Timoteo Viti

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San Tommaso Becket e Martino di Tours con il vescovo Arrivabene e il nipote Giacomo Arrivabene
Noli me tangere - Altar maggiore dell'Oratorio di Sant'Angelo minore in Cagli

Timoteo Viti (Urbino, 22 novembre 1469Urbino, 7 gennaio 1523) è stato un pittore italiano.

Biografia e opere[modifica | modifica wikitesto]

Menzionato dal Vasari nelle sue Vite come Timoteo da Urbino, secondo la storiografia, entrò poco più che ventenne nella bottega bolognese di Francesco Raibolini, detto il Francia.

Nella città felsinea, di recente è stata attribuita una Crocifissione affrescata nell'oratorio o refettorio del convento camaldolese di S. Cristina (ora Aula Magna del dipartimento di Arti Visive dell'Università di Bologna).[1]

Ritornato in patria, nella sua Urbino, gli furono commissionate due pale d'altare per il Duomo, raffiguranti Madonna e santi (1514, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino; Pinacoteca di Brera, Milano).

In queste opere esprime un certo classicismo bolognese unito ad echi umbro-marchigiani. Qualche anno prima aveva realizzato uno dei suoi maggiori capolavori per l'altar maggiore dell'Oratorio di Sant'Angelo Minore della città di Cagli: la grande tavola del "Noli me tangere" dove forti sono i rimandi all'opera di Raffaello.

In seguito cercò di adeguarsi alle novità del Perugino e di Raffaello senza però riuscirvi appieno (dipinti per il Tempietto delle Muse nel Palazzo Ducale, oggi nella Galleria Corsini di Firenze; Apparizione di Cristo alla Maddalena, 1512, Cagli, Sant'Angelo). Di Raffaello fu amico e aiuto a Roma negli affreschi in Santa Maria della Pace.

Nel 1518, giunse a Forlì, con Girolamo Genga, per affrescare la Chiesa di San Francesco Grande, oggi scomparsa. Fu in questa occasione che iniziò a lavorare con loro Francesco Menzocchi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Timoteo Viti Archiviato il 16 ottobre 2009 in Internet Archive.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Controllo di autoritàVIAF (EN13466182 · ISNI (EN0000 0000 6634 1722 · BAV 495/281412 · CERL cnp00864680 · Europeana agent/base/18156 · ULAN (EN500008319 · LCCN (ENn91009699 · GND (DE132290812 · WorldCat Identities (ENlccn-n91009699