Oloferne (goletta)

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Oloferne
La goletta Oloferne in navigazione nell'estate 2010
Descrizione generale
TipoVeliero
CantiereCantiere Russo di Messina
Varo1944
Caratteristiche generali
Dislocamento40 t
Lunghezza23 m
Larghezza4,5 m
Pescaggiom
PropulsioneA vela:

A motore:

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La Oloferne è una goletta in legno varata a Messina nel 1944[1] nei cantieri Russo. Inizialmente fu classificata come imbarcazione da lavoro e utilizzata per una ventina d'anni come imbarcazione di cabotaggio, soprattutto nelle rotte tra la Sicilia e le isole Eolie.

Nel 1975 fu utilizzato per la ripresa del film Il Conte di Montecristo di David Greene, con Tony Curtis e Richard Chamberlain. [2]

Subì poi una trasformazione in imbarcazione da diporto. Fu rifatto il piano velico, ampliata la sezione di deriva e applicata una tuga. Nel 1992 a Olbia subì un ulteriore restauro con l'intervento di manodopera specializzata proveniente da Torre del Greco.

Nel biennio 1995/96 il WWF l'ha utilizzata per il monitoraggio dell'ambiente marino e delle coste italiane.

Dal 2001 è utilizzata per attività didattiche dall'associazione La Nave di Carta[3] che diffonde la cultura della navigazione a vela come mezzo educativo per i giovani, per la prevenzione e il recupero del disagio sociale, fisico e psichico[4]. Un ulteriore restauro è stato compiuto nel 2006. Nel 2012 ha partecipato ad una iniziativa promossa da Legambiente dal titolo La rotta dei migranti [5]

È una barca d'epoca che consente l'insegnamento di tecniche di navigazione tradizionale.

L'opera viva è in fasciame tradizionale in quercia; l'opera morta in quercia e teak; la tuga in ferro con ponti in teak. Ha una stabilità tradizionale da lavoro, con stabilità di forma e zavorra in sentina.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ barchedepocaeclassiche.it. URL consultato il 19 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2013).
  2. ^ barche d'epoca, su barchedepocaeclassiche.it. URL consultato il 19 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2013).
  3. ^ Nave di carta
  4. ^ La Stampa
  5. ^ yaachtandsail, su yachtandsail.it. URL consultato il 18 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 31 luglio 2012).

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