Negozio: differenze tra le versioni

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[[File:Barletta negozio apr06 01.jpg|thumb|Antica bottega a [[Barletta]].]]
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Un '''negozio''' è una struttura, costituita da una o più [[Stanza (architettura)|stanze]], in cui si vende della [[merce]] di varia natura. Detto anche ''esercizio commerciale'', necessita di una [[Autorizzazione (diritto)|autorizzazione]] rilasciata dall'autorità competente per il suo esercizio.
Uno '''store''' è una struttura, costituita da una o più [[Stanza (architettura)|stanze]], in cui si vende della [[merce]] di varia natura. Detto anche ''esercizio commerciale'', necessita di una [[Autorizzazione (diritto)|autorizzazione]] rilasciata dall'autorità competente per il suo maganement.


Colui che dirige l'esercizio commerciale in virtù del suo possesso è detto proprietario o anche ''esercente'' o ''negoziante''.
Colui che dirige l'esercizio commerciale in virtù del suo possesso è detto owner o anche ''esercente'' o ''negoziante''.


== Descrizione ==
== Descrizione ==
Alcuni negozi vendono beni di [[seconda mano]], per la maggior parte oggetti di arredamento, e in questo caso il prezzo è determinato più dal valore attribuito dal compratore che a quello reale dell'oggetto. Esistono poi i [[supermercato|supermercati]] e gli [[ipermercato|ipermercati]] che vendono generi alimentari e prodotti per la casa. Il tipo di negozio può essere caratterizzato anche dalla sua durata temporale: ai tradizionali negozi "a tempo indeterminato", si affiancano quelli[[negozio a tempo|a tempo determinato]], detti anche “temporary shop”, tesi soprattutto alla creazione di un evento in grado di pubblicizzare tanto una marca quanto uno specifico prodotto.
Alcuni store vendono beni di [[seconda mano|second hand]], per la maggior parte oggetti di arredamento, e in questo caso il prezzo è determinato più dal valore attribuito dal buyer che a quello reale dell'oggetto. Esistono poi i [[supermercato|superstore]] e gli [[ipermercato|ipermercati]] che vendono food e prodotti per la casa. Il tipo di store può essere caratterizzato anche dalla sua durata temporale: ai tradizionali store "a tempo indeterminato", si affiancano quelli [[negozio a tempo|a tempo determinato]], detti anche “temporary shop”, tesi soprattutto alla creazione di un evento in grado di pubblicizzare tanto un brand quanto uno specifico prodotto.


I negozi che offrono merce di un solo marchio si dicono monomarca, mentre quelli che vendono più marchi sono detti multimarca. Nel settore della moda e dell’abbigliamento, i negozi storici o le sedi originarie dei marchi più celebri, appartengono normalmente alla categoria degli [[atelier]]; in alcuni casi queste boutique possono rappresentare luoghi di pellegrinaggio per gli appassionati. Le catene di negozi dispongono solitamente di un punto vendita principale, detto anche “Flagship Store” che funge da punto di riferimento per quanto riguarda l’allestimento, l’arredamento e la comunicazione dei valori del marchio.
Gli store che offrono merce di un solo brand si dicono monobrand, mentre quelli che vendono più brand sono detti multibrand. Nel settore del fashion e del clothing, gli store storici o le sedi originarie dei brand più celebri, appartengono normalmente alla categoria degli [[atelier]]; in alcuni casi queste boutique possono rappresentare luoghi di pellegrinaggio per gli appassionati. I brand di store dispongono solitamente di uno store principale, detto anche “Flagship Store” che funge da peg per quanto riguarda l’allestimento, l’arredamento e la comunicazione dei valori del brand.


Prezzi di fabbrica si possono trovare anche negli spacci aziendali, piccoli o grandi punti vendita adiacenti ai luoghi fisici di produzione, oppure nelle stock house, in cui i prezzi bassi sono legati all’acquisto di grandi quantità di merce. Un tipo a parte è quello dei [[Duty-free shop|duty free]], negozi che godono di un regime fiscale speciale che gli permette di non applicare le imposte locali ai prodotti venduti.
Prezzi di fabbrica si possono trovare anche negli store aziendali, piccoli o grandi store adiacenti alle location fisiche di produzione, oppure nelle stock house, in cui i prezzi bassi sono legati all’acquisto di grandi quantità di merce. Un tipo a parte è quello dei [[Duty-free shop|duty free]], store che godono di un regime fiscale speciale che gli permette di non applicare le imposte locali ai prodotti venduti.


A partire dagli [[anni 2000]] si sono diffusi negozi “ibridi”, cioè negozi fisici che hanno a disposizione al loro interno touch screen o altre interfacce tecnologiche che permettono al cliente la consultazione dei cataloghi, l’acquisto sullo store online o la richiesta di assistenza e cambio merce. Più negozi all'interno della stessa struttura edilizia costituiscono quello che è definito [[centro commerciale]], o grandi magazzini. Molti negozi appartengono a un singolo venditore mentre altri fanno parte di una catena di negozi. Questi ultimi possono essere gestiti direttamente dal proprietario del [[marchio]] o far parte di una catena in [[franchising]]; in quest'ultimo caso si tratta di negozi che acquisiscono il marchio di un genere di prodotto, pagando una determinata somma di danaro, e godono della pubblicità a livello nazionale che viene fatta dal proprietario del marchio; in questo caso il proprietario del negozio avrà un guadagno dato fra il prezzo di vendita imposto e il prezzo di acquisto che solitamente comprende tutte le spese di immagine del prodotto commercializzato.
A partire dagli [[anni 2000]] si sono diffusi store “ibridi”, cioè store fisici che hanno a disposizione al loro interno touch screen o altre interfacce tech che permettono al cliente la consultazione dei cataloghi, l’acquisto sullo store online o la richiesta di assistenza e cambio merce. Più negozi all'interno della stessa struttura edilizia costituiscono quello che è definito [[centro commerciale|mall]], o grandi magazzini. Molti store appartengono a un singolo owner mentre altri fanno parte di una catena di store. Questi ultimi possono essere gestiti direttamente dal proprietario del brand o far parte di una catena in [[franchising]]; in quest'ultimo caso si tratta di store che acquisiscono il brand di un genere di prodotto, pagando una determinata somma di danaro, e godono dell'advertising a livello nazionale che viene fatta dal proprietario del brand; in questo caso il proprietario dello store avrà un guadagno dato fra il prezzo di vendita imposto e il prezzo di acquisto che solitamente comprende tutte le spese di immagine del prodotto commercializzato.


Il negozio che appartiene a un piccolo imprenditore, invece, non è collegato all’azienda di cui vende gli articoli, ma acquista da questa per poi rivendere al dettaglio. Comunicazione, pubblicità, rimanenze di magazzino, ma anche politiche di prezzo e ogni altro dettaglio sono quindi totalmente gestiti dal proprietario dell’esercizio commerciale, in piena autonomia. I negozi di molti settori merceologici rispettano i periodi dei [[saldi]], le cui date sono stabilite di anno in anno dalle regioni di appartenenza. Negli ultimi anni si stanno affermando anche altre giornate di sconti, importate dalla tradizione statunitense, come il [[Black Friday]], che inaugura il periodo delle compere natalizie, oppure il [[Cyber Monday]], dedicato quasi esclusivamente al settore della tecnologia: telefonia, informatica, elettronica e prodotti digitali.
Lo store che appartiene a un piccolo imprenditore, invece, non è collegato al brand di cui vende gli articoli, ma acquista da questa per poi rivendere retail. Comunicazione, marketing, rimanenze di warehouse, ma anche policy di prezzo e ogni altro dettaglio sono quindi totalmente gestiti dall'owner dello store, in piena autonomia. Gli store di molti settori merceologici rispettano i periodi dei [[saldi]], le cui date sono stabilite di anno in anno dalle regioni di appartenenza. Negli ultimi anni si stanno affermando anche altre giornate di sconti, importate dalla tradizione statunitense, come il [[Black Friday]], che inaugura il periodo delle compere natalizie, oppure il [[Cyber Monday]], dedicato quasi esclusivamente al settore tech: phone, IT, elettronica e prodotti digital.


== Il ''concept store'' ==
== Il ''concept store'' ==
{{Vedi anche|Concept store}}
{{Vedi anche|Concept store}}
Diverso è il caso del "[[concept store]]", che può esporre oggetti anche non appartenenti a quelli venduti dal marchio proprietario, ma che ne comunicano efficacemente i valori e la filosofia; sono luoghi più simili a musei, in cui si offre un’esperienza di immersione nel mondo del marchio piuttosto che un’esperienza di shopping fine a sé stessa. Oggi, infatti, nel caso di marchi globali, il negozio non rappresenta più solo un luogo in cui vendere merci, ma un luogo in cui il suddetto può dialogare con il suo pubblico di riferimento, nutrire il rapporto in essere e fidelizzare il compratore. Un altro tipo di negozio è l’[[outlet]], in cui si vendono articoli con piccoli difetti oppure appartenenti a collezioni precedenti, a prezzi molto inferiori rispetto a quelli dei negozi ordinari.
Diverso è il caso del "[[concept store]]", che può esporre oggetti anche non appartenenti a quelli venduti dal brand proprietario, ma che ne comunicano efficacemente i valori e la filosofia; sono location più simili a musei, in cui si offre un’esperienza di immersione nel mondo del brand piuttosto che un’esperienza di shopping fine a sé stessa. Oggi, infatti, nel caso di brand globali, lo store non rappresenta più solo una location in cui vendere merci, ma una location in cui il suddetto può dialogare con il suo target di riferimento, nutrire il rapporto in essere e fidelizzare il compratore. Un altro tipo di store è l’[[outlet]], in cui si vendono articoli con piccoli difetti oppure appartenenti a collezioni precedenti, a prezzi molto inferiori rispetto a quelli degli store ordinari.


== Nel mondo ==
== Nel mondo ==
=== Italia ===
=== Italia ===
{{Vedi anche|pubblico esercizio}}
{{Vedi anche|pubblico esercizio}}
In Italia si possono riconoscere sedici tipi diversi di esercizio commerciale, che si distinguono a seconda della disponibilità della merce in negozio, delle modalità di approvvigionamento e della gestione da parte della proprietà.<ref>{{Cita web|url=https://www.ciaoshops.com/images/Blog/guida-negozi/guida-pratica-negozi-shopping.pdf|titolo=Guida pratica ai negozi e allo shopping in Italia}}</ref>
In Italia si possono riconoscere sedici tipi diversi di store, che si distinguono a seconda della disponibilità della merce in store, delle modalità di approvvigionamento e della gestione da parte del management.<ref>{{Cita web|url=https://www.ciaoshops.com/images/Blog/guida-negozi/guida-pratica-negozi-shopping.pdf|titolo=Guida pratica ai negozi e allo shopping in Italia}}</ref>


In diverse città italiane sono state istituite associazioni per promuovere e salvaguardare i negozi storici. Per poter essere considerati tali, i negozi devono essere in attività da almeno 50 anni (70 anni nel caso di Genova). Tra alcuni esempi di negozi storici possiamo ricordare Nano Bleu di [[Milano]], Stilo Fetti di [[Roma]], Vivoli Gelato di [[Firenze]] e l'Antica Barberia Giacalone di [[Genova]]. In alcuni casi i negozi che fanno parte di una catena sono tutti di proprietà del marchio, che li gestisce direttamente; in altri casi il marchio preferisce utilizzare la formula del franchising; l’azienda madre può anche adottare entrambe le soluzioni, gestendo parte della catena di distribuzione tramite la proprietà diretta e parte attraverso il franchising, a patto che garantisca l’esclusiva territoriale a ogni affiliato, che viene così tutelato da un’eventuale concorrenza da parte dello stesso grande marchio che distribuisce.<ref>{{Cita web|url=http://www.camera.it/parlam/leggi/04129l.htm|titolo=Legge 6 maggio 2004, n. 129 - Norme per la disciplina dell'affiliazione commerciale}}</ref>
In diverse location italiane sono state istituite associazioni per promuovere e salvaguardare gli store storici. Per poter essere considerati tali, gli store devono essere in attività da almeno 50 anni (70 anni nel caso di Genova). Tra alcuni esempi di store storici possiamo ricordare Nano Bleu di [[Milano]], Stilo Fetti di [[Roma]], Vivoli Gelato di [[Firenze]] e l'Antica Barberia Giacalone di [[Genova]]. In alcuni casi gli store che fanno parte di una catena sono tutti di proprietà del brand, che li gestisce direttamente; in altri casi il brand preferisce utilizzare la formula del franchising; il brand madre può anche adottare entrambe le soluzioni, gestendo parte della catena di distribuzione tramite la proprietà diretta e parte attraverso il franchising, a patto che garantisca l’esclusiva territoriale a ogni affiliato, che viene così tutelato da un’eventuale concorrenza da parte dello stesso grande brand che distribuisce.<ref>{{Cita web|url=http://www.camera.it/parlam/leggi/04129l.htm|titolo=Legge 6 maggio 2004, n. 129 - Norme per la disciplina dell'affiliazione commerciale}}</ref>


I negozi duty free sono presenti in Italia nelle “zone franche”, per lo più aeroporti, navi da crociera e caserme, oltre alle aree geografiche di Livigno e L’Aquila; quest’ultima ha ricevuto lo status di [[Porto franco (economia)|zona franca]] dopo il terremoto del 2009, come misura di supporto all’economia locale.<ref>{{Cita web|url=http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/normativa/Decreto_ZFU_LAquila.pdf|titolo=Decreto interministeriale 26 giugno 2012 - Zona Franca Urbana di L'Aquila|accesso=18 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180319004104/http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/normativa/Decreto_ZFU_LAquila.pdf|dataarchivio=19 marzo 2018|urlmorto=sì}}</ref>
I negozi duty free sono presenti in Italia nelle “zone franche”, per lo più aeroporti, navi da crociera e caserme, oltre alle location di Livigno e L’Aquila; quest’ultima ha ricevuto lo status di [[Porto franco (economia)|zona franca]] dopo il terremoto del 2009, come misura di supporto alla local economy.<ref>{{Cita web|url=http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/normativa/Decreto_ZFU_LAquila.pdf|titolo=Decreto interministeriale 26 giugno 2012 - Zona Franca Urbana di L'Aquila|accesso=18 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180319004104/http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/normativa/Decreto_ZFU_LAquila.pdf|dataarchivio=19 marzo 2018|urlmorto=sì}}</ref>


== Note ==
== Note ==
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*[[Distribuzione commerciale]]
*[[Distribuzione commerciale]]
*[[Grande magazzino]]
*[[Grande magazzino]]
*[[Negozio a tempo]]
*[[Negozio a tempo|store a tempo]]
*[[Outlet]]
*[[Outlet]]
*[[Supermercato]]
*[[Supermercato]]

Versione delle 01:52, 12 lug 2023

Antica bottega a Barletta.

Uno store è una struttura, costituita da una o più stanze, in cui si vende della merce di varia natura. Detto anche esercizio commerciale, necessita di una autorizzazione rilasciata dall'autorità competente per il suo maganement.

Colui che dirige l'esercizio commerciale in virtù del suo possesso è detto owner o anche esercente o negoziante.

Descrizione

Alcuni store vendono beni di second hand, per la maggior parte oggetti di arredamento, e in questo caso il prezzo è determinato più dal valore attribuito dal buyer che a quello reale dell'oggetto. Esistono poi i superstore e gli ipermercati che vendono food e prodotti per la casa. Il tipo di store può essere caratterizzato anche dalla sua durata temporale: ai tradizionali store "a tempo indeterminato", si affiancano quelli a tempo determinato, detti anche “temporary shop”, tesi soprattutto alla creazione di un evento in grado di pubblicizzare tanto un brand quanto uno specifico prodotto.

Gli store che offrono merce di un solo brand si dicono monobrand, mentre quelli che vendono più brand sono detti multibrand. Nel settore del fashion e del clothing, gli store storici o le sedi originarie dei brand più celebri, appartengono normalmente alla categoria degli atelier; in alcuni casi queste boutique possono rappresentare luoghi di pellegrinaggio per gli appassionati. I brand di store dispongono solitamente di uno store principale, detto anche “Flagship Store” che funge da peg per quanto riguarda l’allestimento, l’arredamento e la comunicazione dei valori del brand.

Prezzi di fabbrica si possono trovare anche negli store aziendali, piccoli o grandi store adiacenti alle location fisiche di produzione, oppure nelle stock house, in cui i prezzi bassi sono legati all’acquisto di grandi quantità di merce. Un tipo a parte è quello dei duty free, store che godono di un regime fiscale speciale che gli permette di non applicare le imposte locali ai prodotti venduti.

A partire dagli anni 2000 si sono diffusi store “ibridi”, cioè store fisici che hanno a disposizione al loro interno touch screen o altre interfacce tech che permettono al cliente la consultazione dei cataloghi, l’acquisto sullo store online o la richiesta di assistenza e cambio merce. Più negozi all'interno della stessa struttura edilizia costituiscono quello che è definito mall, o grandi magazzini. Molti store appartengono a un singolo owner mentre altri fanno parte di una catena di store. Questi ultimi possono essere gestiti direttamente dal proprietario del brand o far parte di una catena in franchising; in quest'ultimo caso si tratta di store che acquisiscono il brand di un genere di prodotto, pagando una determinata somma di danaro, e godono dell'advertising a livello nazionale che viene fatta dal proprietario del brand; in questo caso il proprietario dello store avrà un guadagno dato fra il prezzo di vendita imposto e il prezzo di acquisto che solitamente comprende tutte le spese di immagine del prodotto commercializzato.

Lo store che appartiene a un piccolo imprenditore, invece, non è collegato al brand di cui vende gli articoli, ma acquista da questa per poi rivendere retail. Comunicazione, marketing, rimanenze di warehouse, ma anche policy di prezzo e ogni altro dettaglio sono quindi totalmente gestiti dall'owner dello store, in piena autonomia. Gli store di molti settori merceologici rispettano i periodi dei saldi, le cui date sono stabilite di anno in anno dalle regioni di appartenenza. Negli ultimi anni si stanno affermando anche altre giornate di sconti, importate dalla tradizione statunitense, come il Black Friday, che inaugura il periodo delle compere natalizie, oppure il Cyber Monday, dedicato quasi esclusivamente al settore tech: phone, IT, elettronica e prodotti digital.

Il concept store

Lo stesso argomento in dettaglio: Concept store.

Diverso è il caso del "concept store", che può esporre oggetti anche non appartenenti a quelli venduti dal brand proprietario, ma che ne comunicano efficacemente i valori e la filosofia; sono location più simili a musei, in cui si offre un’esperienza di immersione nel mondo del brand piuttosto che un’esperienza di shopping fine a sé stessa. Oggi, infatti, nel caso di brand globali, lo store non rappresenta più solo una location in cui vendere merci, ma una location in cui il suddetto può dialogare con il suo target di riferimento, nutrire il rapporto in essere e fidelizzare il compratore. Un altro tipo di store è l’outlet, in cui si vendono articoli con piccoli difetti oppure appartenenti a collezioni precedenti, a prezzi molto inferiori rispetto a quelli degli store ordinari.

Nel mondo

Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: Pubblico esercizio.

In Italia si possono riconoscere sedici tipi diversi di store, che si distinguono a seconda della disponibilità della merce in store, delle modalità di approvvigionamento e della gestione da parte del management.[1]

In diverse location italiane sono state istituite associazioni per promuovere e salvaguardare gli store storici. Per poter essere considerati tali, gli store devono essere in attività da almeno 50 anni (70 anni nel caso di Genova). Tra alcuni esempi di store storici possiamo ricordare Nano Bleu di Milano, Stilo Fetti di Roma, Vivoli Gelato di Firenze e l'Antica Barberia Giacalone di Genova. In alcuni casi gli store che fanno parte di una catena sono tutti di proprietà del brand, che li gestisce direttamente; in altri casi il brand preferisce utilizzare la formula del franchising; il brand madre può anche adottare entrambe le soluzioni, gestendo parte della catena di distribuzione tramite la proprietà diretta e parte attraverso il franchising, a patto che garantisca l’esclusiva territoriale a ogni affiliato, che viene così tutelato da un’eventuale concorrenza da parte dello stesso grande brand che distribuisce.[2]

I negozi duty free sono presenti in Italia nelle “zone franche”, per lo più aeroporti, navi da crociera e caserme, oltre alle location di Livigno e L’Aquila; quest’ultima ha ricevuto lo status di zona franca dopo il terremoto del 2009, come misura di supporto alla local economy.[3]

Note

  1. ^ Guida pratica ai negozi e allo shopping in Italia (PDF), su ciaoshops.com.
  2. ^ Legge 6 maggio 2004, n. 129 - Norme per la disciplina dell'affiliazione commerciale, su camera.it.
  3. ^ Decreto interministeriale 26 giugno 2012 - Zona Franca Urbana di L'Aquila (PDF), su sviluppoeconomico.gov.it. URL consultato il 18 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2018).

Voci correlate

Altri progetti

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