Sebastiano Castagna

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Sebastiano Castagna
NascitaAidone, 27 agosto 1868
MorteCusae, 5 ottobre 1938
Cause della morteAssassinio
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Armagenio militare
CorpoRegio corpo truppe coloniali d'Eritrea
Anni di servizio1889-1905
GradoSergente
GuerreGuerra di Abissinia
CampagneArbegnuoc
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Sebastiano Castagna (Aidone, 27 agosto 1868Cusae, 5 ottobre 1938) è stato un militare e ingegnere italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale in Africa Orientale Italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque ad Aidone il 27 agosto 1868, figlio di Adolfo e di Emma De Vecchi.[2] venne arruolato nel Regio Esercito nel 1889 plotone allievi sergenti nel 3º Reggimento genio.[2] Promosso sergente l'anno successivo, e destinato agli zappatori del Corpo speciale d'Africa, sbarcò a Massaua, Eritrea, il 28 ottobre 1890.[2] Quattro anni dopo era trasferito nel Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea e dopo avere partecipato alla campagna del 1895-1896, fu posto in congedo nel 1905 con il grado di furiere maggiore.[2] Stabilitosi in Etiopia, si distinse nel suo lavoro guadagnandosi la fiducia degli ambienti della Corte del Negus, venendo nominato Capo dei Lavori Pubblici progettando ed costruendo ponti, strade, acquedotti ed altre opere pubbliche.[2] Ad Addis Abeba, gli venne affidato, fra l’altro, il compito di costruire la chiesa di San Giorgio, la progettazione dell’acquedotto cittadino e la realizzazione di altre importanti opere.[2] Incaricato anche di importanti missioni dal Governo italiano, si dimostrò poi elemento prezioso nell’opera di pacificazione con gli indigeni.[2] Fu ucciso a Cusae il 5 ottobre 1938, dopo essere fuggito ad un tentativo di sequestro da parte di un capo locale, venendo poi insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Veterano delle prime campagne d’Africa, pioniere in tempi difficilissimi in terra d’Etiopia, assertore di nobile italianità in paesi ancora barbari, collaboratore prezioso dei nostri organi di Governo, poneva al servizio della Patria ogni sua capacità rendendosi degno artefice di quell’opera che ha indotto alla conquista dell’impero. Per la definitiva pacificazione delle terre conquistate, numerose volte, con ardimento senza pari, si offriva volontario per recarsi, senza alcuna difesa e senza sicure garanzie, presso capi avversari o ribelli. Caduto nel vile tranello di un capo ribelle traditore, che lo invitava con una lettera lusinghiera a presentarsi ad un colloquio per poi catturarlo quale ostaggio, egli, settantenne, riusciva a sottrarsi alla vigilanza e a riconquistare con la fuga la libertà. Ricercato e raggiunto attraverso la boscaglia non piegò la sua testa di eroe e cadeva sotto il fuoco avversario piuttosto che accettare la resa offertagli da un barbaro. Cusae, 5 ottobre 1938 .[3]»
— Regio Decreto 26 ottobre 1939.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p. 335.
  2. ^ a b c d e f g h Combattenti Liberazione.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare Castagna, Sebastiano, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 febbraio 2023.
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti il 9 gennaio 1940, registro 1 Africa Italiana, foglio 96.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Vol. 2: La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori Editore, 1992.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 335.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]