Tantra (gruppo musicale)

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Tantra
Paese d'origineItalia (bandiera) Italia
GenereItalo disco
Funk
Periodo di attività musicale1979 – 1982
EtichettaDDD, Quelli del castello
Album pubblicati4
Studio3
Raccolte1

I Tantra sono stati un gruppo musicale attivo durante gli anni ottanta.

Celso Valli è il produttore nonché membro principale del progetto. Al riguardo, in una intervista, ricorda così l'esperienza:

«I Tantra sono stati la mia prima produzione. Nelle case discografiche mi consideravano un folle. Com’era possibile solo immaginare che potessimo fare concorrenza agli americani con un suono che non c’entrava nulla con la nostra tradizione? In realtà noi il dna del ballo ce lo avevamo nel sangue, era quello che veniva proprio dalle notti nelle balere. Sapevamo come far ballare, ci è bastato adattare quella sensibilità ai suoni del funk e abbiamo conquistato il mondo.[1]»

Il primo singolo pubblicato è Hills of Katmandu (sotto l'etichetta DDD - La Drogueria di Drugolo). Influenzato dal modus operandi in voga di Giorgio Moroder[2], il disco vede la partecipazione di Brian Gardner, mastering engineer tra i più attivi nel campo rap americano. È probabilmente il brano più famoso dei Tantra, rimasto in classifica Billboard per ben 45 settimane[3]. Patrick Cowley ne ha realizzato un remix (uscito postumo nel 1988).

Nel 1980 esce Mother Africa. Questo lavoro, rispetto al precedente, ha uno stile più funk, contaminato anche da elementi progressive rock. Tra gli autori del testo, si ricorda Alan Taylor, ex membro dei Ping Pong (band di cui Valli era il tastierista).[4]

Due anni dopo viene pubblicato l'ultimo album: Tantra II. L'opera si avvale di collaborazioni più note. Tra gli strumentisti: Dino D'Autorio e Paolo Gianolio, chitarrista di Mina ed Eros Ramazzotti.[5]

  • 1979 – Hills of Katmandu
  • 1980 – Mother Africa
  • 1980 – The Double Album
  • 1982 – Tantra II
  1. ^ Vasco Rossi, il produttore bolognese Celso Valli: "Per l'ultimo disco musica latina", in Il Resto del Carlino, Monrif, 3 novembre 2019. URL consultato il 23 febbraio 2021.
  2. ^ Tantra, su thequietus.com. URL consultato il 23 febbraio 2020.
  3. ^ Tantra, su hiphopelectronic.com. URL consultato il 23 febbraio 2020.
  4. ^ Mother Africa, su discogs.com. URL consultato il 23 febbraio 2020.
  5. ^ Tantra II, su discogs.com. URL consultato il 23 febbraio 2020.

Collegamenti esterni

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