Rutilus pigus

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Pigo

Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Actinopterygii
Ordine Cypriniformes
Famiglia Cyprinidae
Genere Rutilus
Specie R. pigus
Nomenclatura binomiale
Rutilus pigus
Lacépède, 1803
Sinonimi

Cyprinus pigus, Leuciscus roseus, Leuciscus ryzela

Il pigo[1] (Rutilus pigo [Lacépède, 1803]) è un pesce appartenente alla famiglia dei Cyprinidae.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Il pigo è una specie endemica della penisola italiana, in particolare della Pianura Padana, diffusa nel bacino fluviale del Po e nel corso dei fiumi sfocianti nell'alto mar Adriatico, a partire ad est dal basso corso del fiume Stella. Abita le acque calme e profonde di fiumi e laghi. Nel secolo scorso è stato introdotto con successo in alcuni fiumi sfocianti nel mar Tirreno centro-settentrionale, come Magra, Serchio, Ombrone, Tevere.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo ciprinide presenta un corpo tozzo ed alto, con capo minuto.
In acque ferme o lente, con fondali ricchi di alghe, il corpo è verdastro sul dorso con le squame orlate di una tinta più scura, con tendenza al giallo oro sui fianchi mentre il ventre è color argenteo e le pinne grigie. In acque correnti, in particolare su fondali sabbiosi, il dorso assume tonalità giallognole con riflessi bluastri, mentre i fianchi sono argentati.
Gli esemplari adulti raggiungono una lunghezza massima di 60 cm ed un peso di 2 kg.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Il periodo riproduttivo avviene tra aprile e maggio, in acque basse infestate da erbe acquatiche.
Ogni femmina depone da 35.000 a 60.000 uova di 1-2 mm di diametro.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di detriti vegetali, micro organismi, vermi, larve ed insetti.

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Le carni sono buone, al contrario di molti ciprinidi, ma molto ricche di lische. Spesso commercializzato fresco nei mercati rivieraschi dei laghi prealpini. Sul Lago di Como, dove questi pesci vengono chiamati "pizzuola", essi vengono essiccati, salati e pressati in barile, andando a costituire un piatto tipico locale.
Per la pesca sportiva rappresenta una tipica preda della passata, le esche vanno dal bigattino e il lombrico alle alghe di fiume.


Pericoli[modifica | modifica wikitesto]

È minacciato sia dall'introduzione di specie alloctone che dalla costruzione di dighe e sbarramenti che impediscono le migrazioni riproduttive.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stefano Porcellotti, Pesci d'Italia, Ittiofauna delle acque dolci Edizioni PLAN 2005
  • Zerunian S. Condannati all'estinzione? Biodiversità, biologia, minacce e strategie di conservazione dei Pesci d'acqua dolce indigeni in Italia, Edagricole 2002
  • Bruno S., Maugeri S. Pesci d'acqua dolce, atlante d'Europa, Mondadori 1992
  • Kottelat M., Freyhof J. Handbook of European Freshwater Fishes, Publications Kottelat, Cornol (CH), 2007

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