Praterie e macchie xerofile dell'Etiopia
Praterie e macchie xerofile dell'Etiopia Ethiopian xeric grasslands and shrublands | |
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Il monte Ayalu | |
Ecozona | Afrotropicale (AT) |
Bioma | Deserti e macchia xerofila |
Codice WWF | AT1305 |
Superficie | 152 200 km² |
Conservazione | Vulnerabile |
Stati | Eritrea, Etiopia, Gibuti, Somalia |
Mappa dell'ecoregione | |
Scheda WWF |
Le praterie e macchie xerofile dell'Etiopia sono un'ecoregione dell'ecozona afrotropicale, definita dal WWF (codice ecoregione: AT1305), che si estende lungo le coste africane del mar Rosso e del golfo di Aden di Eritrea, Etiopia, Gibuti e Somalia. Questa ecoregione si incontra principalmente tra il livello del mare e gli 800 m di altitudine. Presenta, tuttavia, molte colline e massicci montuosi, che raggiungono i 1300 m di quota, così come profonde depressioni tettoniche, come quella della Dancalia, che si spinge fino a 155 m sotto il livello del mare. Questa regione è estremamente attiva tettonicamente, ed è spesso colpita da terremoti ed eruzioni vulcaniche. Le precipitazioni sono molto scarse e le medie annue variano tra i 100 e i 200 mm, aumentando man mano che ci si allontana dalla costa. Presenta numerose specie di grande interesse naturalistico, come Heteromirafra archeri, una specie di dracena (Dracaena ombet), e una gran varietà di ungulati del deserto, compresa l'ultima popolazione vitale di asino selvatico africano (Equus africanus somalicus)[1].
Territorio
[modifica | modifica wikitesto]È un'arida regione di semideserto che occupa 152.200 chilometri quadrati lungo la costa africana del mar Rosso e del golfo di Aden. Comprende l'estremità meridionale della costa del Sudan, l'intera Eritrea fatta eccezione per l'estremità meridionale della costa e l'interno della parte settentrionale del paese, la regione dell'Etiopia confinante con Gibuti e il sud dell'Eritrea, l'intero Gibuti salvo la costa nord, e la costa nord-occidentale della Somalia. Sulla costa tra Eritrea e Gibuti confina con il deserto costiero dell'Eritrea. A sud e ad ovest si incontra la boscaglia e macchia di Acacia-Commiphora somala; a est, le boscaglie xerofile montane della Somalia; e a nord, la savana ad acacia del Sahel.
Il clima è molto caldo e secco. La media delle precipitazioni annue varia da meno di 100 mm nei pressi della costa a circa 200 mm nell'interno. La media delle temperature minime oscilla tra i 21 e i 24 °C, e la temperatura media massima è di circa 30 °C[1].
Flora
[modifica | modifica wikitesto]La vita vegetale della regione necessita di ulteriori studi, che sono stati ostacolati dalle instabilità politica che ha colpito la regione nel corso degli ultimi 30 anni, a causa della quale molti elementi della flora sono ancora molto poco conosciuti. Tra gli endemismi della regione vi è una specie di dracena (Dracaena ombet). Come esempio della ricchezza floristica, si stima che nel Gibuti siano state osservate tra le 825 e le 950 specie, anche se molte di esse si incontrano solo in piccole zone periferiche delle foreste montane dell'Etiopia. Queste regioni del Gibuti coincidono con le foreste di Day e con quelle del massiccio dei Mabla, al di sopra dei 1100 m[1].
Fauna
[modifica | modifica wikitesto]Tra i mammiferi qui presenti vi sono gli ultimi asini selvatici somali (Equus africanus somalicus) che è possibile incontrare in natura, nella penisola di Buri in Eritrea. Tra gli altri animali erbivori figurano il beira, la gazzella del deserto, la gazzella di Sömmerring, il gerenuk e l'orice beisa. L'unico mammifero veramente endemico è un gerbillo, Gerbillus acticola. È presente un certo numero di rettili tipici degli ambienti aridi, tra cui le lucertole endemiche Hemidactylus arnoldi e Tropiocolotes tripolitanus somalicus. Tra gli uccelli ricordiamo l'allodola di Archer (Heteromirafra archeri)[1].
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]La densità demografica umana è normalmente inferiore ai dieci abitanti per chilometro quadrato. In alcune aree, vi è meno di un abitante per chilometro quadrato. I gruppi etnici dominanti sono i pastori nomadi Afar e un clan somalo, gli Issa. La densità umana, tuttavia, non tiene conto degli animali da pascolo. Lo Stato di conservazione di questa ecoregione è vulnerabile: le aree protette sono poche e anche in quelle presenti non sempre vengono fatte rispettare le misure di protezione. La copertura vegetale è stata danneggiata, soprattutto dal pascolo del bestiame, ma anche dalla raccolta di legna da ardere e dal disboscamento per far posto a nuovi terreni agricoli. L'unica area protetta della regione è la riserva degli asini selvatici di Mille-Serdo in Etiopia, ma è prevista l'istituzione di aree protette anche nella penisola di Buri e nella depressione della Dancalia in Eritrea. Le aree urbane della regione sono i porti di Massaua in Eritrea, la città di Gibuti e Berbera in Somalia. Tra le città più piccole figurano l'antica capitale della regione degli Afar, Asaita, in Etiopia e porti più piccoli lungo la costa come Tadjoura nel Gibuti e Zeila in Somalia. Tra le località turistiche della regione ricordiamo le isole Dahlak, meta prediletta per le immersioni[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su praterie e macchie xerofile dell'Etiopia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su oneearth.org.