Phorusrhacidae: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
fix link
articolo determinato "il" riferito ad un'altra parte di frase poi modificata in quella attuale.
Riga 33: Riga 33:
}}
}}


I '''forusracidi''' ('''Phorusrhacidae'''), noti volgarmente come "''Uccelli del terrore''" ([[lingua inglese|ing.]] "''terror birds''") per la loro efficienza nella caccia, sono una [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] estinta di grandi [[uccelli]] [[Carnivoro|carnivori]] non volatori, diventati i [[Predazione|predatori]] dominanti in [[America meridionale]] nel corso del [[Cenozoico]], tra 62 e 2 milioni di anni fa assieme ai [[mammiferi]] [[marsupiali]] ed ai [[coccodrilli]], dopo l'estinzione dei [[dinosauri]]. Dopo il l'emersione dell'[[istmo di Panama]], alcuni di questi uccelli migrarono nel nuovo continente, riuscendo ad installarvisi per qualche tempo. Furono gli unici predatori dell'America meridionale (assieme ad alcuni coccodrilli anfibi) a migrare verso nord (soprattutto nei generi più grandi), mentre tutti i principali gruppi di predatori nord americani (in particolare [[Ursidae|ursidi]], [[Felidae|felidi]] e [[Canidae|canidi]]) migrarono verso sud sostituendosi alle faune precedenti.
I '''forusracidi''' ('''Phorusrhacidae'''), noti volgarmente come "''Uccelli del terrore''" ([[lingua inglese|ing.]] "''terror birds''") per la loro efficienza nella caccia, sono una [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] estinta di grandi [[uccelli]] [[Carnivoro|carnivori]] non volatori, diventati i [[Predazione|predatori]] dominanti in [[America meridionale]] nel corso del [[Cenozoico]], tra 62 e 2 milioni di anni fa assieme ai [[mammiferi]] [[marsupiali]] ed ai [[coccodrilli]], dopo l'estinzione dei [[dinosauri]]. Dopo l'emersione dell'[[istmo di Panama]], alcuni di questi uccelli migrarono nel nuovo continente, riuscendo ad installarvisi per qualche tempo. Furono gli unici predatori dell'America meridionale (assieme ad alcuni coccodrilli anfibi) a migrare verso nord (soprattutto nei generi più grandi), mentre tutti i principali gruppi di predatori nord americani (in particolare [[Ursidae|ursidi]], [[Felidae|felidi]] e [[Canidae|canidi]]) migrarono verso sud sostituendosi alle faune precedenti.


Ancora piuttosto oscure sono le cause dell'estinzione di questi animali. Con ogni probabilità, l'estinzione si verificò prima della fine del Pleistocene, o comunque prima che le megafaune americane andassero verso l'estinzione per la comparsa dell'uomo; sicuramente però la competizione con le faune nord americane ridusse la loro biodiversità, anche se in maniera meno rapida e spettacolare rispetto a quanto accaduto ai coccodrilli terricoli (del resto già limitati dalle glaciazioni) e dei predatori marsupiali
Ancora piuttosto oscure sono le cause dell'estinzione di questi animali. Con ogni probabilità, l'estinzione si verificò prima della fine del Pleistocene, o comunque prima che le megafaune americane andassero verso l'estinzione per la comparsa dell'uomo; sicuramente però la competizione con le faune nord americane ridusse la loro biodiversità, anche se in maniera meno rapida e spettacolare rispetto a quanto accaduto ai coccodrilli terricoli (del resto già limitati dalle glaciazioni) e dei predatori marsupiali

Versione delle 15:34, 20 ott 2013

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Phorusrhacidae

Cranio di Psilopterus australis
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Aves
Superordine Charadriimorphae
Ordine Cariamiformes
Infraordine Cariamides
Superfamiglia Cariamoidea
Famiglia Phorusrhacidae
Ameghino, 1889
Nomi comuni

Uccelli del terrore

Sottofamiglie

Brontornithinae
Phorusrhacinae
Patagornithinae
Psilopterinae
Mesembriornithinae

I forusracidi (Phorusrhacidae), noti volgarmente come "Uccelli del terrore" (ing. "terror birds") per la loro efficienza nella caccia, sono una famiglia estinta di grandi uccelli carnivori non volatori, diventati i predatori dominanti in America meridionale nel corso del Cenozoico, tra 62 e 2 milioni di anni fa assieme ai mammiferi marsupiali ed ai coccodrilli, dopo l'estinzione dei dinosauri. Dopo l'emersione dell'istmo di Panama, alcuni di questi uccelli migrarono nel nuovo continente, riuscendo ad installarvisi per qualche tempo. Furono gli unici predatori dell'America meridionale (assieme ad alcuni coccodrilli anfibi) a migrare verso nord (soprattutto nei generi più grandi), mentre tutti i principali gruppi di predatori nord americani (in particolare ursidi, felidi e canidi) migrarono verso sud sostituendosi alle faune precedenti.

Ancora piuttosto oscure sono le cause dell'estinzione di questi animali. Con ogni probabilità, l'estinzione si verificò prima della fine del Pleistocene, o comunque prima che le megafaune americane andassero verso l'estinzione per la comparsa dell'uomo; sicuramente però la competizione con le faune nord americane ridusse la loro biodiversità, anche se in maniera meno rapida e spettacolare rispetto a quanto accaduto ai coccodrilli terricoli (del resto già limitati dalle glaciazioni) e dei predatori marsupiali

Si suppone che i parenti attuali più prossimi dei Phorusrhacidae siano i seriema del Sudamerica.[1]

Distribuzione geografica

Oltre alle forme sudamericane come Phorusrachos e Andalgalornis, è nota anche una specie diffusa in America settentrionale, Titanis welleri, per dimensioni una delle più grosse, presente in Texas e Florida. Questo fa dei forusracidi l'unica specie conosciuta di grande predatore del Sud America che migrò verso nord durante il Grande scambio americano, avvenuto circa 3 milioni di anni fa con la formazione vulcanica dell'istmo di Panama.

Morfologia

L'altezza di questi uccelli variava dal metro ai tre metri. Una specie recentemente scoperta, Kelenken guillermoi risalente al Miocene medio (15 milioni di anni fa), scoperto nel sud della Patagonia nel 2006, rappresenta il più grande cranio di volatile mai scoperto. È stata descritta una lunghezza di 71 cm, con un becco di 46 cm ricurvo come il rostro di un'Aquila. Si pensa che fosse facilmente in grado di cacciare mammiferi di taglia media. Molte delle specie descritte come Phorusrhacidae erano più piccole, tra 0,6 e 0,9 metri di altezza, ma il nuovo fossile appartiene ad un uccello che probabilmente raggiungeva i tre metri di altezza. Anche se non vi è sicurezza, si crede che i più grandi uccelli del terrore fossero estremamente agili e abili corridori, in grado di raggiungere velocità di 48 km/h.[2][3][4]

Un tempo alcuni paleontologi ipotizzarono che le ali di questi terrificanti animali si fossero evolute, almeno in alcune specie, in strutture simili a ganci da macellaio, che potevano essere utilizzati come vere e proprie braccia per afferrare e abbattere le prede. Ma tutte le scoperte successive smentirono questa ipotesi[senza fonte].

Tassonomia

Seguendo la revisione di Alvarenga e Höfling (2003), attualmente si contano 5 sottofamiglie, contenenti 14 generi e 18 specie:[5]

Alvarenga e Höfling non includono nei Phorusrhacoidae gli Sophiornithidae dell'Europa, recentemente considerati come parenti primitivi dei gufi.[6]

Note

  1. ^ Phorusrhacoid, su hoopermuseum.earthsci.carleton.ca. URL consultato il 19 gennaio 2009.
  2. ^ (EN) Stefan Anitei, The Largest Terror Bird - It had the largest bird skull, in softpedia.com, 30 ottobre 2006. URL consultato il 19 gennaio 2009.
  3. ^ (EN) Roger Highfield, Hang on to your dog: meet the vicious 10ft terror bird (XML), in telegraph.co.uk, 27 ottobre 2006. URL consultato il 19 gennaio 2009.
  4. ^ (EN) Christopher Joyce, Huge 'Terror Bird' Fossil Discovered in Patagonia, in npr.org, 27 ottobre 2006. URL consultato il 19 gennaio 2009.
  5. ^ Herculano M.F. Alvarenga, Höfling, Elizabeth, Systematic revision of the Phorusrhacidae (Aves: Ralliformes), in Papéis Avulsos de Zoologia, vol. 43, n. 4, 2003, pp. 55–91. URL consultato il 19 gennaio 2009.
  6. ^ Gerald Mayr, Old World phorusrhacids (Aves, Phorusrhacidae): a new look at Strigogyps ("Aenigmavis") sapea (Peters 1987), in PaleoBios, vol. 25, n. 1, 2005-04-15, pp. 11–16. URL consultato il 4 luglio 2008.

Bibliografia

  • Florentino Ameghino (1889): "Contribuición al conocimiento de los mamíferos fósiles de la República Argentina", Actas Academia Nacional Ciencias de Córdoba 6: 1-1028.

Altri progetti

Collegamenti esterni