Tito Ebuzio Helva

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Tito Ebuzio Helva
Magister equitum della Repubblica romana
Nome originaleTitus Aebutius Helva
GensAebutia
Consolato499 a.C.
Magister equitum499 a.C.

Tito Ebuzio Helva (in latino Titus Aebutius Helva; ... – ...; fl. V secolo a.C.) è stato un politico e militare romano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fu eletto console nel 499 a.C., con il collega Gaio Veturio Gemino Cicurino, nell'anno in cui i romani condussero l'assedio di Fidenae[1] e la presa di Crustumerium; sempre in quell'anno la città di Preneste lasciò il campo dei Latini per allearsi a Roma.[2]

I rapporti con i Latini, che avevano portato nel 501 a.C. alla nomina di Tito Larcio Flavo a dittatore, il primo nella storia dell'Urbe, stavano rapidamente degenerando verso uno scontro che ormai non sembrava più procrastinabile.[3]

In questa situazione di grave pericolo per Roma Aulo Postumio fu eletto dittatore e Tito Ebuzio fu nominato magister equitum; i due condussero l'esercito romano alla vittoria nella leggendaria battaglia del Lago Regillo, nel territorio della città di Tuscolo, contro la lega di città latine condotte da Ottavio Mamilio e Tarquinio il Superbo.

«... La notizia della presenza dei Tarquini tra le file latine suscitò un'indignazione tale nei Romani da non poter rimandare ulteriormente lo scontro. Per questo la battaglia non ebbe precedenti quanto a ferocia e accanimento. Infatti i comandanti non si limitarono a dirigere le operazioni, ma si buttarono di persona nella mischia e quasi nessun membro dei due stati maggiori, salvo il dittatore romano, uscì indenne dallo scontro.»

Livio narra che durante la battaglia Ebuzio si scontrò direttamente con Ottavio Mamilio e rimasero entrambi feriti, Ebuzio al braccio e Mamilio al petto. Ebuzio ferito si ritirò nelle retrovie.

La battaglia, vinta dai romani, fu durissima e dall'esito incerto, tanto che in seguito i romani fecero discendere la vittoria dall'aiuto dei mitologici Dioscuri, Castore e Polluce. Il dittatore e il maestro di cavalleria tornarono a Roma in trionfo.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Fasti consulares Successore
Servio Sulpicio Camerino
e
Manio Tullio Longo
(499 a.C.)
con Gaio Veturio Gemino Cicurino
Quinto Clelio Siculo
e
Tito Larcio Flavo II
Controllo di autoritàEuropeana agent/base/15721