Spirito Maria Chiappetta: differenze tra le versioni
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Versione delle 16:43, 8 ago 2014
Spirito Maria Chiappetta (Milano, 22 maggio 1868 – Triuggio, 1º luglio 1948) è stato un ingegnere, architetto e sacerdote italiano. Figura di un certo rilievo nel mondo dell'architettura soprattutto sacra, è stato architetto della Santa Sede durante il pontificato di papa Pio XI e attivo in molte città d'Italia.
Biografia
Nato nel 1868 da una famiglia profondamente religiosa, si laurea all'Università di Padova nel 1894 e, ormai all'età avanzata di 56 anni, grazie alla profonda amicizia che lo lega a papa Pio XI[1], viene ordinato sacerdote con un permesso speciale dello stesso papa.
Nel 1924 viene chiamato a presiedere la Pontificia commissione centrale per l'arte sacra in Italia in veste di architetto della Santa Sede e, dopo la morte di Pio XI nel 1939, rimane a Roma per qualche anno per poi trasferirsi in Brianza presso la Villa Sacro Cuore dei Gesuiti di Triuggio, da lui ampliata e restaurata, dove si spegnerà nell'estate del 1948.
Firmandosi "sac. Spirito Maria Chiapetta"[2] progetta molti edifici sacri, principalmente chiese, campanili, altari, monumenti funebri e cappelle, con un gusto volto allo stile gotico nordico tuttavia espresso in ritardo rispetto alla vera e propria "moda" neo-medievale che, insieme allo stile eclettico, aveva goduto di particolare successo nel periodo a cavallo fra Ottocento e Novecento.
Opere principali
Nella vasta produzione architettonica del Chiappetta vale la pena di segnalare, fra le altre, le seguenti opere:[3]
Milano
- L'Istituto Vittoria Colonna di via Conservatorio, progettato nel 1895
- Il Santuario di San Camillo de Lellis sull'angolo fra via Boscovich e vie Lepetit
- La chiesa di San Giuseppe di viale Certosa, poi demolita nel 1970
- La chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio in via Ricotti
- Il Monastero San Benedetto delle Monache Benedettine dell'Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento di via Felice Bellotti
- La chiesa delle Marcelline presso l'Ospedale Gaetano Pini
- Il Palazzo Sagramoso di via San Vittore angolo via Bernardino Zenale, distrutto durante la guerra
- L'edificio per la Società Editrice Libraria di via Ausonio angolo via Cesare da Sesto
- La casa del Conte Parravicini di via Ausonio angolo via Vittoria, ora viale Papiniano
- La facciata della chiesa di Santa Maria del Suffragio in via Bonvesin della Riva
- L'ampliamento della chiesa di Santa Maria al Paradiso di corso di Porta Vigentina
- L'altare della chiesa di Sant'Eufemia di piazza Sant'Eufemia
- Il campanile della Chiesa di Santa Maria del Rosario a lato di via Solari
- Alcune edicole funerarie al Cimitero Monumentale di Milano
Provincia
- Il Santuario del Santo Crocifisso a Desio
- La Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Monza
- L'altare della Chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano a Carnate
- La basilica della Santissima Immacolata a Merate, oggi abbandonata e in parte diroccata[4]
Note
- ^ Il fraterno legame che lo univa al papa era nato fra il 1907 e il 1914, quando Achille Ratti ricopriva la carica di prefetto della Biblioteca Ambrosiana.
- ^ L'ingegnere si firmava con una sola "p" nel cognome.
- ^ Rocca Brivio: ricerca storica, rilievo, manutenzione, su aczivido.net. URL consultato l'8 agosto 2014.
- ^ Riccardo Rosa, Merate, abbandonata la basilica che doveva somigliare a Lourdes, su Corriere della Sera, http://milano.corriere.it/, 14 novembre 2013. URL consultato l'8 agosto 2014.
Bibliografia
- Maria Antonietta Crippa, Un esempio lombardo del neo-gotico transalpino: note sull'opera di S.M. Chiappetta, in "Arte Cristiana", f. 698, LXXI (1983), Milano, p. 279.