Angelo Giuseppe Zancanaro: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 48: Riga 48:
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza=Valor militare
|collegamento_onorificenza=Valor militare
|motivazione= Zancanaro Angelo Giuseppe, nato il 21 Maggio 1894 in Arsiè (Belluno). – Tenente colonnello degli alpini, sette volte decorato al valor militare, all’atto dell’armistizio, benché anziano, non esitava a partecipare alla lotta di liberazione apportando alla causa partigiana oltre all’impulso prezioso di un’intensa passione quello delle sue esperienze di valoroso combattente. Capo di stato maggiore di un gruppo di bande alpine dimostrava eccezionali doti organizzative e pari virtù di comandante. Ad avvenuto arresto del responsabile di tutte le formazioni partigiane della zona, lo sostituiva mantenendone la compattezza morale e l’efficienza operativa anche nei momenti più critici della lotta. Con grande generosità, cosciente del pericolo a cui si esponeva, si presentava in tribunale, a testimoniare in favore dello stesso superiore e dei di lui figli anch’essi catturati, riuscendo a smontare le numerose prove d’accusa e salvandoli da sicura condanna a morte. Caduto, su vile delazione, in un’imboscata notturna tesagli dal nemico, anziché tentare la fuga, ingaggiava un’impari lotta, finché, colpito a morte, immolava, insieme all’unico figlio, la vita per la causa della libertà della Patria. Fulgido esempio di dedizione assoluta agli ideali di giustizia e libertà. – Feltre 10 Ottobre 1943 – 19 giungo 1944.|Decreto Presidenziale 2 Settembre 1976}}
|motivazione= Zancanaro Angelo Giuseppe, nato il 21 maggio 1894 in Arsiè (Belluno). – Tenente colonnello degli alpini, sette volte decorato al valor militare, all’atto dell’armistizio, benché anziano, non esitava a partecipare alla lotta di liberazione apportando alla causa partigiana oltre all’impulso prezioso di un’intensa passione quello delle sue esperienze di valoroso combattente. Capo di stato maggiore di un gruppo di bande alpine dimostrava eccezionali doti organizzative e pari virtù di comandante. Ad avvenuto arresto del responsabile di tutte le formazioni partigiane della zona, lo sostituiva mantenendone la compattezza morale e l’efficienza operativa anche nei momenti più critici della lotta. Con grande generosità, cosciente del pericolo a cui si esponeva, si presentava in tribunale, a testimoniare in favore dello stesso superiore e dei di lui figli anch’essi catturati, riuscendo a smontare le numerose prove d’accusa e salvandoli da sicura condanna a morte. Caduto, su vile delazione, in un’imboscata notturna tesagli dal nemico, anziché tentare la fuga, ingaggiava un’impari lotta, finché, colpito a morte, immolava, insieme all’unico figlio, la vita per la causa della libertà della Patria. Fulgido esempio di dedizione assoluta agli ideali di giustizia e libertà. – Feltre 10 ottobre 1943 – 19 giugno 1944.|Decreto Presidenziale 2 Settembre 1976}}


==Toponomastica==
==Toponomastica==

Versione delle 19:42, 18 dic 2008

Angelo Giuseppe Zancanaro (Arsiè, 22 maggio 1894Feltre, 19 giugno 1944) è stato un militare e partigiano italiano.

È stato un Tenente Colonnello pluridecorato degli Alpini, un partigiano italiano, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria per l’attività partigiana.

Il Militare

Il suo impegno di militare fu scandito dalle medaglie al VM (Valor militare) e dalla carriera. La seguente cronologia è eloquente:

Il Partigiano

L’8 settembre 1943 lo vide da Tenente colonnello al comando del Battaglione “Gemona” – Divisione Julia unità di Tarcento che farà sciogliere senza che nessun alpino venisse arrestato dai nazisti. Rientrato a Feltre prese i contatti con i resistenti del mondo cattolico e in questo ambito lo vide partecipe alla nascita del CLN Veneto nella riunione del 7 ottobre 1943 che si svolse nella canonica di Bavaria di Nervesa della Battaglia.

La notte di Santa Marina

Il 15 giugno 1944 a seguito di una brillante azione militare da parte di un gruppo di uomini del Distaccamento “Ferdiani” della Brigata “Pisacane”, guidati dal comandante “ Carlo” (Mariano Mandolesi) avevano liberato dal carcere bellunese 73 detenuti politici catturati dai nazisti; per reazione il commando nazista decretò una rappresaglia. Così il 19 giugno 1944 a Feltre arrestarono 37 persone tra i quali anche due sacerdoti :il Rettore del Seminario Candido Fent e il Monsignor Giulio Gaio. Durante il rastrellamento Zancanaro e il figlio Luciano reagirono ma perirono sulla porta della loro abitazione. Quella notte furono trucidati immediatamente anche altri tre partigiani: il veneziano Romano Colonna, Olindo De Paoli, Pietro Vendramin.

Il Battaglione Zancanaro

La sua battaglia ideale continuò da parte dei partigiani feltrini nel Battaglione “Zancanaro” della Brigata Garibaldina Antonio Gramsci (Feltre).

La medaglia d’oro al valor militare alla “memoria”

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Zancanaro Angelo Giuseppe, nato il 21 maggio 1894 in Arsiè (Belluno). – Tenente colonnello degli alpini, sette volte decorato al valor militare, all’atto dell’armistizio, benché anziano, non esitava a partecipare alla lotta di liberazione apportando alla causa partigiana oltre all’impulso prezioso di un’intensa passione quello delle sue esperienze di valoroso combattente. Capo di stato maggiore di un gruppo di bande alpine dimostrava eccezionali doti organizzative e pari virtù di comandante. Ad avvenuto arresto del responsabile di tutte le formazioni partigiane della zona, lo sostituiva mantenendone la compattezza morale e l’efficienza operativa anche nei momenti più critici della lotta. Con grande generosità, cosciente del pericolo a cui si esponeva, si presentava in tribunale, a testimoniare in favore dello stesso superiore e dei di lui figli anch’essi catturati, riuscendo a smontare le numerose prove d’accusa e salvandoli da sicura condanna a morte. Caduto, su vile delazione, in un’imboscata notturna tesagli dal nemico, anziché tentare la fuga, ingaggiava un’impari lotta, finché, colpito a morte, immolava, insieme all’unico figlio, la vita per la causa della libertà della Patria. Fulgido esempio di dedizione assoluta agli ideali di giustizia e libertà. – Feltre 10 ottobre 1943 – 19 giugno 1944.»

Toponomastica

La città di Feltre ha dedicato una via ad Angelo e Luciano Zancanaro.

Collegamenti esterni