Cicno (figlio di Stenelo): differenze tra le versioni

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'''Cicno''', secondo una versione facente parte del mito di [[Fetonte]] [[Apollo|apollineo]], era figlio di [[Stenelo (mitologia)|Stenelo]] e parente del figlio di Apollo, come asserisce per primo [[Fanocle]].<ref>Ερωτες ἤ Καλοί fr. 6 P. = [[Lattanzio Placido]], ''ad Ov. met.'' 2, 367. Cfr. B. Rossignoli, 2004, p. 145.</ref>
'''Cicno''', secondo una versione facente parte del mito di [[Fetonte]] [[Apollo|apollineo]], era figlio di [[Stenelo (mitologia)|Stenelo]] e parente del figlio di Apollo, come asserisce per primo [[Fanocle]].<ref>Ερωτες ἤ Καλοί fr. 6 P. = [[Lattanzio Placido]], ''ad Ov. met.'' 2, 367. Cfr. B. Rossignoli, 2004, p. 145.</ref>


[[Esiodo]] lo colloca nel paese degli [[Iperborei]],<ref>Cfr. Andrea Debiasi, ''Esiodo e l'Occidente'', 2008, p. 159; Benedetta Rossignoli, ''L'Adriatico greco: culti e miti minori'', 2004, pp. 160-161.</ref> poiché qui Cicno venne a piangere la morte dell'amico Fetonte che, colpito dalla folgore punitiva di [[Zeus]], era precipitato nel fiume dell'Eridano (che secondo Esiodo scorreva nell'Iperborea). Non è tra l'altro da escludere che lo stesso Esiodo conoscesse già una parentela tra Fetonte e Cicno (tramite un possibile collegamento tra i figli di [[Iris (divinità)|Iride]] e [[Aurora (divinità)|Aurora]]<ref>Cfr. B. Rossignoli, 2004, p. 145.</ref>)
[[Esiodo]] è però il primo a collegare la figura di Cicno a quella di Fetonte, ed egli lo fa risiedere nel paese degli [[Iperborei]],<ref>Cfr. Andrea Debiasi, ''Esiodo e l'Occidente'', 2008, p. 159; Benedetta Rossignoli, ''L'Adriatico greco: culti e miti minori'', 2004, pp. 160-161.</ref> poiché qui Cicno venne a piangere la morte dell'amico che, colpito dalla folgore punitiva di [[Zeus]], era precipitato nel fiume dell'Eridano (secondo Esiodo, infatti, tale fiume scorreva nell'Iperborea). Non è tra l'altro da escludere che lo stesso Esiodo conoscesse già una parentela tra Fetonte e Cicno (tramite un possibile collegamento tra i figli di [[Iris (divinità)|Iride]] e [[Aurora (divinità)|Aurora]]<ref>Cfr. B. Rossignoli, 2004, p. 145.</ref>) Secondo lo studioso moderno G. Capovilla fu invece [[Eschilo]] colui che per primo introdusse la figura di Cicno nel mito di Fetonte.<ref>Vd. Capovilla, G. 1955: ''Le 'Heliades' di Eschilo'' in ''Rendiconti. Istituto Lombardo di scienze e lettere.'' Bd. 88, serie III, 19, S. 415–482.</ref>


Cicno viene descritto come un giovane in possesso di una voce melodiosa; egli amava cantare e anche comporre musica; a tal proposito riferisce [[Pausania il Periegeta|Pausania]]:
Cicno viene descritto come un giovane in possesso di una voce melodiosa: egli amava cantare e anche comporre musica; a tal proposito riferisce [[Pausania il Periegeta|Pausania]]:


{{Citazione|Il cigno è un uccello dalla fama di musico; si dice infatti che un musico di nome Cicno sia stato re dei Liguri abitanti al di là dell'Eridano oltre il territorio dei [[Celti]] e che, dopo la sua morte, sia stato trasformato in quell'uccello per volontà di Apollo.<ref>Cfr. passo di Pausania in ''L'Uomo e il fiume: le aste fluviali e l'uomo nei paesi del Mediterraneo e del Mar Nero'' (a cura di), 1989, pp. 28-36.</ref>|}}
{{Citazione|Il cigno è un uccello dalla fama di musico; si dice infatti che un musico di nome Cicno sia stato re dei Liguri abitanti al di là dell'Eridano oltre il territorio dei [[Celti]] e che, dopo la sua morte, sia stato trasformato in quell'uccello per volontà di Apollo.<ref>Cfr. passo di Pausania in ''L'Uomo e il fiume: le aste fluviali e l'uomo nei paesi del Mediterraneo e del Mar Nero'' (a cura di), 1989, pp. 28-36.</ref>|}}

Versione delle 12:42, 18 mar 2018

Cicno, secondo una versione facente parte del mito di Fetonte apollineo, era figlio di Stenelo e parente del figlio di Apollo, come asserisce per primo Fanocle.[1]

Esiodo è però il primo a collegare la figura di Cicno a quella di Fetonte, ed egli lo fa risiedere nel paese degli Iperborei,[2] poiché qui Cicno venne a piangere la morte dell'amico che, colpito dalla folgore punitiva di Zeus, era precipitato nel fiume dell'Eridano (secondo Esiodo, infatti, tale fiume scorreva nell'Iperborea). Non è tra l'altro da escludere che lo stesso Esiodo conoscesse già una parentela tra Fetonte e Cicno (tramite un possibile collegamento tra i figli di Iride e Aurora[3]) Secondo lo studioso moderno G. Capovilla fu invece Eschilo colui che per primo introdusse la figura di Cicno nel mito di Fetonte.[4]

Cicno viene descritto come un giovane in possesso di una voce melodiosa: egli amava cantare e anche comporre musica; a tal proposito riferisce Pausania:

«Il cigno è un uccello dalla fama di musico; si dice infatti che un musico di nome Cicno sia stato re dei Liguri abitanti al di là dell'Eridano oltre il territorio dei Celti e che, dopo la sua morte, sia stato trasformato in quell'uccello per volontà di Apollo.[5]»

Virgilio, nella sua Eneide (libro X), afferma che il successore di Cicno nel regno dei Liguri fu Cupavone.

Aggiunge Servio che il cigno, una volta morto, venne collocato da Apollo tra le stelle (costellazione del Cigno).

Note

  1. ^ Ερωτες ἤ Καλοί fr. 6 P. = Lattanzio Placido, ad Ov. met. 2, 367. Cfr. B. Rossignoli, 2004, p. 145.
  2. ^ Cfr. Andrea Debiasi, Esiodo e l'Occidente, 2008, p. 159; Benedetta Rossignoli, L'Adriatico greco: culti e miti minori, 2004, pp. 160-161.
  3. ^ Cfr. B. Rossignoli, 2004, p. 145.
  4. ^ Vd. Capovilla, G. 1955: Le 'Heliades' di Eschilo in Rendiconti. Istituto Lombardo di scienze e lettere. Bd. 88, serie III, 19, S. 415–482.
  5. ^ Cfr. passo di Pausania in L'Uomo e il fiume: le aste fluviali e l'uomo nei paesi del Mediterraneo e del Mar Nero (a cura di), 1989, pp. 28-36.

Bibliografia

  • Gabriella Airaldi, Storia della Liguria, vol. 1, Genova, Marietti, 2010 [1820], ISBN 978-88-211-8033-0.