Sindrome da rialimentazione

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Sindrome da rialimentazione
Specialitànutrizione
Classificazione e risorse esterne (EN)
MeSHD055677

La sindrome da rialimentazione è un insieme di disturbi metabolici che colpisce le persone che mostrano difficoltà nell'uscire da uno stato di malnutrizione. Tale patologia è stata descritta per la prima volta durante la Seconda guerra mondiale in Giappone, fra i prigionieri delle battaglie.[1][2]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Ogni individuo che ha ricevuto un apporto trascurabile di nutrienti per 5 giorni consecutivi è a rischio di sviluppare una sindrome di rialimentazione.

La sindrome da rialimentazione di solito si verifica entro quattro giorni dall'inizio di una rialimentazione adeguata. I pazienti possono sviluppare disturbi idro-elettrolitici, ed in particolare ipofosfatemia, insieme a disturbi di tipo neurologico, polmonare, cardiaco, neuromuscolare ed ematologico.

Durante il digiuno prolungato il corpo cerca di preservare il contenuto proteico muscolare, destinato a processi di tipo catabolico, passando ad un tipo di metabolismo che come fonte principale di energia si basa su derivati dei corpi chetonici e sugli acidi grassi. Il fegato diminuisce nella sua azione di gluconeogenesi conservando così le proteine muscolari. A livello intracellulare molti minerali si riducono gravemente in questo periodo, anche se i livelli sierici rimangono entro limiti di norma. In particolare nel corso del digiuno la secrezione di insulina è soppressa mentre la secrezione del glucagone è aumentata.

Durante la fase di rialimentazione, riprende la secrezione di insulina in risposta alla glicemia che aumenta. Aumentano anche il glicogeno, i grassi e le proteine. Questo processo richiede fosfati, magnesio e potassio che sono già a bassi livelli. Anche i depositi si esauriscono rapidamente. La formazione di glucidi fosforilati nel fegato e nel muscolo scheletrico esaurisce rapidamente l'ATP intracellulare, similmente il 2,3-difosfoglicerato nei globuli rossi. Ciò porta a disfunzione cellulare e ad un'insufficiente ossigenazione dei diversi tessuti ed organi del corpo. La rialimentazione aumenta il metabolismo basale. Molti elettroliti si spostano nel comparto intracellulare e ciò si verifica con una diminuzione degli elettroliti sierici: tra questi il fosfato, il potassio ed il magnesio. Anche la glicemia, e le concentrazioni di vitamina B1 (tiamina) possono ridursi. Le aritmie cardiache sono la causa più comune di morte da sindrome da rialimentazione. Non vanno dimenticate altre manifestazioni gravi e potenzialmente letali: confusione mentale, coma, convulsioni e l'insufficienza cardiaca.

Questa sindrome può verificarsi all'inizio del trattamento di soggetti affetti da anoressia nervosa, quando i pazienti vengono avviati alla assunzione di una dieta sana. I movimenti elettrolitici ed il bilancio dei liquidi può aumentare il carico di lavoro del muscolo cardiaco e la frequenza cardiaca. Questi effetti combinati possono portare all'insufficienza cardiaca acuta.

Terapia[modifica | modifica wikitesto]

Il trattamento è di supporto nutrizionale, la dieta deve essere ricca di vitamine, soprattutto la tiamina ma anche di glucosio, potassio e magnesio.

Prognosi[modifica | modifica wikitesto]

La prognosi può essere anche mortale.[3] Spesso tale stato è dovuto in seguito ad un episodio di anoressia nervosa, il cui trattamento può portare inizialmente a tale sindrome, a distanza di pochi giorni dall'inizio della cura, lo stesso periodo intercorre anche per altri casi di privazione dall'alimentazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ MA. Schnitker, PE. Mattman; TL. Bliss, A clinical study of malnutrition in Japanese prisoners of war., in Ann Intern Med, vol. 35, n. 1, luglio 1951, pp. 69-96, PMID 14847450.
  2. ^ D. Robson, E. Welch; NJ. Beeching; GV. Gill, Consequences of captivity: health effects of far East imprisonment in World War II., in QJM, vol. 102, n. 2, febbraio 2009, pp. 87-96, DOI:10.1093/qjmed/hcn137, PMID 18854350.
  3. ^ Crook M, Hally V, Panteli J, The importance of the refeeding syndrome, in Nutrition, vol. 17, n. 7-8, pp. 632-637.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Hearing S, Refeeding syndrome, in BMJ, vol. 328, n. 7445, 2004, pp. 908-909.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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