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Borsa valori

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Tabellone di una borsa valori

La borsa valori o borsa finanziaria, colloquialmente borsa, è un mercato finanziario regolamentato, dove vengono scambiati valori mobiliari e valute. I tre tipi di prodotti finanziari che vengono scambiati in borsa sono azioni, obbligazioni e derivati.

La borsa è un mercato secondario, essendovi trattati strumenti finanziari che sono già stati emessi e quindi già in circolazione quando la società non era ancora quotata. La borsa è anche un mercato regolamentato e ufficiale, poiché vi sono disciplinate in modo specifico tutte le operazioni di negoziazione e loro modalità, gli operatori, le tipologie contrattuali ammesse etc.[1]

Le società quotate possono ritirarsi (o essere ritirate) dalla borsa tramite delisting, mentre quelle non quotate possono entrarvi (o rientrarvi) se rispettano determinati parametri, per esempio avere un determinato ammontare di capitale sociale.

Il Codice di Hammurabi

La prima evidenza scritta di operatori di cambio, prestiti e depositi si ha in Babilonia con il codice di Hammurabi[2][3][4][5], cui sono seguite figure come il trapezita dell'antica Grecia, gli "argentarii" Etruschi, e il loro discendente mensaurius nell'antica Roma.[6] L'economista Ulrike Malmendier dell'Università della California a Berkeley sostiene che un mercato azionario esistesse già nell'antica Roma, derivato dagli “Argentari” etruschi. Ma, nonostante la compartecipazione alle imprese sia antica, queste figure non operano ancora nel mercato borsistico, specializzato nello scambio dei titoli, che nascerà propriamente solo ad Amsterdam nel '600.[7]

Nella Repubblica romana, esistita per secoli prima della fondazione dell'Impero, esistevano le societates publicanorum, organizzazioni di appaltatori o affittuari che svolgevano attività di costruzione di templi e altri servizi per il governo. Uno di tali servizi era il nutrimento delle oche sul Campidoglio, come ricompensa per gli uccelli dopo che il loro starnazzare aveva avvertito di un'invasione gallica nel 390 a.C. I partecipanti a tali organizzazioni avevano delle partes o quote, un concetto citato più volte dallo statista e oratore Cicerone. In un suo discorso, Cicerone cita “azioni che all'epoca avevano un prezzo molto alto”. Ciò, secondo Malmendier, suggerisce che i titoli erano negoziabili con valori fluttuanti basati sul successo di un'organizzazione. Le societas caddero nell'oblio al tempo degli imperatori, poiché la maggior parte dei loro servizi furono assunti da agenti diretti dello Stato.

Borsa di Francoforte

Storicamente i primi prestiti risalgono al tardo Medioevo italiano. Nel 1300, i mercanti veneziani portavano con loro delle lavagne dove annotavano le informazioni sulle varie emissioni di prestiti e incontravano i clienti, un po' come fa oggi un broker.[8] I mercanti veneziani furono i primi a introdurre il principio dello scambio di debiti tra prestatori di denaro; chi voleva trasferire un prestito ad alto rischio e ad alto interesse poteva scambiarlo con un altro prestito presso un’altra persona. Potevano essere acquistati anche titoli di debito pubblico. Come naturale evoluzione della loro attività, i mercanti che prestavano denaro iniziarono a vendere le emissioni di debito ai primi investitori individuali alla fine del 1900. I veneziani divennero i massimi esperti e furono i primi a iniziare a negoziare titoli di altri governi, pur senza intraprendere commerci privati con l'India. Gli italiani non si collegarono via terra con la Via della Seta cinese. Lungo la potenziale rotta commerciale terrestre, l'imperatore asburgico (austriaco) Federico II respinse l'avanzata del mongolo Batu Kahn (Orda d'Oro) nel 1241.[9]

A partire dal tardo medioevo, nelle città-stato italiane nacquero e si diffusero i titoli negoziabili, i biglietti di cambio, le imprese, il sistema bancario per registro – fino alla costituzione intorno al XV secolo dei primi organismi bancari importanti e alla trasformazione delle fiere in luoghi di scambio e di commercio. Queste innovazioni vennero portate a Bruges nel '300, nuovo luogo di incontro dei mercanti italiani commercianti nella regione anseatica.[10]

La Borsa di New York (New York Stock Exchange) al n.11 di Wall Street in New York, la più grande borsa del mondo per capitalizzazione totale delle società ivi quotate.

Il termine "Borsa" deriva dalle riunioni per determinare il valore delle merci e delle valute che si tenevano a Bruges nel '300 e nel '400 presso il palazzo Ter Buerse (già taverna che radunava mercanti e specializzata nella loro consulenza[11], poi centro della piazza luogo degli scambi monetari e delle sedi "nazionali" dei mercanti stranieri), costruito dall'antica famiglia aristocratica Van der Bourse, che decorò (com'è ancora visibile) l'ingresso del palazzo con il proprio simbolo araldico: tre borse.[12] Dopo Bruges, le prime borse sorsero ad Anversa nel 1531, a Lione nel 1548 e a Francoforte sul Meno nel 1585. Il cammino delle borse fu quello di passare da una gestione privata ad una pubblica, fortemente regolamentata.

Gli studiosi non si sono mai trovati d'accordo su quando siano state scambiate per la prima volta le azioni societarie. Alcuni ritengono che l'evento chiave sia la fondazione della Compagnia olandese delle Indie orientali nel 1602, mentre altri indicano sviluppi molto precedenti (Bruges, Anversa nel 1531 e Lione nel 1548). Il primo libro della storia degli scambi di titoli, Confusion of Confusions, è stato scritto dal commerciante olandese-ebraico Joseph de la Vega, e la Borsa di Amsterdam è spesso considerata il più antico mercato di titoli “moderno” del mondo.[13]

Joseph de la Vega, noto anche come Joseph Penso de la Vega e con altre varianti del suo nome, era un commerciante di Amsterdam di famiglia ebrea spagnola, scrittore prolifico e uomo d'affari di successo nella Amsterdam del XVII secolo. Il suo libro del 1688, Confusion of Confusions, spiegava il funzionamento del mercato azionario della città. Il libro, sotto forma di dialogo tra un mercante, un azionista e un filosofo, descriveva un mercato sofisticato ma anche incline agli eccessi. De la Vega offriva consigli ai lettori su argomenti quali l'imprevedibilità delle oscillazioni del mercato e l'importanza della pazienza negli investimenti.

Nel XVII secolo si ebbe la diffusione della società per azioni, si aprirono le prime Casa de Contratación, a Siviglia, a Londra e a Parigi, e nel 1561 la Borsa di Amsterdam prese il posto, come importanza, di quella di Anversa, specializzandosi sia nella contrattazione di merci che di titoli.

In Inghilterra, il re olandese Guglielmo III cercò di modernizzare le finanze del regno per finanziare le guerre; così, nel 1693 furono emessi i primi titoli di Stato e l'anno successivo fu istituita la Banca d'Inghilterra. Poco dopo, le società per azioni inglesi iniziarono ad essere quotate in borsa.

I primi agenti di borsa londinesi, tuttavia, furono banditi dal vecchio centro di scambio noto come Royal Exchange, a quanto si dice per i loro modi sgarbati. Il nuovo commercio si svolgeva invece nei caffè lungo Exchange Alley. Nel 1698, un broker di nome John Castaing, che operava nella Jonathan's Coffee-House, iniziò a pubblicare regolarmente i listini dei prezzi delle azioni e delle merci. Questi listini segnano l'inizio dell’avvio delle contrattazioni della Borsa di Londra.[14]

Se agli inizi del XVIII secolo l'attività borsistica ricevette un grande impulso dall'espansione dei traffici, dell'emissione di titoli, degli investimenti, e dei debiti pubblici, a causa di forti speculazioni durante le varie guerre si ebbero una lunga serie di tracolli.

Intorno al 1720 si verificò una delle più grandi bolle finanziarie della storia. Al centro c'erano la South Sea Company, creata nel 1711 per gestire il commercio inglese con il Sud America, e la Compagnia del Mississippi, incentrata sul commercio con la colonia francese della Louisiana e creata dal finanziere scozzese John Law, che agiva di fatto come banchiere centrale della Francia. Gli investitori si accaparrarono le azioni di entrambe e di qualsiasi altro titolo disponibile. Nel 1720, all'apice dell’entusiasmo, ci fu persino un'offerta di una società per la realizzazione di un'"impresa di grande vantaggio", ma nessuno oggi sa quale fosse.

Alla fine dello stesso anno, i prezzi delle azioni cominciarono a crollare poiché divenne chiaro che le aspettative di imminente ricchezza dalle Americhe erano sovrastimate. A Londra, il Parlamento approvò il Bubble Act, che stabiliva che solo le società con una concessione reale potevano emettere azioni pubbliche. A Parigi, Law fu destituito dal suo incarico e fuggì dal paese. Nei decenni successivi il commercio di azioni divenne più limitato e moderato. Tuttavia, il mercato sopravvisse e, negli anni 1790, iniziò la negoziazione delle azioni nella giovane nazione degli Stati Uniti. Il 17 maggio 1792, fu inaugurata la Borsa di New York sotto un Platanus occidentalis (buttonwood tree) a New York. 24 agenti di borsa firmarono il Buttonwood Agreement, accettando di negoziare cinque titoli sotto quell’albero di buttonwood.[15]

Età contemporanea

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Nella prima metà del XIX secolo in Francia si assistette ad un boom speculativo che portò alla nascita di oltre 500 società in accomandita per azioni, sviluppatesi soprattutto a Parigi e a Lione. Nello stesso periodo in Inghilterra, grazie all'abolizione del Bubble Act, si ebbe una forte espansione del mercato; qui la diffusione delle azioni industriali nei centri provinciali - mentre Londra si occupava soprattutto delle azioni ferroviarie e delle società internazionali - rendeva il mercato notevolmente diffuso, a macchia di leopardo, sul territorio nazionale. Negli Stati Uniti d'America i primi cinque decenni del secolo furono scanditi dalle differenti politiche dei vari Presidenti, che agevolarono oppure ostacolarono l'espansione dei mercati finanziari e azionari.[6]

Borsa di Londra
Borsa di Tokyo

Attività tipica

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Compito della borsa è quello di ricevere gli ordini di compravendita dagli operatori ed eseguirli, attenendosi alla legge della domanda e dell'offerta (cioè maggiore è la richiesta di un titolo e maggiore ne diviene il prezzo per acquistarlo, maggiore è l'offerta di un titolo e minore ne diviene il prezzo che si ottiene nel venderlo).

Gli attori nel moderno sistema del mercato online della borsa sono:

Gli intermediari finanziari generalmente conosciuti con il termine Broker;

L'attività svolta dai Brokers è l'intermediazione tra l'accesso alla negoziazione nel mercato online (Trading) e la fornitura del servizio di accesso ai traders e ai professionisti. Si tratta di un'attività fortemente regolamentata, per la quale è necessario ottenere un'apposita autorizzazione, ed è vigilata in tutto il mondo, dalle rispettive autorità di vigilanza, in Italia dalla Consob e dalla Banca D'Italia.

I traders, termine comunemente in uso indicante la figura dell'investitore;

Il lavoro degli operatori (traders) viene chiamato trading ("scambio"), intendendo per scambio, l'acquisto e la vendita di un bene immateriale, ma fortemente reale e concreto qual è il valore delle oscillazioni degli Indici o delle azioni negoziate nel Trading online. I software di negoziazione online hanno strumenti di trasferimento che connettono i software e conti di trading e che trasformano il valore virtuale delle oscillazioni in denaro tangibile e prelevabile generalmente attraverso Bonifico o altri sistemi di pagamento anche istantanei, comunemente in uso. L'attività di trading è regolamentata[16] al livello Europeo con sanzioni penali e/o amministrative per gli Intermediari finanziari, ma è libera, non necessita di autorizzazioni in pressoché tutti gli ordinamenti a eccezione per le attività svolte su conti professionali.

I Professionisti BNT di borsa negoziazione e titoli che svolgono le attività multidisciplinari di negoziazione; Insegnamento e stime dei valori nella specifica categoria Borse e Titoli istituita in Italia dal D.lgs 109/2023[17].

Il sistema scambi organizzato

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Dal 1998 in tutte le nazioni che aderiscono all'UE e all'OCSE, i mercati regolamentari possono avere regolamenti interni e statutari decisi dalla società di gestione; tale mercato è definito "SSO (Sistema di Scambi Organizzati)" ed è anche detto più comunemente "Borsa" (Borsa Privata), che quindi si può suddividere in "indipendente" (come la Borsa Privata) ed in "istituzionale" (come la Borsa centrale, in genere dello Stato - per l'Italia, Borsa Italiana o Italian Stock Exchange); il mercato istituzionale adotta nel suo registro e nella propria compagine societaria e/o tra le aziende quotate/quotabili enti pubblici, società pubbliche, società miste ovvero accreditamenti istituzionali, ovvero aziende che siano titolari di concessioni o che abbiano requisiti per partecipare a concordati o ad appalti pubblici.

Il primo SSO privato e indipendente italiano è TEMEX ("Terzo Mercato Exchange").[senza fonte] In seguito molti istituti bancari e SIM hanno adottato internamente un proprio SSO, in cui è possibile acquistare o vendere quote di società ivi quotate, direttamente da sportelli bancari e\o presso promotori finanziari, ovvero agenzie di intermediazione. L'unico SSO privato istituzionale (istituzionalizzato) fu il MAC ("Mercato Alternativo del Capitale"), dal 2006 rilevato da Borsa Italiana. Il primo SSO in Europa Continentale fu SmallXChange, società (Ltd) panamense con sede in Inghilterra.

Lo stesso argomento in dettaglio: Borsa Italiana.
Borsa Italiana

In Italia prima dell'avvento della borsa telematica, oltre alla Borsa di Milano erano presenti anche queste piazze di scambio minori e con funzione prettamente regionale: Borsa Valori di Roma; Borsa Valori di Torino; Borsa Valori di Bologna, Borsa Valori di Genova; Borsa Valori di Venezia; Borsa Valori di Firenze; Borsa Valori di Napoli; Borsa Valori di Palermo; Borsa Valori di Trieste.

Borse valori maggiori

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Le seguenti sono le 20 maggiori borse valori per capitalizzazione di mercato (in miliardi di dollari statunitensi), secondo la Federazione Mondiale delle Borse.[18]

P. Economia Borsa Capitalizzazione
(miliardi di $)
Volume di scambi
(miliardi di $)
1 Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti Europa (bandiera) Europa NYSE Euronext (US & Europa) 16918 15019
2 Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti Europa (bandiera) Europa NASDAQ-OMX (US & Nord Europa) 5578 10371
3 Giappone (bandiera) Giappone Borsa del Giappone (Japan Exchange Group) 3681 3606
4 Regno Unito (bandiera) Regno Unito Borsa di Londra (London Stock Exchange) 3397 2194
5 Hong Kong (bandiera) Hong Kong Borsa di Hong Kong (Hong Kong Stock Exchange) 2832 1106
6 Cina (bandiera) Cina Borsa di Shanghai (Shanghai Stock Exchange) 2547 2599
7 Canada (bandiera) Canada Borsa di Toronto (Toronto Stock Exchange) 2059 1357
8 Germania (bandiera) Germania Borsa di Francoforte (Deutsche Börse) 1486 1276
9 Australia (bandiera) Australia Borsa Australiana (Australian Securities Exchange) 1387 936
10 India (bandiera) India Borsa di Bombay (Bombay Stock Exchange) 1263 110
11 India (bandiera) India Borsa valori indiana (National Stock Exchange of India) 1234 526
12 Svizzera (bandiera) Svizzera Borsa di Zurigo (SIX Swiss Exchange) 1233 585
13 Brasile (bandiera) Brasile Borsa di San Paolo (BM&F Bovespa) 1227 875
14 Corea del Sud (bandiera) Corea del Sud Borsa della Corea (Korea Exchange) 1179 1518
15 Cina (bandiera) Cina Borsa di Shenzhen (Shenzhen Stock Exchange) 1150 2369
16 Spagna (bandiera) Spagna Borsa Spagnola (Bolsas y Mercados Españoles) 995 852
17 Sudafrica (bandiera) Sudafrica Borsa di Johannesburg (Johannesburg Securities Exchange) 908 336
18 Russia (bandiera) Russia Borsa di Mosca (Moscow Interbank Currency Exchange) 825 337
19 Singapore (bandiera) Singapore Borsa di Singapore (Singapore Exchange) 765 256
20 Taiwan (bandiera) Taiwan Borsa di Taiwan (Taiwan Stock Exchange) 735 679
  1. ^ https://www.borsaitaliana.it/borsa/glossario/mercato-regolamentato.html
  2. ^ Moorey, P R S, Ancient Mesopotamia :Materials and Industries The Archaeological Evidence, Eisenbrauns, 1 Nov. 1999, ISBN 1-57506-042-6. URL consultato l'8 giugno 2012.
  3. ^ Beaudreau, B C – World Trade iUniverse, 13 Sep 2004 ISBN 0595778445 Retrieved 2012-06-08
  4. ^ secondary references – [1] + [2] + [3] + [4]
  5. ^ Chahin, M. – Before the Greeks James Clarke & Co., 1996 ISBN 0718829506 Retrieved 2012-06-08
  6. ^ a b Loretta Bruschini Vincenzini, "Storia della Borsa", Newton, 1996, pag.10
  7. ^ Edward Peter Stringham, Nicholas A. Curott, On the Origins of Stock Markets [Part IV: Institutions and Organizations; Chapter 14], pp. 324-344, in The Oxford Handbook of Austrian Economics, edited by Peter J. Boettke and Christopher J. Coyne. (Oxford University Press, 2015, ISBN 978-0199811762).
    (inglese)
    «Business ventures with multiple shareholders became popular with commenda contracts in medieval Italy (Greif, 2006, p. 286), and Malmendier (2009) provides evidence that shareholder companies date back to ancient Rome. Yet the title of the world's first stock market deservedly goes to that of seventeenth-century Amsterdam, where an active secondary market in company shares emerged. The two major companies were the Dutch East India Company and the Dutch West India Company, founded in 1602 and 1621. Other companies existed, but they were not as large and constituted a small portion of the stock market (Israel [1989] 1991, 109–112; Dehing and 't Hart 1997, 54; de la Vega [1688] 1996, 173).»
    (italiano)
    «Attività speculative con molti azionisti divennero popolari con i contratti di commenda nell'Italia medievale (Greif, 2006, p. 286), e Malmendier (2009) fornisce l'evidenza che le società per azioni risalgono all'antica Roma. Tuttora il titolo di primo mercato azionario del mondo se lo merita quello secentesco di Amsterdam, dove emerse un attivo mercato secondario in società per azioni. Le due società maggiori furono la Dutch East India Company e la Dutch West India Company, fondate nel 1602 e nel 1621. Altre società esistevano, ma esse non erano così grandi e costituivano una piccola parte del mercato azionario (Israele [1989] 1991, 109–112; Dehing e 't Hart 1997, 54; de la Vega [1688] 1996, 173).»
  8. ^ Reinhold Christopher Mueller, The Venetian Money Market: Banks, Panics, and the Public Debt, 1200-1500, Johns Hopkins University Press, 2019, ISBN 978-1-4214-3144-4. URL consultato l'8 ottobre 2025.
  9. ^ Letter of Güyük Khan to Pope Innocent IV, in Vatican Secret Archives, Vatican City, Inv. No. A. A., Arm. I-XVIII, 1245.
  10. ^ Copia archiviata, su nbbmuseum.be. URL consultato il 12 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2019).
  11. ^ http://www.belgiumview.com/belgiumview/tl2/view0001212.php4?pictoshow=0001212ab
  12. ^ B. Mark Smith, The Equity Culture: The Story of the Global Stock Market., Farrar, Straus and Giroux, 2003 [4 agosto 2015], ISBN 0-374-28175-0.
  13. ^ Fernand Braudel e Siân Reynolds, The wheels of commerce, collana Civilization and capitalism, 15th-18th century, Harper and Row, 1982, ISBN 978-0-06-015091-4.
  14. ^ Stockbroker 101 - A Cool History, su stockbroking101.com, Stockbroker 101. URL consultato il 22 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2018).
  15. ^ History of the NY Stock Exchange, su loc.gov, Library of Congress, maggio 2004. URL consultato il 22 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2016).
  16. ^ Direttiva 2014/65/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014 , relativa ai mercati degli strumenti finanziari e che modifica la direttiva 2002/92/CE e la direttiva 2011/61/UE (rifusione) Testo rilevante ai fini del SEE, su eur-lex.europa.eu.
  17. ^ Regolamento concernente l'individuazione di ulteriori categorie dell'albo dei consulenti tecnici di ufficio e dei settori di specializzazione di ciascuna categoria, l'individuazione dei requisiti per l'iscrizione all'albo, nonché la formazione, la tenuta e l'aggiornamento dell'elenco nazionale., su gazzettaufficiale.it.
  18. ^ Federazione Mondiale delle Borse (dati mensili);, su world-exchanges.org (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2014).
  • Roberto Araldi, Andamenti dei mercati borsistici e comportamenti umani, Giappichelli, Torino, 2008.
  • Roberto Araldi, L'influenza delle distorsioni cognitive sull'andamento dei mercati borsistici, Giappichelli, Torino, 2011.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Informativa societaria (non ufficiale)
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