento interrotto], su blog.modernica.net. URL consultato il 28 ottobre 2012.
  13. ^ scheda tecnica UP1 [collegamento interrotto], su mobile.bebitalia.com. URL consultato il 28 ottobre 2012.
  14. ^ scheda tecnica UP2 [collegamento interrotto], su mobile.bebitalia.com. URL consultato il 28 ottobre 2012.
  15. ^ scheda tecnica UP3 [collegamento interrotto], su mobile.bebitalia.com. URL consultato il 28 ottobre 2012.
  16. ^ scheda tecnica UP4 [collegamento interrotto], su mobile.bebitalia.com. URL consultato il 28 ottobre 2012.
  17. ^ GAETANO PESCE, su educational.rai.it, Lezioni di Design - Rai Educational. URL consultato il 5 luglio 2013.
  18. ^ Decio Giulio Riccardo Carugati, Design, Electa, 2003, pp. 245-246, ISBN 88-435-8297-6.
  19. ^ (EN) descrizione UP5, su design-museum.de. URL consultato il 28 ottobre 2012.
  20. ^ a b scheda tecnica UP5 e 6 [collegamento interrotto], su mobile.bebitalia.com. URL consultato il 28 ottobre 2012.
  21. ^ educational.rai.it UP5, su educational.rai.it. URL consultato il 30 ottobre 2012.
  22. ^ scheda tecnica UP7 [collegamento interrotto], su mobile.bebitalia.com. URL consultato il 28 ottobre 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A. Branzi, La casa calda, esperienze del Nuovo Design Italiano, Milano, Idea Books, 1984, ristampa 1999.
  • A. Branzi ed ente autonomo laTriennale di Milano, Il Design italiano 1964-1990 (catalogo), Milano, Electa, 1996.
  • G. Celant, Creativitalia The Joy of Italian Design, Milano, Electa, 1990.
  • M. Mastropietroe e R. Gorla, Un'industria per il design, la ricerca, i designers, l'immagine B&B Italia, Milano, Lybra Immagine, 1999.
  • G. Pettena, Radicals architettura e design 1960-1975, Venezia, La Biennale di Venezia, 1996.
  • F. Vanlaethem, Gaetano Pesce Architetturadesignarte, Milano, Idea Books, 1989.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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