Battaglia di Montorio: differenze tra le versioni
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La '''battaglia di Montorio''' si tenne l’8 maggio del 1486 in terra toscana e più precisamente nella attuale provincia di Grosseto, nella frazione di [[Montorio (Sorano)|Montorio]] appartenente al comune di [[Sorano]], nell’ambito del più ampio conflitto noto come [[Congiura dei baroni]], che interessò i territori del [[Regno di Napoli]] e dello [[Stato Pontificio]].<br> |
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Della battaglia scrisse per primo [[Camillo Porzio]] nel suo ''La congiura dei baroni del Regno di Napoli contro il Re Ferdinando I''<ref>Porzio, pp. 126-133</ref>, scritto forse a partire dal 1560, e stampato per la prima volta a Roma nel 1565, sulla base di una bibliografia incompleta e scarsa di fonti documentarie coeve all’episodio. A questa narrazione seguiva in tempi pressoché contemporanei o di poco successiva, la ''Storia di Teramo''<ref>''Della Storia di Teramo. Dialoghi sette'', Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagg. 198-199</ref> scritta da [[Muzio Muzii (storico)|Muzio Muzii]] che riprendeva pressoché con identiche parole il medesimo episodio facendo sorgere, erroneamente, nella narrazione storica locale, la convinzione che la battaglia si fosse effettivamente tenuta in quel di [[Montorio al Vomano]], come poi acriticamente ripreso anche da [[Niccola Palma]] nel XIX secolo<ref>Niccola Palma, Storia ecclesiastica e civile della regione più settentrionale del regno di Napoli. Detta dagli antichi Prætutium, ne' bassi tempi Aprutium oggi città di Teramo e Diocesi Aprutina, 5 voll., Teramo, presso U. Angeletti, 1832-1836; II edizione a cura di Vittorio Savorini e altri, 5 voll., Teramo, Tip. Giovanni Fabbri, 1890-1893; III edizione, 5 voll. Teramo, Cassa di Risparmio, 1978 vol. II, pp. 407-409</ref>.<br> |
Della battaglia scrisse per primo [[Camillo Porzio]] nel suo ''La congiura dei baroni del Regno di Napoli contro il Re Ferdinando I''<ref>Porzio, pp. 126-133</ref>, scritto forse a partire dal 1560, e stampato per la prima volta a Roma nel 1565, sulla base di una bibliografia incompleta e scarsa di fonti documentarie coeve all’episodio. A questa narrazione seguiva in tempi pressoché contemporanei o di poco successiva, la ''Storia di Teramo''<ref>''Della Storia di Teramo. Dialoghi sette'', Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagg. 198-199</ref> scritta da [[Muzio Muzii (storico)|Muzio Muzii]] che riprendeva pressoché con identiche parole il medesimo episodio facendo sorgere, erroneamente, nella narrazione storica locale, la convinzione che la battaglia si fosse effettivamente tenuta in quel di [[Montorio al Vomano]], come poi acriticamente ripreso anche da [[Niccola Palma]] nel XIX secolo<ref>Niccola Palma, Storia ecclesiastica e civile della regione più settentrionale del regno di Napoli. Detta dagli antichi Prætutium, ne' bassi tempi Aprutium oggi città di Teramo e Diocesi Aprutina, 5 voll., Teramo, presso U. Angeletti, 1832-1836; II edizione a cura di Vittorio Savorini e altri, 5 voll., Teramo, Tip. Giovanni Fabbri, 1890-1893; III edizione, 5 voll. Teramo, Cassa di Risparmio, 1978 vol. II, pp. 407-409</ref>.<br> |
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In realtà già Scipione Ammirato, nelle sue ''Istorie fiorentine'', sottolineava l’errore in cui era incorso il Porzio, descrivendo un contesto storico da cui nasceva la vicenda del tutto diverso da quello da egli narrato, infatti [[Alfonso II di Napoli|Alfonso d'Aragona]] duca di Calabria e [[Gian Giacomo Trivulzio]], presero alloggiamento nel castello di [[Montorio (Sorano)|Montorio]] presso [[Castell'Ottieri]], dopo che sin dal gennaio dello stesso anno si erano acquartierati nella vicina [[Pitigliano]] possedimento degli Orsini loro alleati, e pochi giorni dopo lo scontro, da recenti scoperte di documenti d’archivio effettuate da storici locali<ref> Angelo Biondi, ''La battaglia di Montorio'', in Le antiche dogane 205, luglio 2016, pp.1-4. Le truppe aragonesi erano ancora alloggiate a Montorio il 19 maggio seguente, v. Francesco Storti, ''Fanteria e cavalleria leggera nel Regno di Napoli'', in Archivio Storico Province napoletane, a.2015, p.30, nota 26.</ref>, la località, che era stata requisita dall'aragonese ''iure belli''<ref>Alberto Piccini, ''Il più importante centro di produzione di maiolica artistica d'Italia nell'arco di sette secoli: dalla fine del XIII agli inizi del XX secolo''.</ref>, venne restituita agli [[Ottieri]] legittimi signori del luogo. Altri documenti d’archivio avevano confermato nel corso del XX secolo in altri studi, l’esatta identificazione della località<ref>v. Giuseppe Paladino, ''Baroni, Congiura dei'', in Enciclopedia Italiana, 1930; [[Ernesto Pontieri]], ''La guerra dei baroni napoletani e di papa Innocenzo VIII contro Ferrante d’Aragona in dispacci della diplomazia fiorentina'', in Archivio Storico per le Provincie Napoletane, LXXXIX, 1972, docc. 97 e 100, pp. 125-126. Altro documento in ''Corrispondenza degli Ambasciatori Fiorentini: Giovanni Lanfredini (maggio 1485 – ottobre 1486)'', pp. 97-100: 1 maggio 1485: …''La excellentia del duca de Calavria et quelli altri condottieri hanno deliberato mettersi fuora dalla campagna in su uno monte detto Montorio presso ad Acqua Pendente et Porcena dove sperano unirsi con li Orsini''…</ref>. <br> |
In realtà già Scipione Ammirato, nelle sue ''Istorie fiorentine'', sottolineava l’errore in cui era incorso il Porzio, descrivendo un contesto storico da cui nasceva la vicenda del tutto diverso da quello da egli narrato, infatti [[Alfonso II di Napoli|Alfonso d'Aragona]] duca di Calabria e [[Gian Giacomo Trivulzio]], presero alloggiamento nel castello di [[Montorio (Sorano)|Montorio]] presso [[Castell'Ottieri]], dopo che sin dal gennaio dello stesso anno si erano acquartierati nella vicina [[Pitigliano]] possedimento degli Orsini loro alleati, e pochi giorni dopo lo scontro, da recenti scoperte di documenti d’archivio effettuate da storici locali<ref> Angelo Biondi, ''La battaglia di Montorio'', in Le antiche dogane 205, luglio 2016, pp.1-4. Le truppe aragonesi erano ancora alloggiate a Montorio il 19 maggio seguente, v. Francesco Storti, ''Fanteria e cavalleria leggera nel Regno di Napoli'', in Archivio Storico Province napoletane, a.2015, p.30, nota 26.</ref>, la località, che era stata requisita dall'aragonese ''iure belli''<ref>Alberto Piccini, ''Il più importante centro di produzione di maiolica artistica d'Italia nell'arco di sette secoli: dalla fine del XIII agli inizi del XX secolo''.</ref>, venne restituita agli [[Ottieri]] legittimi signori del luogo. Altri documenti d’archivio avevano confermato nel corso del XX secolo in altri studi, l’esatta identificazione della località<ref>v. Giuseppe Paladino, ''Baroni, Congiura dei'', in Enciclopedia Italiana, 1930; [[Ernesto Pontieri]], ''La guerra dei baroni napoletani e di papa Innocenzo VIII contro Ferrante d’Aragona in dispacci della diplomazia fiorentina'', in Archivio Storico per le Provincie Napoletane, LXXXIX, 1972, docc. 97 e 100, pp. 125-126. Altro documento in ''Corrispondenza degli Ambasciatori Fiorentini: Giovanni Lanfredini (maggio 1485 – ottobre 1486)'', pp. 97-100: 1 maggio 1485: …''La excellentia del duca de Calavria et quelli altri condottieri hanno deliberato mettersi fuora dalla campagna in su uno monte detto Montorio presso ad Acqua Pendente et Porcena dove sperano unirsi con li Orsini''…</ref>. <br> |
Versione delle 16:10, 5 feb 2021
«… Camillo Porzio il quale scrisse la congiura de Baroni prese notabili errori intorno a questa guerra; perciocché fra gli altri egli intende di Montorio in Abruzzi, il che è cagione che fa fare al Duca di Calavria di molto cammino, e due fatti d’arme e altri accidenti, che non furono in quel modo che egli racconta, il che avverrà sempre a tutti coloro, i quali o diligentemente non distinguono i tempi, ò non avendo scritture publiche si fondano sopra le loro congetture.
(Scipione Ammirato, Istorie fiorentine, Firenze 1641, Parte seconda, tomo III, p.174)»
Battaglia di Montorio parte Congiura dei Baroni | |||
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Porta del castello di Montorio | |||
Data | 7 o 8[1] maggio 1486 | ||
Luogo | Montorio frazione di Sorano | ||
Esito | Vittoria per lo schieramento aragonese | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
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Voci di battaglie presenti su Wikipedia | |||
La battaglia di Montorio si tenne l’8 maggio del 1486 in terra toscana e più precisamente nella attuale provincia di Grosseto, nella frazione di Montorio appartenente al comune di Sorano, nell’ambito del più ampio conflitto noto come Congiura dei baroni, che interessò i territori del Regno di Napoli e dello Stato Pontificio.
Della battaglia scrisse per primo Camillo Porzio nel suo La congiura dei baroni del Regno di Napoli contro il Re Ferdinando I[2], scritto forse a partire dal 1560, e stampato per la prima volta a Roma nel 1565, sulla base di una bibliografia incompleta e scarsa di fonti documentarie coeve all’episodio. A questa narrazione seguiva in tempi pressoché contemporanei o di poco successiva, la Storia di Teramo[3] scritta da Muzio Muzii che riprendeva pressoché con identiche parole il medesimo episodio facendo sorgere, erroneamente, nella narrazione storica locale, la convinzione che la battaglia si fosse effettivamente tenuta in quel di Montorio al Vomano, come poi acriticamente ripreso anche da Niccola Palma nel XIX secolo[4].
In realtà già Scipione Ammirato, nelle sue Istorie fiorentine, sottolineava l’errore in cui era incorso il Porzio, descrivendo un contesto storico da cui nasceva la vicenda del tutto diverso da quello da egli narrato, infatti Alfonso d'Aragona duca di Calabria e Gian Giacomo Trivulzio, presero alloggiamento nel castello di Montorio presso Castell'Ottieri, dopo che sin dal gennaio dello stesso anno si erano acquartierati nella vicina Pitigliano possedimento degli Orsini loro alleati, e pochi giorni dopo lo scontro, da recenti scoperte di documenti d’archivio effettuate da storici locali[5], la località, che era stata requisita dall'aragonese iure belli[6], venne restituita agli Ottieri legittimi signori del luogo. Altri documenti d’archivio avevano confermato nel corso del XX secolo in altri studi, l’esatta identificazione della località[7].
La battaglia, che si ritiene uno degli eventi culminanti della Congiura, con lo scontro delle truppe Napoletane[8] contro quelle Pontificie[9] al comando di Roberto Sanseverino, fu cruenta e con vittime da entrambe le parti, anche se i contorni del suo svolgimento restano piuttosto oscuri, ma vide la vittoria dei Napoletani, con i quali si era alleato anche Niccolò Orsini, sui Pontifici, inducendo Innocenzo VIII, che aveva preso sotto la sua protezione i baroni napoletani filo- Angioini, a preparare le trattative per la pace che si concluse l’11 agosto 1486.
Note
- ^ Una lettera del 3 maggio farebbe pensare ad una data antecedente, v. de' Rosmini, p. 142
- ^ Porzio, pp. 126-133
- ^ Della Storia di Teramo. Dialoghi sette, Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagg. 198-199
- ^ Niccola Palma, Storia ecclesiastica e civile della regione più settentrionale del regno di Napoli. Detta dagli antichi Prætutium, ne' bassi tempi Aprutium oggi città di Teramo e Diocesi Aprutina, 5 voll., Teramo, presso U. Angeletti, 1832-1836; II edizione a cura di Vittorio Savorini e altri, 5 voll., Teramo, Tip. Giovanni Fabbri, 1890-1893; III edizione, 5 voll. Teramo, Cassa di Risparmio, 1978 vol. II, pp. 407-409
- ^ Angelo Biondi, La battaglia di Montorio, in Le antiche dogane 205, luglio 2016, pp.1-4. Le truppe aragonesi erano ancora alloggiate a Montorio il 19 maggio seguente, v. Francesco Storti, Fanteria e cavalleria leggera nel Regno di Napoli, in Archivio Storico Province napoletane, a.2015, p.30, nota 26.
- ^ Alberto Piccini, Il più importante centro di produzione di maiolica artistica d'Italia nell'arco di sette secoli: dalla fine del XIII agli inizi del XX secolo.
- ^ v. Giuseppe Paladino, Baroni, Congiura dei, in Enciclopedia Italiana, 1930; Ernesto Pontieri, La guerra dei baroni napoletani e di papa Innocenzo VIII contro Ferrante d’Aragona in dispacci della diplomazia fiorentina, in Archivio Storico per le Provincie Napoletane, LXXXIX, 1972, docc. 97 e 100, pp. 125-126. Altro documento in Corrispondenza degli Ambasciatori Fiorentini: Giovanni Lanfredini (maggio 1485 – ottobre 1486), pp. 97-100: 1 maggio 1485: …La excellentia del duca de Calavria et quelli altri condottieri hanno deliberato mettersi fuora dalla campagna in su uno monte detto Montorio presso ad Acqua Pendente et Porcena dove sperano unirsi con li Orsini…
- ^ L'esercito era una lega di truppe messe in campo da Napoli, Milano e Firenze al comando di Gentile Virginio Orsini.
- ^ Alle truppe pontificie si erano alleate anche forze inviate da Venezia
Bibliografia
- Camillo Porzio, La congiura de' baroni del Regno di Napoli contra il re Ferdinando I, Napoli, 1859, per i tipi del Cav. Gaetano Nobile
- Carlo de' Rosmini, Istoria intorno alle militari imprese e alla vita di Gian-Jacopo Trivulzio, Volume 2
- Regesti dei documenti da Napoli conservati nell’Archivio di Stato di Mantova in Giovanni Lanfredini (autore), Elisabetta Scarton (a cura di), Corrispondenza degli ambasciatori fiorentini a Napoli, Volume 2, Carlone, 2002
- Ernesto Pontieri, La "guerra dei baroni "napoletani e di papa Innocenzo VIII contro Ferrante d'Aragona in dispacci della diplomazia fiorentina, p. 117 in Archivio Storico per le province napoletane, Napoli, Società napoletana di storia patria, n. LXXXIX, a. X terza serie, 1972