Teodosio II di Braganza

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Teodosio II di Braganza
Domenico Duprà, Ritratto di Teodosio II di Braganza del 1725 circa, Palazzo ducale di Vila Viçosa
Duca di Braganza
Stemma
Stemma
In carica22 febbraio 1583 –
29 novembre 1630
PredecessoreGiovanni I di Braganza
SuccessoreGiovanni II di Braganza
Altri titoliMarchese di Vila Viçosa
Conte di Barcelos, Ourém, Neiva e Arraiolos
NascitaVila Viçosa, 28 aprile 1568
MorteVila Viçosa, 29 novembre 1630 (62 anni)
DinastiaBraganza
PadreGiovanni I di Braganza
MadreCaterina d'Aviz
ConsorteAna de Velasco y Girón
FigliGiovanni
Edoardo
Caterina
Alessandro
ReligioneCattolicesimo

Teodosio II di Braganza (Vila Viçosa, 28 aprile 1568Vila Viçosa, 29 novembre 1630) fu un duca di Braganza dal 1583 al 1630.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era figlio di Giovanni I di Braganza e di Caterina di Guimarães.

Fu un principe molto colto e ben istruito. Da bambino, Teodósio fu portato a corte e divenne un paggio del re Sebastiano I del Portogallo. Il re gli era molto affezionato e nel 1578 insistette perché lo accompagnasse in Africa e partecipò alla battaglia di Alcazar-Quebir.

Teodosio rimase al fianco del re fino a quando la situazione divenne estremamente pericolosa. Sebastiano ordinò ai servi di portare il bambino, di dieci anni, al sicuro dietro le linee. Il giovane non fu felice di essere messo da parte e corse via alla prima occasione. Teodosio montò a cavallo e andò in prima linea, inseguito da servitori molto spaventati. Alla fine, come molti altri, fu ferito e fatto prigioniero. Tornato in Portogallo, suo padre Giovanni impazzì per il dolore e offrì una fortuna per il riscatto del suo erede. Chiese anche al re Filippo II di Spagna di scrivere al re del Marocco per risparmiare la vita del giovane Teodosio. Non ci fu bisogno di un simile allarme. Impressionato dal racconto del suo coraggio in battaglia, il re del Marocco lasciò andare il bambino, sicuro e senza riscatto, nell'agosto del 1579.

Nel frattempo, in Portogallo, la situazione era difficile. Con la scomparsa del re Sebastiano nella battaglia, il nuovo re fu il cardinale Enrico I del Portogallo, un vecchio senza figli. Teodosio era il figlio dell'Infanta Caterina, una donna ambiziosa che, con suo marito il duca di Braganza, aspirava al trono. Filippo II di Spagna aspirò anche al trono portoghese e usò ogni mezzo per mantenere il giovane Teodosio (pronipote del re Manuele I e una possibile minaccia) fuori dal paese. Solo quando si fu assicurato con sicurezza la corona, Filippo II, ora Filippo I di Portogallo, permise il ritorno del bambino.

Teodosio diventò duca nel 1583, alla morte di suo padre. Difese Lisbona dagli attacchi di altri candidati (Antonio di Crato) e fu responsabile della sicurezza del regno per molto tempo.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Sposò, il 17 giugno 1603, Ana de Velasco y Girón (1585-7 novembre 1607), figlia di Juan Fernández de Velasco, duca di Frias, Ebbero quattro come figli:

  • Giovanni II (1604-1656)
  • Duarte di Braganza (1605-1649)
  • Catarina di Braganza (1606-1610)
  • Alessandro di Braganza (1607-1637)

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giacomo di Braganza Ferdinando II di Braganza  
 
Isabella di Viseu  
Teodosio I di Braganza  
Leonor de Guzmán Velasco Juan Alfonso Pérez de Guzmán, III duca di Medina Sidonia  
 
 
Giovanni I di Braganza  
Dionigi di Braganza, Conte di Lemos  
 
 
Isabella di Lencastre  
Beatrice di Castro Osorio, III Contessa di Lemos  
 
 
Teodosio II di Braganza  
Manuele I del Portogallo Ferdinando d'Aviz  
 
Beatrice d'Aviz  
Eduardo d'Aviz  
Maria del Portogallo Ferdinando II d'Aragona  
 
Isabella di Castiglia  
Caterina di Guimarães  
Giacomo di Braganza Ferdinando II di Braganza  
 
Isabella di Viseu  
Isabella di Braganza  
Leonor de Guzmán Velasco Juan Alfonso Pérez de Guzmán, III duca di Medina Sidonia  
 
 
 

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "Nobreza de Portugal e Brazil", vol. II, pagina 448. Pubblicato da Zairol Lda., Lisbona, 1989.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN294749024 · ISNI (EN0000 0003 9966 612X · LCCN (ENn81024920 · BNE (ESXX5217787 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n81024920