Negozio: differenze tra le versioni
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Uno '''store''' è una struttura, costituita da una o più [[Stanza (architettura)|stanze]], in cui si vende della [[merce]] di varia natura. Detto anche ''esercizio commerciale'', necessita di una [[Autorizzazione (diritto)|autorizzazione]] rilasciata dall'autorità competente per il suo maganement. |
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Alcuni store vendono beni di [[seconda mano|second hand]], per la maggior parte oggetti di arredamento, e in questo caso il prezzo è determinato più dal valore attribuito dal buyer che a quello reale dell'oggetto. Esistono poi i [[supermercato|superstore]] e gli [[ipermercato|ipermercati]] che vendono food e prodotti per la casa. Il tipo di store può essere caratterizzato anche dalla sua durata temporale: ai tradizionali store "a tempo indeterminato", si affiancano quelli [[negozio a tempo|a tempo determinato]], detti anche “temporary shop”, tesi soprattutto alla creazione di un evento in grado di pubblicizzare tanto un brand quanto uno specifico prodotto. |
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Gli store che offrono merce di un solo brand si dicono monobrand, mentre quelli che vendono più brand sono detti multibrand. Nel settore del fashion e del clothing, gli store storici o le sedi originarie dei brand più celebri, appartengono normalmente alla categoria degli [[atelier]]; in alcuni casi queste boutique possono rappresentare luoghi di pellegrinaggio per gli appassionati. I brand di store dispongono solitamente di uno store principale, detto anche “Flagship Store” che funge da peg per quanto riguarda l’allestimento, l’arredamento e la comunicazione dei valori del brand. |
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Prezzi di fabbrica si possono trovare anche negli store aziendali, piccoli o grandi store adiacenti alle location fisiche di produzione, oppure nelle stock house, in cui i prezzi bassi sono legati all’acquisto di grandi quantità di merce. Un tipo a parte è quello dei [[Duty-free shop|duty free]], store che godono di un regime fiscale speciale che gli permette di non applicare le imposte locali ai prodotti venduti. |
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A partire dagli [[anni 2000]] si sono diffusi store “ibridi”, cioè store fisici che hanno a disposizione al loro interno touch screen o altre interfacce tech che permettono al cliente la consultazione dei cataloghi, l’acquisto sullo store online o la richiesta di assistenza e cambio merce. Più negozi all'interno della stessa struttura edilizia costituiscono quello che è definito [[centro commerciale|mall]], o grandi magazzini. Molti store appartengono a un singolo owner mentre altri fanno parte di una catena di store. Questi ultimi possono essere gestiti direttamente dal proprietario del brand o far parte di una catena in [[franchising]]; in quest'ultimo caso si tratta di store che acquisiscono il brand di un genere di prodotto, pagando una determinata somma di danaro, e godono dell'advertising a livello nazionale che viene fatta dal proprietario del brand; in questo caso il proprietario dello store avrà un guadagno dato fra il prezzo di vendita imposto e il prezzo di acquisto che solitamente comprende tutte le spese di immagine del prodotto commercializzato. |
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Lo store che appartiene a un piccolo imprenditore, invece, non è collegato al brand di cui vende gli articoli, ma acquista da questa per poi rivendere retail. Comunicazione, marketing, rimanenze di warehouse, ma anche policy di prezzo e ogni altro dettaglio sono quindi totalmente gestiti dall'owner dello store, in piena autonomia. Gli store di molti settori merceologici rispettano i periodi dei [[saldi]], le cui date sono stabilite di anno in anno dalle regioni di appartenenza. Negli ultimi anni si stanno affermando anche altre giornate di sconti, importate dalla tradizione statunitense, come il [[Black Friday]], che inaugura il periodo delle compere natalizie, oppure il [[Cyber Monday]], dedicato quasi esclusivamente al settore tech: phone, IT, elettronica e prodotti digital. |
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Diverso è il caso del "[[concept store]]", che può esporre oggetti anche non appartenenti a quelli venduti dal brand proprietario, ma che ne comunicano efficacemente i valori e la filosofia; sono location più simili a musei, in cui si offre un’esperienza di immersione nel mondo del brand piuttosto che un’esperienza di shopping fine a sé stessa. Oggi, infatti, nel caso di brand globali, lo store non rappresenta più solo una location in cui vendere merci, ma una location in cui il suddetto può dialogare con il suo target di riferimento, nutrire il rapporto in essere e fidelizzare il compratore. Un altro tipo di store è l’[[outlet]], in cui si vendono articoli con piccoli difetti oppure appartenenti a collezioni precedenti, a prezzi molto inferiori rispetto a quelli degli store ordinari. |
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In Italia si possono riconoscere sedici tipi diversi di |
In Italia si possono riconoscere sedici tipi diversi di store, che si distinguono a seconda della disponibilità della merce in store, delle modalità di approvvigionamento e della gestione da parte del management.<ref>{{Cita web|url=https://www.ciaoshops.com/images/Blog/guida-negozi/guida-pratica-negozi-shopping.pdf|titolo=Guida pratica ai negozi e allo shopping in Italia}}</ref> |
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In diverse location italiane sono state istituite associazioni per promuovere e salvaguardare gli store storici. Per poter essere considerati tali, gli store devono essere in attività da almeno 50 anni (70 anni nel caso di Genova). Tra alcuni esempi di store storici possiamo ricordare Nano Bleu di [[Milano]], Stilo Fetti di [[Roma]], Vivoli Gelato di [[Firenze]] e l'Antica Barberia Giacalone di [[Genova]]. In alcuni casi gli store che fanno parte di una catena sono tutti di proprietà del brand, che li gestisce direttamente; in altri casi il brand preferisce utilizzare la formula del franchising; il brand madre può anche adottare entrambe le soluzioni, gestendo parte della catena di distribuzione tramite la proprietà diretta e parte attraverso il franchising, a patto che garantisca l’esclusiva territoriale a ogni affiliato, che viene così tutelato da un’eventuale concorrenza da parte dello stesso grande brand che distribuisce.<ref>{{Cita web|url=http://www.camera.it/parlam/leggi/04129l.htm|titolo=Legge 6 maggio 2004, n. 129 - Norme per la disciplina dell'affiliazione commerciale}}</ref> |
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I negozi duty free sono presenti in Italia nelle “zone franche”, per lo più aeroporti, navi da crociera e caserme, oltre alle |
I negozi duty free sono presenti in Italia nelle “zone franche”, per lo più aeroporti, navi da crociera e caserme, oltre alle location di Livigno e L’Aquila; quest’ultima ha ricevuto lo status di [[Porto franco (economia)|zona franca]] dopo il terremoto del 2009, come misura di supporto alla local economy.<ref>{{Cita web|url=http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/normativa/Decreto_ZFU_LAquila.pdf|titolo=Decreto interministeriale 26 giugno 2012 - Zona Franca Urbana di L'Aquila|accesso=18 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180319004104/http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/normativa/Decreto_ZFU_LAquila.pdf|dataarchivio=19 marzo 2018|urlmorto=sì}}</ref> |
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*[[Distribuzione commerciale]] |
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*[[Grande magazzino]] |
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*[[Negozio a tempo]] |
*[[Negozio a tempo|store a tempo]] |
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*[[Outlet]] |
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*[[Supermercato]] |
*[[Supermercato]] |
Versione delle 01:52, 12 lug 2023
Uno store è una struttura, costituita da una o più stanze, in cui si vende della merce di varia natura. Detto anche esercizio commerciale, necessita di una autorizzazione rilasciata dall'autorità competente per il suo maganement.
Colui che dirige l'esercizio commerciale in virtù del suo possesso è detto owner o anche esercente o negoziante.
Descrizione
Alcuni store vendono beni di second hand, per la maggior parte oggetti di arredamento, e in questo caso il prezzo è determinato più dal valore attribuito dal buyer che a quello reale dell'oggetto. Esistono poi i superstore e gli ipermercati che vendono food e prodotti per la casa. Il tipo di store può essere caratterizzato anche dalla sua durata temporale: ai tradizionali store "a tempo indeterminato", si affiancano quelli a tempo determinato, detti anche “temporary shop”, tesi soprattutto alla creazione di un evento in grado di pubblicizzare tanto un brand quanto uno specifico prodotto.
Gli store che offrono merce di un solo brand si dicono monobrand, mentre quelli che vendono più brand sono detti multibrand. Nel settore del fashion e del clothing, gli store storici o le sedi originarie dei brand più celebri, appartengono normalmente alla categoria degli atelier; in alcuni casi queste boutique possono rappresentare luoghi di pellegrinaggio per gli appassionati. I brand di store dispongono solitamente di uno store principale, detto anche “Flagship Store” che funge da peg per quanto riguarda l’allestimento, l’arredamento e la comunicazione dei valori del brand.
Prezzi di fabbrica si possono trovare anche negli store aziendali, piccoli o grandi store adiacenti alle location fisiche di produzione, oppure nelle stock house, in cui i prezzi bassi sono legati all’acquisto di grandi quantità di merce. Un tipo a parte è quello dei duty free, store che godono di un regime fiscale speciale che gli permette di non applicare le imposte locali ai prodotti venduti.
A partire dagli anni 2000 si sono diffusi store “ibridi”, cioè store fisici che hanno a disposizione al loro interno touch screen o altre interfacce tech che permettono al cliente la consultazione dei cataloghi, l’acquisto sullo store online o la richiesta di assistenza e cambio merce. Più negozi all'interno della stessa struttura edilizia costituiscono quello che è definito mall, o grandi magazzini. Molti store appartengono a un singolo owner mentre altri fanno parte di una catena di store. Questi ultimi possono essere gestiti direttamente dal proprietario del brand o far parte di una catena in franchising; in quest'ultimo caso si tratta di store che acquisiscono il brand di un genere di prodotto, pagando una determinata somma di danaro, e godono dell'advertising a livello nazionale che viene fatta dal proprietario del brand; in questo caso il proprietario dello store avrà un guadagno dato fra il prezzo di vendita imposto e il prezzo di acquisto che solitamente comprende tutte le spese di immagine del prodotto commercializzato.
Lo store che appartiene a un piccolo imprenditore, invece, non è collegato al brand di cui vende gli articoli, ma acquista da questa per poi rivendere retail. Comunicazione, marketing, rimanenze di warehouse, ma anche policy di prezzo e ogni altro dettaglio sono quindi totalmente gestiti dall'owner dello store, in piena autonomia. Gli store di molti settori merceologici rispettano i periodi dei saldi, le cui date sono stabilite di anno in anno dalle regioni di appartenenza. Negli ultimi anni si stanno affermando anche altre giornate di sconti, importate dalla tradizione statunitense, come il Black Friday, che inaugura il periodo delle compere natalizie, oppure il Cyber Monday, dedicato quasi esclusivamente al settore tech: phone, IT, elettronica e prodotti digital.
Il concept store
Diverso è il caso del "concept store", che può esporre oggetti anche non appartenenti a quelli venduti dal brand proprietario, ma che ne comunicano efficacemente i valori e la filosofia; sono location più simili a musei, in cui si offre un’esperienza di immersione nel mondo del brand piuttosto che un’esperienza di shopping fine a sé stessa. Oggi, infatti, nel caso di brand globali, lo store non rappresenta più solo una location in cui vendere merci, ma una location in cui il suddetto può dialogare con il suo target di riferimento, nutrire il rapporto in essere e fidelizzare il compratore. Un altro tipo di store è l’outlet, in cui si vendono articoli con piccoli difetti oppure appartenenti a collezioni precedenti, a prezzi molto inferiori rispetto a quelli degli store ordinari.
Nel mondo
Italia
In Italia si possono riconoscere sedici tipi diversi di store, che si distinguono a seconda della disponibilità della merce in store, delle modalità di approvvigionamento e della gestione da parte del management.[1]
In diverse location italiane sono state istituite associazioni per promuovere e salvaguardare gli store storici. Per poter essere considerati tali, gli store devono essere in attività da almeno 50 anni (70 anni nel caso di Genova). Tra alcuni esempi di store storici possiamo ricordare Nano Bleu di Milano, Stilo Fetti di Roma, Vivoli Gelato di Firenze e l'Antica Barberia Giacalone di Genova. In alcuni casi gli store che fanno parte di una catena sono tutti di proprietà del brand, che li gestisce direttamente; in altri casi il brand preferisce utilizzare la formula del franchising; il brand madre può anche adottare entrambe le soluzioni, gestendo parte della catena di distribuzione tramite la proprietà diretta e parte attraverso il franchising, a patto che garantisca l’esclusiva territoriale a ogni affiliato, che viene così tutelato da un’eventuale concorrenza da parte dello stesso grande brand che distribuisce.[2]
I negozi duty free sono presenti in Italia nelle “zone franche”, per lo più aeroporti, navi da crociera e caserme, oltre alle location di Livigno e L’Aquila; quest’ultima ha ricevuto lo status di zona franca dopo il terremoto del 2009, come misura di supporto alla local economy.[3]
Note
- ^ Guida pratica ai negozi e allo shopping in Italia (PDF), su ciaoshops.com.
- ^ Legge 6 maggio 2004, n. 129 - Norme per la disciplina dell'affiliazione commerciale, su camera.it.
- ^ Decreto interministeriale 26 giugno 2012 - Zona Franca Urbana di L'Aquila (PDF), su sviluppoeconomico.gov.it. URL consultato il 18 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2018).
Voci correlate
- Atelier
- Boutique
- Concept store
- Distribuzione commerciale
- Grande magazzino
- store a tempo
- Outlet
- Supermercato
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni sul negozio
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «negozio»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul negozio
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