Luigi VI Enrico di Borbone-Condé: differenze tra le versioni

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=== Il decesso: suicidio od assassinio? ===
=== Il decesso: suicidio od assassinio? ===
Nel [[1829]] il duca di Borbone sottoscrisse un testamento che assegnava alla baronessa di Feuchères un legato di due milioni di franchi oltre ai suoi castelli e relative proprietà di [[Saint-Leu-d'Esserent|Saint-Leu]], [[Taverny]], [[Enghien]], [[Montmorency (Val-d'Oise)|Montmorency]] e [[Mortefontaine (Oise)|Mortefontaine]], più un padiglione del [[Palazzo Borbone]] e infine il castello di [[Écouen]] alla condizione di farne un orfanotrofio per i figli dei soldati delle armate controrivoluzionarie dei Condé e della [[Vandea]]. Lasciava poi il rimanente dei suoi beni (qualcosa come 66 milioni di franchi, oltre al [[castello di Chantilly]]) al suo pronipote e figlioccio [[Enrico d'Orléans (1822-1897)|Enrico d'Orléans]] ([[1822]] – [[1897]]), figlio di [[Luigi Filippo di Francia|Luigi-Filippo d'Orléans]], futuro re di Francia.<ref>Enrico d'Orléans, duca di Aumale, si trovò all'età di otto anni erede della più grande fortuna fondiaria e finanziaria di Francia. Appassionato d'arte, il duca, che svolse la sua carriera con ottimo successo nell'esercito francese, essendo privo di eredi, lasciò all'Istituto di Francia (ente di diritto pubblico) il [[Castello di Chantilly]], da lui perfettamente restaurato, il relativo parco con scuderie, e una raccolta di quasi 900 quadri di autori famosi, a partire dai [[preraffaelliti]] fino ai suoi tempi, oltre a trofei, libri antichi e altri oggetti d'arte.</ref>
Nel [[1829]] il duca di Borbone sottoscrisse un testamento che assegnava alla baronessa di Feuchères un legato di due milioni di franchi oltre ai suoi castelli e relative proprietà di [[Saint-Leu-d'Esserent|Saint-Leu]], [[Taverny]], [[Enghien]], [[Montmorency (Val-d'Oise)|Montmorency]] e [[Mortefontaine (Oise)|Mortefontaine]], più un padiglione del [[Palazzo Borbone]] e infine il castello di [[Écouen]] alla condizione di farne un orfanotrofio per i figli dei soldati delle armate controrivoluzionarie dei Condé e della [[Vandea]]. Lasciava poi il rimanente dei suoi beni (qualcosa come 66 milioni di franchi, oltre al [[castello di Chantilly]]) al suo pronipote e figlioccio [[Enrico d'Orléans (1822)|Enrico d'Orléans]] ([[1822]] – [[1897]]), figlio di [[Luigi Filippo di Francia|Luigi-Filippo d'Orléans]], futuro re di Francia.<ref>Enrico d'Orléans, duca di Aumale, si trovò all'età di otto anni erede della più grande fortuna fondiaria e finanziaria di Francia. Appassionato d'arte, il duca, che svolse la sua carriera con ottimo successo nell'esercito francese, essendo privo di eredi, lasciò all'Istituto di Francia (ente di diritto pubblico) il [[Castello di Chantilly]], da lui perfettamente restaurato, il relativo parco con scuderie, e una raccolta di quasi 900 quadri di autori famosi, a partire dai [[preraffaelliti]] fino ai suoi tempi, oltre a trofei, libri antichi e altri oggetti d'arte.</ref>


La mattina del 27 agosto [[1830]], poco dopo gli eventi della "[[Monarchia di Luglio]]", l'allora principe di Condé (o, come veniva allora ancor più frequentemente chiamato, duca di Borbone) fu trovato strangolato da un cappio al collo, l'estremità della cui corda era attaccata alla «spagnoletta» di una finestra<ref>Per "spagnoletta" (o ''spagnolette'' in lingua francese) si intende un tipo di chiusura da finestra costituito da un'asta verticale dotata di due ganci all'estremità: ruotata l'asta per mezzo di una maniglia centrale, i due ganci si impegnano in altrettanti occhielli posti uno in alto, sotto l'architrave della finestra, e l'altro in basso, all'altezza del davanzale.</ref> della sua camera da letto nel [[castello di Saint-Leu]], che aveva acquistato nel [[1816]]. Stranamente, i piedi del duca toccavano terra. Nulla nella vita del principe, che la sera precedente si era ritirato normalmente, lasciava presagire una qualche intenzione suicida. Subito i ''legittimisti'' fecero circolare la voce che fosse stato assassinato su mandato di Luigi Filippo I e della moglie [[Maria Amalia di Borbone-Napoli|Maria Amalia di Borbone]] (1782&nbsp;– 1866), i quali avrebbero così affrettato l'acquisizione dell'eredità del povero duca da parte del loro ultimo figlio.
La mattina del 27 agosto [[1830]], poco dopo gli eventi della "[[Monarchia di Luglio]]", l'allora principe di Condé (o, come veniva allora ancor più frequentemente chiamato, duca di Borbone) fu trovato strangolato da un cappio al collo, l'estremità della cui corda era attaccata alla «spagnoletta» di una finestra<ref>Per "spagnoletta" (o ''spagnolette'' in lingua francese) si intende un tipo di chiusura da finestra costituito da un'asta verticale dotata di due ganci all'estremità: ruotata l'asta per mezzo di una maniglia centrale, i due ganci si impegnano in altrettanti occhielli posti uno in alto, sotto l'architrave della finestra, e l'altro in basso, all'altezza del davanzale.</ref> della sua camera da letto nel [[castello di Saint-Leu]], che aveva acquistato nel [[1816]]. Stranamente, i piedi del duca toccavano terra. Nulla nella vita del principe, che la sera precedente si era ritirato normalmente, lasciava presagire una qualche intenzione suicida. Subito i ''legittimisti'' fecero circolare la voce che fosse stato assassinato su mandato di Luigi Filippo I e della moglie [[Maria Amalia di Borbone-Napoli|Maria Amalia di Borbone]] (1782&nbsp;– 1866), i quali avrebbero così affrettato l'acquisizione dell'eredità del povero duca da parte del loro ultimo figlio.

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Luigi Enrico di Borbone-Condé
Principe di Condé
Stemma
Stemma
In carica13 maggio 1818 – 30 agosto 1830
PredecessoreLuigi Giuseppe
SuccessoreTitolo estinto
Nome completoLouis Henri Joseph de Bourbon
NascitaHôtel de Condé, Parigi, Francia, 13 aprile 1756
MorteCastello di Saint-Leu, Francia, 30 agosto 1830
Luogo di sepolturaAbbazia di Saint-Denis
PadreLuigi Giuseppe, Principe di Condé
MadreCarlotta di Rohan
ConsorteBatilde d'Orléans
FigliLuigi Antonio, Duca di Enghien
Firma

Luigi Enrico di Borbone, Principe di Condé (Louis Henri Joseph; Parigi, 13 aprile 1756Castello di Saint-Leu, 27 agosto 1830), fu il nono duca di Enghien (1756-1772), quindi duca di Borbone (1772-1818) ed infine, alla morte del padre (1818), nono principe di Condé. Principe di sangue reale, fu pari di Francia.

Era il figlio unico dell'ottavo principe di Condé Luigi Giuseppe (17361818) e di Carlotta di Rohan-Soubise (17371760), figlia di Carlo, principe di Soubise e duca di Rohan-Rohan (17151787).

Biografia

La gioventù ed il matrimonio

Sposò nel 1770 Batilde di Borbone-Orléans (1750-1822), figlia di Luigi Filippo d'Orléans (1725-1785), duca d'Orléans e di Luisa Enrichetta de Borbone-Conti (1726-1759), e nipote del reggente Filippo II d'Orléans (1674-1723).

All'età di soli quindici anni fu ritenuto troppo giovane al momento per poter consumare il matrimonio e la sua sposa rientrò nel convento da dove era venuta, appena terminata la cerimonia, ma egli la rapì e il matrimonio fu consumato. Essi ebbero un solo figlio, Luigi-Antonio Enrico duca d'Enghien (17721804), ultimo duca di Enghien.[1]

Nel 1778, nel corso di un ballo mascherato, ci fu un alterco fra la duchessa di Borbone, moglie di Luigi VI Enrico Giuseppe e il conte d'Artois, fratello del re Luigi XVI, e l'indomani i due cugini si batterono in duello al Bois de Boulogne. Divenne governatore della Franca Contea.

Nel 1789 emigrò con il padre Luigi-Giuseppe e il figlio Luigi-Antonio Enrico. Combatté dapprima nell'armata degli emigrati comandata dal padre poi, nel 1792, si trasferì nei Paesi Bassi per organizzare una propria armata. Nel 1795 preparò la spedizione, poi fallita, del conte d'Artois in Vandea. Nel 1801 si trasferì con il padre a Londra. Nel 1814 rientrò in Francia e durante i Cento Giorni cercò di organizzare la resistenza contro Bonaparte nell'Angiò, prima di fuggire in Spagna. Nella seconda restaurazione, alla morte del padre, fu nominato gran maestro di Francia (1818).

La turbolenta vita sentimentale

Nel 1780 si separò dalla moglie, colpevole d'averlo canzonato in uno spettacolo teatrale che lei stessa aveva messo in scena. Successivamente ebbe due figlie naturali da una cantante d'opera, Margherita Caterina Michelot:

  • Adelaide Carlotta Luisa (1780 – 1874), che sposò nel 1803 in prime nozze a Londra Patrizio Gabriele di Montessus, conte di Rully. Dopo la morte di quest'ultimo, avvenuta nel 1831, sposò in seconde nozze Guy de Chaumont, conte di Quitry e già ciambellano dell'imperatore Napoleone I;
  • Luisa Carlotta Aglaé (1782 – 1831).

Durante il forzato soggiorno in Inghilterra, ove fece vita molto lussuosa, conobbe in una “casa chiusa” in Picadilly una semplice domestica di nome Sophie Dawes che divenne la sua amante e cui fece impartire un'istruzione accurata. Al suo rientro in Francia, all'avvento della Restaurazione, lei lo seguì. Dopo aver deciso di separarsi da lei, la fece andar sposa al barone di Feuchères.

Il decesso: suicidio od assassinio?

Nel 1829 il duca di Borbone sottoscrisse un testamento che assegnava alla baronessa di Feuchères un legato di due milioni di franchi oltre ai suoi castelli e relative proprietà di Saint-Leu, Taverny, Enghien, Montmorency e Mortefontaine, più un padiglione del Palazzo Borbone e infine il castello di Écouen alla condizione di farne un orfanotrofio per i figli dei soldati delle armate controrivoluzionarie dei Condé e della Vandea. Lasciava poi il rimanente dei suoi beni (qualcosa come 66 milioni di franchi, oltre al castello di Chantilly) al suo pronipote e figlioccio Enrico d'Orléans (18221897), figlio di Luigi-Filippo d'Orléans, futuro re di Francia.[2]

La mattina del 27 agosto 1830, poco dopo gli eventi della "Monarchia di Luglio", l'allora principe di Condé (o, come veniva allora ancor più frequentemente chiamato, duca di Borbone) fu trovato strangolato da un cappio al collo, l'estremità della cui corda era attaccata alla «spagnoletta» di una finestra[3] della sua camera da letto nel castello di Saint-Leu, che aveva acquistato nel 1816. Stranamente, i piedi del duca toccavano terra. Nulla nella vita del principe, che la sera precedente si era ritirato normalmente, lasciava presagire una qualche intenzione suicida. Subito i legittimisti fecero circolare la voce che fosse stato assassinato su mandato di Luigi Filippo I e della moglie Maria Amalia di Borbone (1782 – 1866), i quali avrebbero così affrettato l'acquisizione dell'eredità del povero duca da parte del loro ultimo figlio.

Il confessore del duca, l'abate Pellier de Lacroix, dichiarò pubblicamente che l'ultimo principe di Condé era innocente della sua morte, il che era come dire che si trattava di un delitto. La tesi dell'assassinio si basava, peraltro senza prove concrete, sulla presunta intenzione del duca di modificare il proprio testamento a favore di Enrico d'Artois, duca di Bordeaux, al posto del duca d'Aumale, causata dall'impressione molto negativa che gli aveva procurato la vicenda dei tre giorni gloriosi.[4] Avuta notizia di questo intendimento del duca di Borbone, i genitori del duca d'Aumale avrebbero incaricato la baronessa di Feuchères e suo fratello di assassinarlo, inscenando poi un suicidio. I seguaci degli Orléans si affrettarono a cercar di dimostrare che il defunto si era riconciliato con gli Orléans dopo il fatto dei tre giorni gloriosi, aveva fatto indossare ai suoi servitori la coccarda tricolore, aveva donato 10.000 franchi a favore dei feriti nella vicenda di quei tre giorni ed aveva riconosciuto implicitamente la regalità di Luigi-Filippo, quando si era scusato con il medesimo di non poter partecipare alla cerimonia di intronamento.[5]

Oggi si ritiene che la causa più probabile dell'evento sia stato di un tentativo di quasi-strangolamento effettuato come pratica erotica: in questo sarebbe stato aiutato (forse un po' troppo, considerato che anche lei avrebbe ricevuto un sostanzioso legato dopo il decesso del duca) dall'amante, baronessa di Feuchères, la quale, visto che il tentativo era andato ben oltre lo scopo, avrebbe organizzato, con l'aiuto del fratello, la messa in scena del suicidio[6]. Ma se la baronessa fu pubblicamente sospettata, non fu invece mai inquisita, non essendo stato possibile nell'inchiesta stabilire che si era trattato effettivamente di un delitto.[7]

Ascendenza

Luigi-Enrico-Giuseppe di Borbone-Condé Padre:
Luigi-Giuseppe di Borbone-Condé
Nonno paterno:
Luigi-Enrico di Borbone-Condé
Bisnonno paterno:
Luigi III di Borbone-Condé
Trisnonno paterno:
Enrico III Giulio di Borbone-Condé
Trisnonna paterna:
Anna Enrichetta del Palatinato
Bisnonna paterna:
Luisa Francesca di Borbone-Francia
Trisnonno paterno:
Luigi XIV di Francia
Trisnonna paterna:
Madame de Montespan
Nonna paterna:
Carolina d'Assia-Rotenburg
Bisnonno paterno:
Ernesto Leopoldo d'Assia-Rotenburg
Trisnonno paterno:
Guglielmo d'Assia-Rotenburg
Trisnonna paterna:
Eleonora Maria di Löwenstein-Wertheim-Rochefort
Bisnonna paterna:
Maria Anna di Löwenstein-Wertheim-Rochefort
Trisnonno paterno:
Maximilian Karl zu Löwenstein-Wertheim-Rochefort
Trisnonna paterna:
Polissena Maria Khuen von Lichtenberg und Belasi
Madre:
Carlotta di Rohan-Soubise
Nonno materno:
Carlo di Rohan-Soubise
Bisnonno materno:
Jules de Rohan-Soubise
Trisnonno materno:
Hercule Mériadec de Rohan
Trisnonna materna:
Anne Geneviève de Lévis
Bisnonna materna:
Anne Julie de Melun
Trisnonno materno:
Luigi I di Melun, principe d'Epinoy
Trisnonna materna:
Elisabetta Teresa di Lorena
Nonna materna:
Anne Marie Louise de La Tour d'Auvergne
Bisnonno materno:
Emanuele Teodosio de La Tour d'Auvergne
Trisnonno materno:
Goffredo Maurizio de La Tour d'Auvergne
Trisnonna materna:
Maria Anna Mancini
Bisnonna materna:
Anna Maria Cristina de Simiane de Moncha de Gordes
Trisnonno materno:
Francesco Luigi de Simiane di Moncha
Trisnonna materna:
Anna Teresa de Simiane de Gordes

Note

  1. ^ Luigi-Antonio, attivo combattente delle armate degli emigrée organizzate dal nonno Luigi Giuseppe contro la Rivoluzione Francese, fu prelevato nel marzo 1804 da un battaglione della Guardia imperiale di Napoleone Bonaparte ad Ettenheim, nel regno del Baden ove si era stabilito, trasferito nel castello di Vincennes, processato prima per cospirazione contro Bonaparte, poi, non essendo sufficientemente provato questo reato, per alto tradimento (francese, l'aver combattuto contro la Francia). Condannato a morte, fu fucilato il 21 marzo in un fossato della fortezza. Il suo rapimento e la sua esecuzione, passata alla storia come "l'assassinio del duca d'Enghien", destarono un'ondata di indignazione in tutta Europa.
  2. ^ Enrico d'Orléans, duca di Aumale, si trovò all'età di otto anni erede della più grande fortuna fondiaria e finanziaria di Francia. Appassionato d'arte, il duca, che svolse la sua carriera con ottimo successo nell'esercito francese, essendo privo di eredi, lasciò all'Istituto di Francia (ente di diritto pubblico) il Castello di Chantilly, da lui perfettamente restaurato, il relativo parco con scuderie, e una raccolta di quasi 900 quadri di autori famosi, a partire dai preraffaelliti fino ai suoi tempi, oltre a trofei, libri antichi e altri oggetti d'arte.
  3. ^ Per "spagnoletta" (o spagnolette in lingua francese) si intende un tipo di chiusura da finestra costituito da un'asta verticale dotata di due ganci all'estremità: ruotata l'asta per mezzo di una maniglia centrale, i due ganci si impegnano in altrettanti occhielli posti uno in alto, sotto l'architrave della finestra, e l'altro in basso, all'altezza del davanzale.
  4. ^ Si trattò di un'insurrezione sviluppatasi nei tre giorni dal 27 al 29 luglio 1830, detti les trois glorieuses, che costituirono la cosiddetta Rivoluzione di Luglio, con la quale la Seconda Restaurazione fu seguita dalla "Monarchia di Luglio". Dopo un lungo periodo di agitazione ministeriale e successivamente parlamentare, il re Carlo X tentò un'azione di forza costituzionale con le sue ordinanze di Saint-Cloud del 25 luglio 1830. In reazione a questo comportamento un movimento popolare si trasformò rapidamente in insurrezione repubblicana: il popolo parigino si ribellò, furono erette barricate nelle vie cittadine e gli insorti furono affrontati dalle truppe del generale e maresciallo dell'Impero Auguste Marmont. Nel corso dei combattimenti morirono circa ottocento persone del popolo e circa duecento soldati. Carlo X fuggì con la famiglia da Parigi ed i deputati liberali, a maggioranza monarchica, decisero di mantenere la monarchia a patto di un cambio di dinastia. La casa d'Orléans, ramo cadetto della linea diretta dei Borboni, successe così a quest'ultima nella persona di Luigi Filippo I che fu proclamato non più re di Francia ma re dei francesi.
  5. ^ Questi fatti sono certi ma sulla sua reale intenzione di riconoscere il diritto di Luigi Filippo al trono ci sono forti dubbi. Pare che il principe fosse inquieto ed alcuni membri del suo entourage lo avessero consigliato di lasciare il paese per precauzione. La regina Maria-Amalia si sarebbe recata personalmente da lui il 20 agosto per tranquillizzarlo.
  6. ^ Circolò allora la battuta: «Madame de Fouchéres, questa irlandesina che ha tutta l'aria di una spagnoletta» (così Guy Antonietti, Louis-Philippe, Paris, Librairie Arthème Fayard, 2002, p. 630).
  7. ^ Fra il 1831 ed il 1832 l'erede legittimo del principe di Condé, Luigi Enrico Giuseppe, principe di Rohan, suo cugino per parte di madre, tentò invano di far perseguire legalmente la baronessa de Feuchères per omicidio e quindi ottenere l'annullamento del testamento

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Principe di Condé Successore
Luigi Giuseppe 18181830 estinzione della dinastia
Predecessore Gran maestro di Francia Successore
Luigi Giuseppe 1818 - 1830 estinzione della carica
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