Pescarzo (Capo di Ponte)

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Pescarzo
frazione
Pescarzo – Veduta
Pescarzo – Veduta
Panorama di Pescarzo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Comune Capo di Ponte
Territorio
Coordinate46°01′56.28″N 10°19′41.34″E / 46.0323°N 10.32815°E46.0323; 10.32815 (Pescarzo)
Altitudine612 m s.l.m.
Abitanti
Altre informazioni
Cod. postale25044
Prefisso0364
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantipescarzesi
PatronoSS. Vito, Modesto e Crescenzia
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pescarzo
Pescarzo

Pescarzo (Pehcàrh in dialetto camuno[1]) è una frazione del comune di Capo di Ponte. Esistono due paesi con questo nome in Val Camonica, l'altro si trova nel comune di Breno.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il paese sorge sulla sponda nord della valletta del Clegna, in posizione dominante sulla media Val Camonica, a ridosso di un piccolo altipiano. Il borgo medioevale di Pescarzo è il luogo che sa farci riconoscere la nostra identità. Camminando tra i vicoli, qualcosa di straordinario pervade l'anima del visitatore: un'armonia tra luogo ed espressione, nei semplici gesti degli artigiani, tra i sorrisi dei bimbi e gli sguardi pieni di storia degli anziani. Pescarzo è rimasta a testimoniare per secoli il senso della nostra storia e continua a darci la possibilità di immergerci in tanta purezza.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Valle Camonica.
Pescarzo (in alto a destra)

Sabato 4 aprile 1299 i consoli della vicinia di Pescarzo si recano ad Cemmo dove è presente Cazoino da Capriolo, camerario del vescovo di Brescia Berardo Maggi. Qui giurano secondo la formula consueta fedeltà al vescovo, e pagano la decima dovuta. Assieme agli uomini di Sellero dovevano far da guardia al castello di Cemmo.[2]

Il borgo attuale è di struttura medievale, ma è stata rinvenuta una abitazione alpina dell'età del ferro che conferma l'antropizzazione della zona già a quel tempo. I reperti sono conservati al Museo di Cividate Camuno.

Nel 1987 si è proceduti in un progetto pilota di restauro conservativo, al fine di valorizzare il centro storico del paese.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Le chiese di Pescarzo sono:[3]

  • Parrocchiale di San Vito, Crescenzia e Modesto, costruzione seicentesca, fatta erigire su consiglio di San Carlo Borromeo.
  • Chiesa di San Rocco

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

La frazione durante l'estate conta circa 180 abitanti,ma di inverno e d'autunno 150.

Gli scütüm sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomiglioli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue gli abitanti di Pescarzo di Capo di Ponte è Bàsoi .[4] Immaginarti · La nostra storia “ImmaginArti” a Pescarzo di Capo di Ponte nasce nel 2000, grazie ad un'idea di Emilio Visconti, fondatore della Scuola Bottega di Bienno. L'intento della mostra è quello di radunare nel caratteristico borgo tardomedioevale un insieme di artigiani locali e provenienti dall'esterno per far rivivere la cultura e la tradizione dell'artigianato, ormai largamente perduta. Agli abitanti del borgo viene chiesto di mettere a disposizione i locali a pian terreno delle abitazioni, i cortili interni, i fondaci e le cantine, che si trasformano per alcune sere d'estate in altrettante botteghe di artigianato tradizionale e sono aperte all'affluenza dei visitatori, che possono - ad un tempo - visitare il centro storico ed ammirare le creazioni in mostra ed il lavoro dei maestri artigiani all'opera. ImmaginArti” è una manifestazione che raccoglie oltre settanta Maestri Artigiani provenienti dalla Vallecamonica e dal centro e nord Italia, che per nove giorni espongono le proprie opere nel centro storico. Grazie alla tradizionale ospitalità degli abitanti, cortili e cantine si trasformano in altrettanti laboratori e botteghe che diventano esposizioni aperte ai numerosissimi visitatori. Le strade, illuminate col fuoco di mille ceri, ogni sera si popolano di ospiti, musici e saltimbanchi in una grande festa che si protrae fino a notte fonda. Immaginarti • I nostri artigiani I Maestri Artigiani espongono esclusivamente prodotti che sono il frutto della propria abilità creatività e fantasia, spaziando dalle attività di artigianato tradizionale, alle sperimentazioni polimateriche e alle applicazioni artistiche. Ai maestri provenienti dalla Vallecamonica e da altre zone dell'Italia centrosettentrionale, si affiancano inoltre numerosi artigiani e hobbisti della comunità locale, facenti parte dell'Associazione “Arti Camunorum”. I generi presenti a “ImmaginArti” sono soprattutto la pittura, la scultura, l'intaglio del legno, la lavorazione della pietra, la tessitura tradizionale, l'oreficeria e l'argento, il rame ed i metalli, la lavorazione della ceramica, il ricamo, la sartoria, l'intreccio, il restauro, la fotografia, l'affresco e l'acquarello. Eccezionalmente, sono presenti lungo il percorso espositivo allestimenti di associazioni non profit e degustazione e vendita di prodotti tipici locali.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Il paese era famoso per l'estrazione di ardesia (piòda in dialetto camuno), un tempo usata per i tetti delle case. Alla fine del seicento Gregorio Brunelli cita la copiosità di questa pietra predona.[5]

Citazioni[modifica | modifica wikitesto]

«A' mano sinistra sopra Cemo, piegando alquanto tra mattina e settentrione, luogo di rettoria parochiale, sotto il titolo di s.Vito e Modesto, si ritrova, detto Pescarzo di sopra, à differenza dell'altro di Breno»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tratto da: Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 162.
  2. ^ Gabriele Archetti, Berardo Maggi - Vescovo e signore di Brescia, Brescia, ottobre 1994, p. 306.
  3. ^ Tratto da: Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 112.
  4. ^ Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 163.
  5. ^ a b Marcello Ricardi, Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 290.

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