Susanne Bartsch

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Susanne Bartsch (Bäretswil, 1962) è un'attivista, socialite e artista svizzera.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

A 17 anni è andata a vivere da sola a Londra, dove ha lavorato in alcuni negozi di alta moda ed è venuta a contatto con Vivienne Westwood, John Galliano, Malcolm McLaren, Boy George, Anna Piaggi (che ha rafforzato in lei la passione per il vintage) e lo stravagante sarto Stephen Jones, una sorta di ispiratore per la sua futura traiettoria nel campo delle tendenze.

Alla fine degli anni 80 si è trasferita a New York per convivere con Patrick, il ragazzo da lei frequentato all'epoca: qui ha rilevato un negozio di abbigliamento vintage, aperto una propria boutique in Soho e lavorato coi giovani creativi statunitensi Alpana Bawa e Michael Leva, che aveva già conosciuto a Londra. Divenuta membro di Club Kids, ha organizzato le sue prime feste trasgressive, per le quali è diventata celebre, in note discoteche di New York come Savage, Bentley e Copacabana, apparendo sistematicamente in costumi maschili, al fianco di drag queen e altri personaggi provocanti. Pioniera dei diritti LGBT e sostenitrice di altre campagne importanti, nel 1989 è stata l'artefice del Love Ball, grande evento pubblico organizzato a New York col quale ha raccolto 2 milioni e mezzo di dollari per destinarli alla ricerca sull'AIDS, malattia che aveva ucciso diversi suoi amici e conoscenti, come da lei rivelato in un'intervista a Swiss Magazine. Forte del risultato ottenuto, Susanne Bartsch ha creato altri Love Ball, che si sono svolti sia negli USA sia in Europa (a Londra e a Parigi).

Nel 1995 si è sposata con David Barton, imprenditore nel fitness, trasformando la cerimonia religiosa in un evento di moda vero e proprio, chiamato "Inspiration", nel quale ha fatto sfilare tutti i parenti stretti e gli amici più cari per poi apparire davanti al celebrante con un sottilissimo velo disegnato da Thierry Mugler. Il matrimonio è terminato con un divorzio nel 2010 ma Susanne ha mantenuto ottimi rapporti con l'ex marito, che l'affianca tuttora in molte sue iniziative.

Nel terzo millennio a Susanne Bartsch sono state dedicate diverse mostre, in cui un vasto pubblico ha potuto prendere visione di tanti suoi costumi.[1][2][3]

Nel 2017 è stata omaggiata in Seven Women, film-documentario di Yvonne Sciò su sette donne che hanno lasciato il segno.

Nel 2022 ha vinto il Gran Premio Svizzero di Design. [4]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Intorno ai primi anni 90 Susanne Bartsch si è insediata in quella che è ancora oggi la sua casa: una suite del Chelsea Hotel di New York.

Con David Barton ha messo al mondo un figlio maschio, Bailey, nato prima del matrimonio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]