Stefano Canzio

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Stefano Canzio (Genova, 3 gennaio 1837Genova, 14 gennaio 1909), medaglia d'oro al valor militare e generale garibaldino.

Biografia

Il padre Michele Canzio, pittore, scenografo del Teatro Carlo Felice, era membro dell'Accademia Ligustica di Belle Arti.

Nella primavera del 1859 Stefano Canzio lasciò gli studi classici ed entrò in un gruppo di volenterosi che si offrivano al governo per la guerra imminente. Con i Carabinieri genovesi fece parte dei Cacciatori delle Alpi. Tornò dalla guerra soldato formato ed animato da entusiasmo per Garibaldi, del quale andò sempre più conquistandosi la stima e la fiducia, lavorò alla preparazione della spedizione dei Mille e quando fu deliberata la formazione, tornò a far parte del drappello dei carabinieri genovesi e sbarcò con essi a Marsala e il 27 maggio venne ferito al ponte dell'Ammiraglio, nell'entrare in Palermo.

Andò a Genova per guarire dalle ferite riportate, ma ben presto tornò in campo, militando fino alla fine della guerra, ottenne il grado di maggiore.

Nel novembre accompagnò il generale a Caprera e di lì a un anno, sposò alla Maddalena la figlia Teresita. Da questo momento in poi partecipò a tutte le azioni garibaldine: nei fatti di Sarnico, in Aspromonte, nel Trentino.

Nella battaglia di Bezzecca nel momento cruciale in cui i combattimenti andavano a favore degli austriaci, dimostrò tanta bravura e tanto ardimento, da guadagnarsi la medaglia d'oro al valore militare.

L'anno successivo si incontro con il Garibaldi, custodito a Caprera dopo l'arresto di Sinalunga, lo attese con una paranza e sbarcarono sul litorale toscano. Segui il Generale sino alle porte di Roma e si dovette a lui se il Generale si ritrasse vivo dal combattimento di Mentana.

Tre anni dopo lo seguì in Francia. Prima ebbe il comando del quartier generale, poi, dopo la carica di Renois da lui condotta, ottenne il comando della 5ª brigata, e a Digione si comporto da eroe, in particolar modo nella giornata di Pouilly. Dopo la morte di Bossack si vide affidato il comando della prima e dell'ultima brigata riunite.

Tornò dalla Francia colonnello brigadiere e da Garibaldi venne elevato al grado di generale dell'esercito dei volontari, che ormai non esistevano più.

Negli ultimi anni della sua vita fu Presidente del Consorzio autonomo del porto di Genova, ed esercitò un grande ascendente sulla classe operaia.

Motivazione della Medaglia d'Oro

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Nel momento in cui i nostri, sopraffatti dal numero dei nemici, piegavano in ritirata, egli, raccogliendo intorno a sé parecchi ufficiali, diresse l'azione, animò coll'esempio, ed ordinando da ultimo l'attacco alla baionetta contribuì specialmente all'esito fortunato della giornata.»
— Bezzecca, 21 luglio 1866

Bibliografia

  • Ministero della Guerra. Decreto che accorda la medaglia commemorativa italiana a tutti coloro che fecero la guerra del 1866. 1866, Fedratti, Firenze;
  • Rosi Michele. Il dizionario del Risorgimento Italiano. Vol. I° Personaggi, Vol. IV° I fatti. 1931, Vallardi, Milano;
  • Ufficio Storico - Stato Maggiore Esercito. Corsi Carlo. La campagna del 1866 in Italia. Opera in cinque volumi. 1875, Carlo Voghera, Roma.