Sottoripa
«Un porticato lungo mille passi dove si può acquistare ogni merce ...»
«Presi una stanza a Sottoripa e vissi con un persiano per sei mesi folli ...»
Sottoripa (o palizzata di Sottoripa, Sotorîa o Sotorîva -, in lingua genovese) è il nome di una vasta area del centro storico medioevale di Genova, che si estende - ruotando attorno a piazza Caricamento e all'area del porto antico - da piazza Cavour, sede del mercato del pesce, a via Gramsci.
Comprende i più antichi porticati pubblici di cui si abbia conoscenza in Italia: vennero infatti iniziati fra il 1125 e il 1133 a partire dall'attuale via San Lorenzo, l'arteria che conduce alla cattedrale omonima. Vi sono presenti alcuni dei palazzi inseriti nei Rolli e, come parte del centro storico cui appartiene, è stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità.
L'etimologia esatta del nome deriva da ripa (riva), ovvero l'antico molo artificiale del porto[1]. Il termine originale (Sotorîa in lingua genovese: "Sottoripa" ne è solo il calco italiano) serviva a distinguere l'approdo principale della regione rispetto alle piccole cale della riviera ligure (cioè il tratto di costa, o riviera appunto, non a caso indicata in lingua originale come rivêa, ripétta)[2].
A Sottoripa - zona di accesso all'antica piazza Banchi (o piazza dei Banchi), sede della Borsa Vecchia, e alle vie di Pre e del Campo - sono state dedicate numerose canzoni in lingua genovese.
Cuore del porto antico
A deciderne l'edificazione furono - con apposito lodo consiliare - le autorità del tempo che intendevano proteggere la rada portuale a ridosso del Ponte Calvi. Il mare giungeva a coprire l'odierna piazza Caricamento, lambendo le fondazioni delle case della zona chiamata Ripa; in questo modo i portici vennero chiamati Sottoripa, cioè innalzati al di sotto della riva.
Sottoripa nacque quindi in funzione dello spazio necessario ai commerci che si sviluppavano lungo il fronte del porto, e fu subito caratterizzata da architetture di stile orientale - retaggio probabilmente delle colonie mediorientali - comprendenti i fondaci, gli antichi magazzini nascosti dalle alte volte dei portici in cui venivano stipate le mercanzie appena sbarcate dalle navi o in procinto di essere spedite oltremare. Le mercanzie venivano manipolate dai camalli, manovali che trasportavano i carichi delle navi fino ai mercati e ai luoghi di scambio (da questa parola, camallo, nasce il verbo in lingua genovese camalâ, ovvero trasportare, portare un carico).
a metà Ottocento
Giuseppe Cesare Abba, garibaldino e scrittore, autore del libro Da Quarto al Volturno - Noterelle di uno dei Mille [3], ha lasciato questa testimonianza - datata Genova 5 maggio - dell'emozione provata al suo approdo nel capoluogo ligure, in vista della partenza della spedizione dei Mille al comando di Giuseppe Garibaldi:
Ricorderò sempre lo sgomento che allora mi colse, all'avvicinarsi della notte.
Quando vidi accendere i lampioni per le vie, mi si schiantò il cuore. Fermai un cittadino che passava frettoloso, per chiedergli se con un buon cavallo, galoppando tutta la notte, uno avrebbe potuto giungere prima dell'alba a C ..., al mio villaggio. Colui mi rispose stizzito, che manco per sogno.
Quella notte fu lunga e dolorosa; e ora come posso dormire tranquillo, benché lontano dai miei e a questi passi? Ieri sera arrivammo ad ora tarda, e non ci riusciva di trovar posto negli alberghi, zeppi di gioventù venuta di fuori.
Sorte che, lungo i portici bui di Sottoripa, ci si fece vicino un giovane, che indovinando. senza tanti discorsi, ci condusse in questo albergo. La gran sala era tutta occupata.
Si mangiava, si beveva, si chiacchierava in tutti i vernacoli d'Italia. Però si sentiva che quei giovani, i più, erano Lombardi. Fogge di vestire eleganti, geniali, strane; facce baldanzose; persone nate fatte per faticare in guerra, e corpi esili di giovanetti, che si romperanno forse alle prime marce. Ecco ciò che vidi in una guardata.
Entravamo in famiglia.»
(Nelle immagini: in alto, la palazzata di Sottoripa verso piazza Cavour (Ripa di Coltelleria). Demolita e ricostruita nel 1865, rinasce come nuova via intitolata a Vittorio Emanuele II di Savoia (dal 1945 l'intitolazione passa a Filippo Turati; più in basso: Dehor affollato sotto i portici)
Numerosi sono i carrugi, o caruggi, che da Sottoripa tagliano in senso longitudinale la parte antica della città.
Lungo i portici - un tempo sede degli scagni (uffici) ricavati in locali angusti sfruttando solai e sottoscala e oggi organizzati nei moderni centri di brokeraggio - si trovano caratteristiche botteghe, fra cui le friggitorie frequentate e cantate da Fabrizio De André, affiancate - nella nuova città multietnica in divenire - da negozi alimentari take-away gestiti dalle comunità indiana, centro-americana, maghrebina ed africana.
Separata dall'area Expo (Acquario) dalla strada sopraelevata che unisce il sobborgo di Sampierdarena alla Foce, Sottoripa è uno dei luoghi caratteristici di cui i genovesi vanno maggiormente fieri ed è meta di forte turismo, incrementato in particolare dopo i massicci restauri urbanistici operati negli anni novanta in occasione delle celebrazioni colombiane per la scoperta dell'America che hanno interessato l'intero waterfront portuale.
Al centro di piazza Caricamento - da cui, ai primi del Novecento, partivano i numerosi carretti con le merci provenienti dal porto - si innalza la statua bronzea intitolata a Raffaele Rubattino, considerato il primo armatore italiano, realizzata dallo scultore Augusto Rivalta nel 1889.
Una parte dei portici si affaccia su piazza Caricamento su cui sorge Palazzo San Giorgio, un tempo Palazzo delle Compere di San Giorgio e oggi sede dell'Autorità portuale. I prospetti affrescati del palazzo - con al centro i simboli cittadini (bandiera di San Giorgio, effige di Giano, il Sacro Catino e l'immagine di Guglielmo Embriaco Testadimaglio) - restituiscono a pieno il senso dell'orgoglio storico genovese al tempo delle repubbliche marinare.
La forma particolare della volta dei portici indica l'epoca di costruzione dell'edificio. Le voltine a crociera con o senza costoloni, oppure le travi a vista, indicano le forma originarie del XII secolo (l'edificazione del porticato inizia nel 1160); la soffittatura ribassati indica la frammentazione con soppalchi costruiti nel corso dei secoli che hanno dimezzato l'altezza originaria del passaggio; la soletta orizzontale in materiali moderni è propria solo del grattacielo costruito nel dopoguerra, demolendo tre edifici isolati colpiti dai bombardamenti; le volte alte e lineari con i profili post-neoclassici indicano il porticato di via Turati che nel 1865 venne realizzato demolendo la Ripa di Coltelleria, prosecuzione originaria di questo organismo urbano della Ripa.
In realtà anche i portici che vediamo nelle forme originarie hanno subito vari rimaneggiamenti, e le forme attuali sono frutto del restauro effettuato sotto la direzione di Alfredo d'Andrade, che eliminò i soppalchi che ne dimezzavano le altezze e il passaggio dell'acquedotto che ne chiudeva in alto le luci.
Parte dei portici venne distrutta durante la seconda guerra mondiale.
Immagini
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Note
- ^ De Mauro
- ^ Poesia in lingua genovese dedicata a Sottoripa
- ^ Giuseppe Cesare Abba, "Da Quarto al Volturno" (.pdf)