Stilnovo (azienda)

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Stilnovo
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1946 a Milano
Fondata daBruno Gatta
ProdottiApparecchi di illuminazione
Sito webwww.stilnovo.com

Stilnovo è un'azienda italiana fondata a Milano nel 1946 specializzata nella produzione di apparecchi per l'illuminazione e complementi d'arredo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondazione[modifica | modifica wikitesto]

Stilnovo viene fondata a Milano da Bruno Gatta, il cui padre, Dino, aveva precedentemente lavorato al fianco di Camillo Olivetti - con cui si era laureato a Torino[1] - alla creazione della CGS di Ivrea[2]. L’atto di fondazione dell’azienda risale al Giugno del 1946. La sede originale è in Via Borgonuovo 18[3].

Gli anni quaranta[modifica | modifica wikitesto]

Nel Dicembre del 1946 Stilnovo fa la sua prima apparizione su Domus, dove vengono pubblicate due lampade da tavolo ed un vassoio in ottone[4]. Nel 1949 il fratello di Bruno Gatta, Paolo, entra a far parte dell’azienda che, nei mesi immediatamente successivi, prende la forma di Srl con un capitale sociale di 400.000 lire[3].

La ditta partecipa alla VIII Triennale del 1947, dietro invito di Piero Bottoni, commissario straordinario della Triennale, presentando lampade ed oggetti d’arte decorativa in metallo[5].

Una pubblicità di Stilnovo degli anni quaranta.

Gli anni cinquanta[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1951 Stilnovo espone nuovamente alla IX Triennale, all’interno della sezione illuminazione curata dai fratelli Achille, Livio e Pier Giacomo Castiglioni. La ditta presenta sei modelli di lampade, realizzate principalmente in metallo e marmo, di cui due verranno in seguito acquistati dalla stessa Triennale per essere utilizzati come premi del “referendum” indetto tra i visitatori[6][7]. Sempre nel 1951 vengono messe in esposizione cinque lampade Stilnovo alla mostra mercato di arte decorativa italiana organizzata ad Oslo da Luciano Baldessari[8].

Stilnovo prende parte anche alla X Triennale, nel 1954, ottenendo la medaglia d’argento per una lampada a braccio[9]. Sempre per la Triennale l’azienda collabora con gli architetti Baldessari e Grisotti alla realizzazione di una “Casa di campagna industrializzata”[10]. Nello stesso anno viene aperta la filiale nella centralissima via Durini a Milano[3].

Nel 1954 una lampada da soffitto e una da tavolo di Stilnovo ottengono la nomina al Compasso d’Oro[11]. Stessa cosa avviene nel 1956 quando viene nominata per il prestigioso premio una lampada a braccio dell’azienda[12].

Nel 1958 Bruno Gatta diventa direttore unico di Stilnovo e nello stesso anno apre la nuova sede in Via Due Macelli a Roma. L’anno successivo l’azienda diventerà Società per azioni[3].

Gli anni sessanta[modifica | modifica wikitesto]

Stilnovo raggiunge l’apice del successo a cavallo tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’60. In questo periodo collabora con architetti e designer di alto profilo a diversi progetti.

Uno stand di prodotti Stilnovo negli anni settanta.

Del 1958 è la nuova sede della Camera di Commercio, Industria e Agricoltura di Milano in Via Meravigli progettata a partire dall’anno precedente da Achille e Pier Giacomo Castiglioni. Nella sala per le riunioni della giunta vengono impiegati lampadari a saliscendi disegnati dagli architetti milanesi per Stilnovo[13]. Con Melchiorre Bega Stilnovo collabora in due occasioni: nel 1960 per arredare, coi lampadari a soffitto disegnati nei primi anni cinquanta da Gaetano Scolari, la sala del consiglio della società Sarom nel nuovo grattacielo poi noto come Torre Galfa[14] e sempre nello stesso anno per illuminare la nuova sala conferenze e proiezioni alla Fiera di Milano[15]. Anche il designer e grafico svizzero Walter Ballmer nel 1960 impiega prodotti Stilnovo per il nuovo negozio Olivetti Spazio a Milano[16]. Nello stesso periodo le lampade Stilnovo illuminano il nuovo show-room della Innocenti a Milano progettato da Giovanni Pestalozza[17]. Nel 1963, anno in cui Dino e Silvana Gatta, figli di Bruno, entrano in azienda, apre la nuova sede di Via Roma a Genova[3].

Nel 1965, in seguito alla crescita dell'azienda, viene aperto un nuovo stabilimento produttivo in Via Canova a Lainate[18].

Nel 1969 l’immagine aziendale viene rinnovata, affidandone la cura a Italo Lupi e Giancarlo Iliprandi. Quest’ultimo, in particolare, ridisegna il marchio aziendale[3].

Dagli anni settanta ad oggi[modifica | modifica wikitesto]

Per tutti gli anni 70 Stilnovo continuerà a collaborare con designer affermati producendo alcuni dei suoi pezzi più importanti. Nonostante il successo presso il pubblico, a livello di vendite Stilnovo comincia a soffrire, risentendo della concorrenza con le altre grandi imprese del design italiano[3]. Nel 1986, dopo aver ricevuto un’offerta d’acquisto da parte del gruppo Finvetro, Bruno Gatta si ritira definitivamente dalla società. Nel 1988 Stilnovo viene nuovamente ceduta. A comprarla è il gruppo Venini che ne tenta il rilancio con alcuni nuovi modelli fino a terminare definitivamente la produzione nel 1993[3]. Nello stesso anno Bruno Gatta si spegne all’età di 79 anni[3].

Linea Light Group, leader mondiale dell’illuminazione LED, ha acquisito Stilnovo nel 2019, riavviandone la produzione.

Designer e prodotti iconici[modifica | modifica wikitesto]

Stilnovo ha collaborato con numerosi designer di primo piano tra cui: Danilo e Corrado Aroldi, Shigeaki Asahara, Gae Aulenti, Achille Castiglioni, Livio Castiglioni, Pier Giacomo Castiglioni, Piero Castiglioni, Joe Colombo, Studio DDL, Giovanni Luigi Gorgoni, Antonio Macchi Cassia e Ettore Sottsass.

Tra i suoi prodotti di maggior successo vi sono:

  • Saliscendi - 1957 - Achille e Pier Giacomo Castiglioni[13]
  • Buonanotte - 1965 - Giovanni Luigi Gorgoni
  • Periscopio - 1968 - Danilo e Corrado Aroldi[19]
  • Gravita - 1968 - Antonio Macchi Cassia
  • Topo e Minitopo - 1970 - Joe Colombo[20][21]
  • Triedro - 1970 - Joe Colombo
  • Lampiatta - 1971 - Studio DDL[20][21]
  • Sistema Trepiù - 1972 - Gae Aulenti e Livio Castiglioni
  • Valigia - 1977 - Ettore Sottsass[20][21][22]
  • Fante - 1978 - Studio DDL[21]
  • Minibox - 1981 - Gae Aulenti e Piero Castiglioni

Mostre e collezioni[modifica | modifica wikitesto]

Minitopo di Joe Colombo, foto storica.

Lampade prodotte da Stilnovo sono state esposte in alcune mostre di settore e si trovano nelle collezioni permanenti dei principali musei di arti decorative.

Nel 1972 alla mostra “Italy: The New Domestic Landscape” del MoMA vengono presentate la lampada Periscopio e Nuvola, disegnata da Pietrantoni e Lucci nel 1966[19].

Alla mostra inaugurale dell’Israel Design Museum “Introduction to design” nel 1973 viene esposta Triedro[23].

La mostra “Design en stock, 2000 objets du Fonds national d’art contemporain” tenutasi a Parigi presso il Palais de la Porte Dorée nell’autunno del 2005 vede presentata la lampada Topo di Colombo[24].

Anche all’esposizione “Joe Colombo. L'invention du futur" del Musée des Arts Décoratifs di Parigi nel 2007 viene messa in mostra Topo[24].

Collezioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Periscopio e Minitopo fanno parte della collezione permanente del MoMA di New York[25].
  • Topo fa parte della collezione permanente del Musée des Arts Décoratifs di Parigi[24].
  • Periscopio è presente nella collezione permanente della Triennale di Milano[26].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Annuario R. Scuola di Applicazione per gli Ingegneri di Torino, Annuario per l'anno scolastico 1890-91, Torino, Tipografia Editrice G. Candeletti, 1889.
  2. ^ Marco Maffioletti, L’impresa ideale tra fabbrica e comunità. Una biografia intellettuale di Adriano Olivetti, Fondazione Adriano Olivetti, 2016, pp. 44-55.
  3. ^ a b c d e f g h i Thomas Brauniger (a cura di), Stilnovo, Berlino, Galerie Luminaires-Moderniste, Limitierte Edition, 2016, pp. 173-178.
  4. ^ Consigli per la casa, in Domus, Dicembre 1946, p. 45.
  5. ^ Milano, Archivo Storico Triennale, Corrispondenza manoscritta e dattiloscritta, in carta intestata o in velina semplice, firmata e non, tra la Triennale di Milano e singoli artisti, società e ditte, e relativa alla partecipazione alla T8 in qualità di espositori alla Ottava Triennale, collocazione TRN_08_DT_077_C
  6. ^ Milano, Archivo Storico Triennale, Unità n.220 Elenchi Opere e merce, coll. TRN_09_DT_220_A
  7. ^ Milano, Archivo Storico Triennale, Unità n.217 Espositori, coll. TRN_09_DT_217_V
  8. ^ Trento, Archivio del ‘900 del Mart, Fondo Baldessari, Triennale di Milano (Mostre di Oslo e Amburgo), coll. Bal.I.644
  9. ^ I premi della decima Triennale di Milano, in Domus, Febbraio 1955, p. 33.
  10. ^ Una casa di campagna industrializzata alla Triennale, in Domus, Gennaio 1955, pp. 22-23.
  11. ^ Una selezione di gusto per la casa, in Domus, Marzo 1955, pp. 52-54.
  12. ^ Rassegna Domus, lampade di serie, in Domus, Dicembre 1956, p. LXXVI.
  13. ^ a b Una camera di Commercio a Milano, Achille e Piergiacomo Castiglioni architetti, in Domus, Gennaio 1959, p. 34.
  14. ^ Le torri di Milano, la Torre Galfa, in Domus, Aprile 1961, p. 34.
  15. ^ Gio Ponti, Il “Ridotto dei cineconvegni” a Milano, in Domus, Ottobre 1960, pp. 39-48.
  16. ^ Pubblicità, in Domus, Febbraio 1961, p. XVII.
  17. ^ Pubblicità, in Domus, Giugno 1961, p. XVII.
  18. ^ Stilnovo, apparecchi per l’illuminazione: serie industriale, Milano, 1965.
  19. ^ a b Emilio Ambasz (a cura di), Italy: the new domestic landscape. Achievements and problems of Italian design, Museum of Modern Art New York, pp. 62-101.
  20. ^ a b c Alfonso Grassi e Anti Pansera, Atlante Del Design Italiano 1940-1980, Fabbri Editori, 1984, pp. 176-179.
  21. ^ a b c d Giuliana Gramigna, Repertorio del Design Italiano 1950-2000 per L'Arredamento Domestico, vol. 1, Allemandi, 2003, pp. 186-250.
  22. ^ Anty Pansera, Il design del mobile italiano dal 1946 ad oggi, Laterza, 1990, p. 170.
  23. ^ Jerusalem: Design all’Israel Museum, in Domus, Ottobre 1973, p. 68.
  24. ^ a b c Collections - MAD Paris, su collections.lesartsdecoratifs.fr.
  25. ^ Collections - MoMA, su moma.org.
  26. ^ Collezione - Triennale Milano, su triennale.org.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Formschöne Lampen und Beleuchtungsanlagen, Gerhard Krohn - Fritz Hierl, Verlag Georg D.W. Callwey, 1952
  • Esempi di decorazione moderna di tutto il mondo: Illuminazione d’oggi, Roberto Aloi, Editore Ulrico Hoepli, 1956
  • Forme nuove in Italia, Agnoldomenico Pica, Bestetti, 1957
  • Lampade, Franco Magnani, Görlich, 1965
  • Italy: the new domestic landscape. Achievements and problems of Italian design, a cura di Emilio Ambasz, Museum of Modern Art New York, 1972
  • Atlante Del Design Italiano 1940-1980, Grassi, A. - Pansera, Anty, Fabbri editori, 1984
  • Il disegno del prodotto industriale - Italia 1860-1980, Vittorio Gregotti, 1986
  • Il design del mobile italiano dal 1946 ad oggi, Anty Pansera, Laterza, 1990
  • La luce italiana, Design delle lampade 1945-2000, Alberto Bassi, 2003
  • Repertorio del Design Italiano 1950-2000 per L'Arredamento Domestico, VOL.1 e VOL.2, Giuliana Gramigna, Allemandi, 2003
  • Design italiano 1964-2000, Andrea Branzi, 2008
  • Stilnovo, Decio Giulio Carugati, Electa, 2013
  • Stilnovo, Galerie Luminaires-Moderniste Berlin, a cura di Thomas Brauniger, Limitierte Edition, 2016
  • L’impresa ideale tra fabbrica e comunità. Una biografia intellettuale di Adriano Olivetti, Marco Maffioletti, Fondazione Adriano Olivetti, 2016