Pantoprazolo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Pantoprazolo
Nome IUPAC
(RS)-5-(difluorometossi)- 2-[(3,4-dimetossipiridin-2-yl) metilsulfinil]- 3H-benzoimidazolo
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC16H15F2N3O4S
Massa molecolare (u)383,371 g/mol
Numero CAS102625-70-7
Numero EINECS600-331-6
Codice ATCA02BC02
PubChem4679
DrugBankDB00213
SMILES
COC1=C(C(=NC=C1)CS(=O)C2=NC3=C(N2)C=C(C=C3)OC(F)F)OC
Dati farmacologici
Categoria farmacoterapeuticaInibitore della pompa protonica
TeratogenicitàB, nessuna
Modalità di
somministrazione
Orale e intravenosa
Dati farmacocinetici
Biodisponibilità77%
MetabolismoEpatico
Emivita1 ora
EscrezioneRenale
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
irritante
attenzione
Frasi H302
Consigli P---[1]

Il pantoprazolo è uno degli inibitori della pompa protonica, prodotto dalle case farmaceutiche Abbott, Almirall, Takeda Italia, Sanofi e Angelini e venduto rispettivamente con il brand Pantecta, Pantopan, Pantorc, Buscopan Reflusso e Pireflux.

Dal 2010 è il primo inibitore della pompa protonica a diventare disponibile come farmaco da banco, ovvero acquistabile come automedicazione senza ricetta medica.[2][3]

Indicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Viene utilizzato contro l'ulcera gastrica e duodenale, malattie del reflusso gastroesofageo e la sindrome di Zollinger-Ellison.

Nonostante alcune differenze a livello di farmacocinetica, tutte le diverse molecole degli IPP non sembrano avere profili di efficacia clinica significativamente diversi tra loro, anche nei protocolli per l'eradicazione dell'Helicobacter pylori; in ambito di sanità pubblica e farmacoeconomia, la scelta tra i diversi IPP dovrebbe quindi tenere conto anche del rapporto costi/benefici, orientandola in direzione delle molecole più economiche a parità di efficacia (come il lansoprazolo)[4].

Controindicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Uno studio condotto su larga scala e pubblicato nel 2016 ha dimostrato che l'assunzione prolungata di inibitori di pompa protonica negli anziani aumenta il rischio di sviluppare progressivamente la demenza.[5]

L’assunzione prolungata di IPP può essere associato anche ad un'alterazione del livello di cromogranina A (CgA) che in sede di analisi viene utilizzata come marcatore dei tumori neuroendocrini. I livelli di cromogranina A ritornano normali dopo 14 giorni dall'interruzione del trattamento.[6][7]

Dosaggi[modifica | modifica wikitesto]

Farmacodinamica[modifica | modifica wikitesto]

Gli inibitori della pompa protonica (come ad esempio anche l'omeprazolo) servono a inibire la secrezione degli acidi gastrici, prodotti in maniera anomala dall'individuo, bloccando il sistema enzimatico idrogeno-potassio adenosintrifosfatasi.

Si consiglia di somministrare il pantoprazolo alla mattina, prima o durante la colazione, in quanto l'inibizione della secrezione acida è maggiore la mattina piuttosto che la sera[8].

Effetti indesiderati[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli effetti collaterali più comuni si annoverano quelli correlati al sistema gastrointestinale: dolore addominale, diarrea, nausea, vomito, secchezza delle fauci. Il più diffuso è la diarrea che si manifesta nel 4% circa dei soggetti. Dopo gli effetti gastrointestinali i più frequenti sono quelli legati al sistema nervoso centrale, come vertigine, cefalea, sonnolenza, astenia e nervosismo; tra questi il più comune è la cefalea che affligge l'1,4% dei pazienti. Con incidenza minore si possono manifestare effetti dermatologici (prurito e rash cutanei).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sigma Aldrich; rev. del 14.02.2011, riferita al sale sodico idrato
  2. ^ Pantoprazolo-unifarm (PDF) [collegamento interrotto], su intesa.unifarm.it.
  3. ^ Disponibile inibitore della pompa protonica senza ricetta, su tantasalute.it (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  4. ^ Evidenze scientifiche sulla scelta degli IPP
  5. ^ Willy Gomm PhD, Klaus von Holt PhD, Friederike Thomé MSc et al. , Association of Proton Pump Inhibitors With Risk of Dementia, A Pharmacoepidemiological Claims Data Analysis, JAMA Neurol. 2016 Apr 1
  6. ^ Korse CM, Muller M, Taal BG: Discontinuation of proton pump inhibitors during assessment of chromogranin A levels in patients with neuroendocrine tumors
  7. ^ Pregun I, Herszényi L, Juhász M, Miheller P, Hritz I, Patócs A, Rácz K, Tulassay Z. Effect of proton-pump inhibitor therapy on serum chromogranin a level
  8. ^ Müssig S., Witzel L., Gastroenterology, 1993, 104, A154

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • British National Formulary, Guida all’uso dei Farmaci 4ª Edizione, Lavis, Agenzia Italiana del Farmaco, 2007.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]