Enrico Lugli: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==
Nacque a Roma il 4 febbraio 1889.
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Da [[tenente colonnello]], grado indossato il 16 maggio [[1927]], operò in [[Cirenaica]] nel locale [[Regio corpo truppe coloniali della Cirenaica|Regio corpo truppe coloniali]] sino al [[1936]].
Da [[tenente colonnello]], grado indossato il 16 maggio [[1927]], operò in [[Cirenaica]] nel locale [[Regio corpo truppe coloniali della Cirenaica|Regio corpo truppe coloniali]] sino al [[1936]].


Promosso [[colonnello]] il 1º luglio [[1937]], fu comandante del [[225º Reggimento fanteria "Arezzo"]], dislocato in [[Albania]], nel triennio [[1938]]-[[1941]], partecipando al conflitto italo greco ed alla successiva occupazione della Grecia.
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Dal 1º gennaio [[1942]], promosso [[generale di brigata]], fu al comando della [[Guardia alla frontiera]] di Albania, sino al 1º agosto [[1943]], quando divenne comandante della [[49ª Divisione fanteria "Parma"]], con sede a [[Valona]].
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Al comando di tale unità venne colto dalla promulgazione dell'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]] dell'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] con le [[Alleati della seconda guerra mondiale|Nazioni Unite]] l'8 settembre,<ref name="as">{{Cita|Geni||a2}}.</ref> e due giorni dopo fu catturato dai tedeschi e successivamente internato nel lager 64/Z a [[Skoki|Schokken]], in [[Polonia]], venendo poi liberato nel maggio [[1945]] dai [[Unione Sovietica|Sovietici]] e in seguito rimpatriato. Tra il 31 aprile [[1959]] e il 6 gennaio [[1962]] fu Presidente dell'Associazione nazionale Granatieri di Sardegna.<ref name="as"/> Si spense a Roma il 1 gennaio 1966.<ref name="as"/>


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==Onorificenze==
==Onorificenze==
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=== Fonti ===
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==Bibliografia==
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*{{cita libro|autore=Philip S. Jowett|autore2=Stephen Andrew|titolo=The Italian Army Vol.1|editore=Osprey Publishing Company|città=Botley|anno=2000|lingua=en|isbn=1-78159-181-4|cid=Jowett, Andrew 2000}}
*{{Cita libro|autore=Charles D. Pettibone|titolo=The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VI Italy and France Including the Neutral Countries of San Marino, Vatican City (Holy See), Andorra, and Monaco|editore=Trafford Publishing|lingua=en|anno=2010|ISBN=1-4269-4633-3|cid=Pettibone 2010}}


== Collegamenti esterni ==
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*{{cita web|autore=|url=http://www.generals.dk/general/Lugli/Enrico/Italy.html|titolo=Enrico Lugli|accesso=11 agosto 2019|lingua=en|editore=http://www.generals.dk|sito=Generals|cid=aw}}
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Versione delle 16:53, 22 ago 2019

Enrico Lugli
NascitaRoma, 4 febbraio 1889
MorteRoma, 1 gennaio 1966
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Campagna di Grecia
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Generals[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Enrico Lugli (Roma, 4 febbraio 1889Roma, 1º gennaio 1966) è stato un generale italiano del Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale, ricordato per il suo ruolo in Albania nei giorni seguenti all'armistizio italiano.

Biografia

Nacque a Roma il 4 febbraio 1889. Arruolatosi nel Regio esercito, il 17 settembre 1910 iniziò a frequentare come Allievo ufficiale la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena. Prese parte come volontario alla guerra italo-turca nelle file del 59º Reggimento fanteria "Calabria", venendo decorato di una Medaglia di bronzo al valor militare durante il combattimento di Sidi Abdallah del del 3 marzo 1912. Ripreso il corso presso l'Accademia militare, ne uscì con il grado di sottotenente in servizio permanente effettivo assegnato all'arma di fanteria, il 1º aprile dello stesso anno.

Assegnato successivamente al corpo dei granatieri, partecipò inizialmente alla grande guerra come tenente in forza al 1º Reggimento granatieri Promosso capitano, comandò interinalmente nel febbraio-marzo 1916, il IV Battaglione della Brigata "Granatieri di Sardegna". Al termine del conflitto risultava decorato di una Medaglia d'argento e una di bronzo al valor militare.

Da tenente colonnello, grado indossato il 16 maggio 1927, operò in Cirenaica nel locale Regio corpo truppe coloniali sino al 1936.

Promosso colonnello il 1º luglio 1937, fu comandante del 225º Reggimento fanteria "Arezzo" della 53ª Divisione fanteria "Arezzo", che dopo l'occupazione italiana nel 1939 venne dislocato in Albania. Dopo l'entrata del Regno d'Italia nella seconda guerra mondiale, partecipò con il suo reggimento alla successiva campagna di Grecia, terminata nel maggio 1941, rimanendovi poi come forza di occupazione.

Dal 1º gennaio 1942, promosso generale di brigata, fu al comando della Guardia alla frontiera in Albania, sino al 1º agosto 1943, quando divenne comandante della 49ª Divisione fanteria "Parma", con sede a Valona.

Al comando di tale unità venne colto dalla promulgazione dell'armistizio dell'Regno d'Italia con le Nazioni Unite l'8 settembre,[2] e due giorni dopo fu catturato dai tedeschi e successivamente internato nel lager 64/Z a Schokken, in Polonia, venendo poi liberato nel maggio 1945 dai Sovietici e in seguito rimpatriato. Tra il 31 aprile 1959 e il 6 gennaio 1962 fu Presidente dell'Associazione nazionale Granatieri di Sardegna.[2] Si spense a Roma il 1 gennaio 1966.[2]


Onorificenze

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Durante l'attacco di una posizione nemica dava esempio di mirabile calma, seguitando, sotto il grandinare dei proiettili, a coadiuvare attivamente, fino a termine dell'azione, il comando del reggimento. Sferratosi un contrattacco nemico, curava le trasmissioni di ordini e comunicava, interpretando intelligentemente il pensiero del comando, che, in quel momento, trovavasi in condizioni difficili. Carso (Quota 235-Quota 219), 24 maggio-3 giugno 1919
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Condusse arditamente il suo plotone in appoggio a una sezione di artiglieria da montagna seriamente minacciata, e contribuì col suo fuoco ad impedire che il nemico se ne impadronisse. Sidi-Abdallah (Derna), 3 marzo 1912
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Aiutante maggiore in 1°, coadiuvò con intelligenza e operosità singolari, in situazioni particolarmente critiche, il proprio comandante di reggimento, manifestando elevati doti militari, benintesa iniziativa e molto coraggio. Espose ripetutamente e spontaneamente la vita nel recapitare ordini ai reparti di prima linea, e nel guidare rincalzi al posto di combattimento, attraversando sempre zone fortemente battute dal fuoco nemico. Monte Cengio (Asiago), 22 maggio-3 giugno 1916

Note

Annotazioni


Fonti

  1. ^ Generals.
  2. ^ a b c Geni.

Bibliografia

  • Enzo Cataldi, La Brigata Granatieri di Sardegna, Roma, Rivista Militare, 1991.
  • (EN) Philip S. Jowett e Stephen Andrew, The Italian Army Vol.1, Botley, Osprey Publishing Company, 2000, ISBN 1-78159-181-4.
  • (EN) Charles D. Pettibone, The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VI Italy and France Including the Neutral Countries of San Marino, Vatican City (Holy See), Andorra, and Monaco, Trafford Publishing, 2010, ISBN 1-4269-4633-3.

Collegamenti esterni