Scuola megarica: differenze tra le versioni

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==Storia==
==Storia==
La scuola megarica venne fondata da Euclide di Megara, uno degli allievi di Socrate, verso la fine del [[V secolo a.C.]]<ref>[[Diogene Laerzio]], ''Vite dei filosofi'', II, 47</ref>. I suoi successori a capo della scuola si dice siano stati [[Ichthyas]] (metà del IV secolo a.C.) e [[Stilpone di Megara]] (fine del IV secolo a.C.)<ref name="Diogene">Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', II, 113</ref>. È comunque improbabile che la scuola megarica fosse un'istituzione effettiva e che avesse una posizione filosofica unitaria<ref>Gill & Pellegrin 2006, p. 132</ref>. Si diceva che i filosofi della scuola fossero stati chiamati "megarici", in seguito "eristi" e poi "dialettici"<ref name="Diogene2">Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', II, 106</ref>, tuttavia è probabile che questi nomi designassero gruppi scissionisti distinti dalla scuola megarica<ref>O'Toole & Jennings 2004, p. 406</ref>. Oltre a Ichthyas, i più importanti allievi di Euclide furono [[Eubulide di Mileto]]<ref name="Diogene3">Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', II, 108</ref> e [[Clinomaco di Turi]]<ref name="Diogene4">Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', II, 112</ref>.
La scuola megarica venne fondata da Euclide di Megara, uno degli allievi di Socrate, verso la fine del [[V secolo a.C.]]<ref>[[Diogene Laerzio]], ''Vite dei filosofi'', II, 47</ref>. I suoi successori a capo della scuola si dice siano stati [[Ichthyas]] (metà del IV secolo a.C.) e [[Stilpone di Megara]] (fine del IV secolo a.C.)<ref name="Diogene">Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', II, 113</ref>. È comunque improbabile che la scuola megarica fosse un'istituzione effettiva e che avesse una posizione filosofica unitaria<ref>Gill & Pellegrin 2006, p. 132</ref>. Si diceva che i filosofi della scuola fossero stati chiamati "megarici", in seguito "eristi" e poi "dialettici"<ref name="Diogene2">Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', II, 106</ref>, tuttavia è probabile che questi nomi designassero gruppi scissionisti distinti dalla scuola megarica<ref>O'Toole & Jennings 2004, p. 406</ref>. Oltre a Ichthyas, i più importanti allievi di Euclide furono [[Eubulide di Mileto]]<ref name="Diogene3">Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', II, 108</ref> e [[Clinomaco di Turi]]<ref name="Diogene4">Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', II, 112</ref>. Sembra che sotto Clitomaco fosse stata fondata una Scuola dialettica separata<ref> O'Toole & Jennings 2004, p. 406; sebbene la definizione di "Scuola dialettica" sia stata coniata apparentemente da [[Dionisio di Calcedonia]], come riportato in Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', II, 106</ref>, che si soffermò molto sulla [[logica]] e la [[Dialettica (filosofia)|dialettica]], e si disse che Clitomaco fu «il primo a scrivere di [[Proposizione (logica)|proposizioni]] e [[Predicato (logica matematica)|predicati]]<ref name="Diogene4"/>». Comunque, Euclide stesso insegnò la logica<ref>Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', II, 107</ref> e il suo allievo, [[Eubulide di Mileto]], famoso per l'impiego di celebri paradossi, fu il maestro di molti dialettici successivi. <ref name="Diogene3"/>.


==Visione filosofica==
==Visione filosofica==

Versione delle 20:02, 26 ago 2012

La scuola megarica, che fiorì nel IV secolo a.C., venne fondata da Euclide di Megara, uno degli allievi di Socrate. Gli insegnamenti etici della scuola sono stati ricavati da Socrate, riconoscendo un singolo bene, apparentemente associato alla dottrina eleatica dell'Unità. Alcuni successori di Euclide svilupparono a tal punto la logica da divenire una scuola separata, nota come Scuola dialettica. La loro opera sulla logica modale, le implicazioni logiche e la logica proposizionale ricoprì un ruolo importante nello sviluppo della logica nell'antichità.

Storia

La scuola megarica venne fondata da Euclide di Megara, uno degli allievi di Socrate, verso la fine del V secolo a.C.[1]. I suoi successori a capo della scuola si dice siano stati Ichthyas (metà del IV secolo a.C.) e Stilpone di Megara (fine del IV secolo a.C.)[2]. È comunque improbabile che la scuola megarica fosse un'istituzione effettiva e che avesse una posizione filosofica unitaria[3]. Si diceva che i filosofi della scuola fossero stati chiamati "megarici", in seguito "eristi" e poi "dialettici"[4], tuttavia è probabile che questi nomi designassero gruppi scissionisti distinti dalla scuola megarica[5]. Oltre a Ichthyas, i più importanti allievi di Euclide furono Eubulide di Mileto[6] e Clinomaco di Turi[7]. Sembra che sotto Clitomaco fosse stata fondata una Scuola dialettica separata[8], che si soffermò molto sulla logica e la dialettica, e si disse che Clitomaco fu «il primo a scrivere di proposizioni e predicati[7]». Comunque, Euclide stesso insegnò la logica[9] e il suo allievo, Eubulide di Mileto, famoso per l'impiego di celebri paradossi, fu il maestro di molti dialettici successivi. [6].

Visione filosofica

L'influenza della scuola eleatica fu sul sostenere la separazione indubbia tra il mondo sensibile (percettibile e anche percepito) e il mondo delle idee (immutabile ed eterno). Definendo questa idea, Stilpone da Megara criticò Platone per il suo intento di spiegare il mondo sensibile con il "modello intelligibile" concepito solo dalla ragione, poiché essa viene dallo stesso mondo delle idee.

L'influenza socratica li spinse a cercare la verità, identificata con il bene, facendo sorgere un problema etico-gnoseologico. Identificarono dunque nel Dio benevolente, intelligente e giusto di Socrate - idea che precedette il monoteismo - l'essere unico e immutabile di Parmenide di Elea e lo chiamarono Dio, sapienza o giustizia, acquisendo alla domanda un carattere metafisico proprio della scuola eleatica.

La scuola megarica si basava sull'arte di discutere o erística, come un ramo superiore della dialettica. L'eristica, decadendo, finì con il convertirsi ad una verborrea priva di senso, esercitata su sillogismi come: «Tu hai ciò che non hai perso. Tu non hai perso nulla, per cui tu non hai nulla.»

Il termine dispregiativo di sofista come saccente — seguendo la radice greca σοφιστης (sofisti) cioè σοφια (sofía: 'sabiduría') — li definiva chiaramente per la loro affinità con la paradossia e la sottile eloquenza logica che dominavano virtuose e quasi prepotenti. Si staccarono anche nel calcolo proposizionale, come più tardi avrebbero fatto gli stoici greci.

Diodoro Crono, per esempio, modificò gli argomenti razionalmente impossibili (aporie) di Zenone di Elea (si veda la voce: Paradossi di Zenone) per negare così il movimento delle cose. Una teoria contigua a questa affermava che "si può solo parlare dell'essere attuale" e non di ciò che sta fuori dallo spazio o dal tempo presente. Permettere solo l'affermazione di ciò che realmente succede sopprime l'idea di Aristotele che considerava il possibile un modo del reale.

Stilpone di Megara fu maestro del cipriota Zenone lo stoico, fondatore dello stoicismo; ne è un riflesso la profonda relazione tra le due dottrine.

La scuola eleo-erétrica era analoga alla scuola megarica, con l'eccezione dei suoi interessi nei problemi sull'azione umana (etica e politica).

Note

  1. ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, II, 47
  2. ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, II, 113
  3. ^ Gill & Pellegrin 2006, p. 132
  4. ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, II, 106
  5. ^ O'Toole & Jennings 2004, p. 406
  6. ^ a b Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, II, 108
  7. ^ a b Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, II, 112
  8. ^ O'Toole & Jennings 2004, p. 406; sebbene la definizione di "Scuola dialettica" sia stata coniata apparentemente da Dionisio di Calcedonia, come riportato in Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, II, 106
  9. ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, II, 107

Bibliografia

  • città Mary Louise Gill; Pierre Pellegrin, A Companion to Ancient Philosophy, Blackwell, 2006.
  • O'Toole, Robert R.; Jennings, Raymond E. (2004), "The Megarians and the Stoics", in Gabbay, Dov; Woods, John, Handbook of the History of Logic: Greek, Indian, and Arabic logic, North Holland, ISBN 0-444-50466-4
  • Klaus Döring, Die Megariker. Kommentierte Sammlung der Testimonien Amsterdam, Gruner, 1972 prima collezione dei fgrammenti e delle testimonianze).
  • Gabriele Giannantoni (a cura di), Socratis et Socraticorum reliquiae (raccolta dei frammenti e delle testimonianze i 4 volumi), Napoli Bibliopolis, 1990 (seconda edizione).
  • Robert Muller, Les Mégariques. Fragments et témoignages (Traduction avec commentaire de l'édition de K. Döring), Paris, Vrin 1985.
  • Robert Muller, Introduction à la penséè des Mègariques Paris, Vrin 1988.

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