Tricheco (sommergibile 1909)

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Tricheco
Descrizione generale
Tiposommergibile sperimentale di piccola crociera
ClasseGlauco
Proprietà Regia Marina
CantiereRegio Arsenale, Venezia
Impostazione6 novembre 1905
Varo6 giugno 1909
Entrata in servizio15 ottobre 1909
Radiazione26 settembre 1918
Destino finaledemolito
Caratteristiche generali
Dislocamento in immersione243 t
Dislocamento in emersione160 t
Lunghezza36,8 m
Larghezza4,32 m
Pescaggio2,5 m
Profondità operativa25 m
Propulsione4 motori a benzina FIAT da 600 CV
2 motori elettrici Savigliano da 170 cv complessivi
2 eliche
Velocità in immersione 6,2 nodi
Velocità in emersione 13 nodi
Autonomiain emersione 150 miglia nautiche a 13 nodi
o 225 mn a 10 nodi
in immersione 18,6 mn a 6,2 nodi
o 81 mn a 3,5 nodi
Equipaggio2 ufficiali, 13 sottufficiali e marinai
Armamento
Siluri3 tubi lanciasiluri da 450 mm a prua con 2 siluri
dati tratti da www.betasom.it
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Il Tricheco è stato un sommergibile della Regia Marina.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Una volta in servizio fu dislocato a Venezia, inquadrato nella IV Squadriglia Sommergibili[1][2][3].

Fu impiegato per l'addestramento sino all'agosto 1914, mese in cui fu dapprima assegnato alla Squadriglia Autonoma di Brindisi e poi ritrasferito a Venezia, ma con assegnazione presso la I Squadriglia[1][2].

All'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale lo comandava il tenente di vascello Piero Torrigiani; operò con compiti difensivi al largo del porto veneto[1][2][4].

Nel 1916 fu trasferito alla II Squadriglia Sommergibili[1][2].

Il 12 febbraio 1916, alle 14.30, mentre era all'ormeggio a Porto Corsini, fu assalito da alcuni idrovolanti austro-ungarici venendo bersagliato, da alta quota, con dodici bombe, nessuna delle quali andata a segno[1][2].

Nel 1917 (da gennaio lo comandava il tenente di vascello Bernucci[5]) passò nuovamente alla I Squadriglia e fu impiegato nella difesa di Ancona, Ravenna e Porto Corsini[1][2].

Fu poi messo in riserva (febbraio 1918)[2], disarmato[1], radiato e demolito.

In tutto il Tricheco aveva svolto 37 missioni di guerra, trascorrendo in mare 695 ore[1][2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco Favre, La Marina nella Grande Guerra. Le operazioni aeree, navali, subacquee e terrestri in Adriatico, Gaspari Editore, 2008, ISBN 978-88-7541-135-0.
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