Scopello (Castellammare del Golfo)

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Scopello
frazione
Scopello – Veduta
Scopello – Veduta
Panorama di Scopello
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Trapani
Comune Castellammare del Golfo
Territorio
Coordinate38°04′13″N 12°49′05″E / 38.070278°N 12.818056°E38.070278; 12.818056 (Scopello)
Altitudine106 m s.l.m.
Abitanti118[1] (2001)
Altre informazioni
Cod. postale91014
Prefisso0924
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantiscopellesi
PatronoMaria Santissima del Soccorso
Giorno festivo21 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Scopello
Scopello

Scopello (Scupeḍḍu in siciliano[2]) è una località costiera italiana, frazione del comune di Castellammare del Golfo in provincia di Trapani, famosa per i suoi faraglioni e per il suo baglio.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

L'abitato conta circa 118 residenti[3], cresciuto attorno ad un antico baglio, distante poco più di 10 km dal capoluogo comunale, che d'estate diventano circa 2.000. Nei pressi si trova la Riserva Naturale Orientata dello Zingaro e i faraglioni, con l'attigua tonnara.

A poca distanza dal baglio si trova Guidaloca, una baia limitata dal "Pizzo della Gnacara" e dalla "Puntazza". Al suo interno si trova una grande spiaggia a forma d'arco formata da ciottoli, lunga circa 400 metri. Sul lato ovest della "cala" è presente una torre cilindrica risalente al XVI secolo, posta a guardia di quel tratto di costa.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Deve probabilmente il proprio nome ai faraglioni o scogli (in latino scopulus, in greco scopelos)[4].

Il primo insediamento sul promontorio dove si trova Scopello risale all'età ellenistica, poi continuato nelle epoche romana. Durante il periodo normanno fu demanio regio. Negli anni '30 del XIII secolo l'imperatore Federico II di Svevia concesse la terra di Scopello al piemontese Oddone de Camerana, e ai cavalieri lombardi arrivati con lui in Sicilia. Nel 1237 Oddone di Camerana e i suoi cavalieri lombardi si spostarono a Corleone, e l'imperatore Federico II concesse Scopello in feudo alla città di Monte San Giuliano (oggi Erice).

L'attuale borgata risale al XVII secolo ed è divisa in due parti: una torre normanna; un baglio, che la tradizione indica come d'epoca normanna, ma risalente al XVIII secolo, e una piazzetta con la chiesa di Santa Maria delle Grazie, parrocchia dal 1961, e poche case.

Ferdinando II di Borbone elesse l'area di Scopello, con il vicino omonimo bosco, al rango di riserva reale per la caccia, visitandola due volte nel 1830 e nel 1859. A motivo di queste visite, essendo prossima l'unità d'Italia, con la spedizione dei Mille gli scopellesi si schierarono dalla parte borbonica, tanto da ingaggiare una battaglia, tra il dicembre 1862 e il gennaio 1863, con le forze piemontesi che non riuscirono facilmente ad insediarsi nella borgata. La riserva di caccia di Scopello venne assegnata a una società statale che aveva il compito di dismettere i beni del vecchio stato borbonico e venne acquistata a prezzi bassissimi da affiliati alla mafia di Castellammare del Golfo che avevano sostenuto la causa unitaria e che poi rivendettero i terreni a prezzi di mercato[5]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

La tonnara[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tonnara di Scopello.
La tonnara di Scopello

La tonnara di Scopello è una delle più importanti e antiche di tutta la Sicilia: i primi fabbricati risalgono al XIII secolo, la tonnara vera e propria fu edificata nel XV secolo da Giovanni Sanclemente e ampliata dalla famiglia Sanclemente nel corso del XVI secolo; passò quindi alla Compagnia di Gesù e infine alla famiglia Florio.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dati Istat 2001, su dawinci.istat.it. URL consultato l'08-12-2011 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2014).
  2. ^ De Gregorio 1932.
  3. ^ Fonte Istat 2015
  4. ^ Il baglio di Scopello Archiviato il 19 marzo 2011 in Internet Archive.
  5. ^ Chiesascopellobalatadibaida.it. URL consultato l'8 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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