Ogigia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Ogigia (in greco antico: Ὠγυγίη? Ōgyghìē), nel libro V dell'Odissea di Omero, è l'isola dove Ulisse si trovò a sostare per sette anni dopo lunghe avventure e pericoli corsi durante il suo ritorno dalla guerra di Troia. Quest'isola viene descritta da Omero come un posto paradisiaco della felicità e dell'immortalità, benché Ulisse trascorra la maggior parte della sua prigionia piangendo per la distanza dalla sua patria, per l'impossibilità della sua partenza e per la mancanza dei suoi cari - Penelope e Telemaco -; spesso si rifugiava sul promontorio dell'isola dal quale osservava i flutti in attesa di partire. Altri luoghi dell'isola sono la grande spelonca, ove risiedeva la ninfa, che vi dormiva con Ulisse, benché nolente[1]; attorno alla grotta vi erano un lussureggiante bosco, pieno di uccelli e svariati prati di sedano e viole, e dei rigogliosi tralci di vite domestica con quattro sorgenti d'acqua nei pressi.[2]

Ulisse e Calipso nell'isola di Ogigia

Ulisse vi giunse a causa di un naufragio che lo fece andare alla deriva fin sulle coste dell'isola, ove Calipso lo salvò e lo accolse. Essa s'invaghì dell'eroe itacese a tal punto da trattenerlo quasi come prigioniero, fin quando giunse un ordine esplicito di Ermes, in qualità di messo di Zeus a lasciarlo tornare in patria. La ninfa malvolentieri ne informò Ulisse, ma questi diffidava di lei, paventando infatti un attentato alla propria vita come vendetta; dopo il solenne giuramento di Calipso, Ulisse, rinfrancato, si preparò a partire[3]. Costruitosi una zattera (e qui reperiamo preziose informazioni sulle tecnologie dell'epoca), partì, ma avendolo visto il suo acerrimo nemico Poseidone, gli scatenò una tempesta contro; ciononostante, grazie all'intervento salvifico di Atena e della ninfa Leucotea, giunse alle coste di Scheria, l'isola dei Feaci, ove otterrà di essere finalmente accompagnato e sbarcato alla natia Itaca.

Identificazione[modifica | modifica wikitesto]

Sono diverse le collocazioni attribuite a Ogigia nella geografia reale: appena fuori dallo stretto di Gibilterra[4] oppure, secondo tradizioni locali della Dalmazia, l'isola di Meleda; secondo altri autori[5] invece è l'isola di Gozo nell'arcipelago maltese, dove è possibile visitare la grotta "di Calipso" che sovrasta la spiaggia rossa della Baia di Ramla; ancora, l'isola di Gavdos a sud della Grecia. Secondo alcuni recenti studi, Ogigia si troverebbe di fronte ai monumenti alla costa calabra del Mar Ionio, in corrispondenza della Secca di Amendolara o nei pressi di Punta Alice a Cirò Marina[6]. Per altri ancora si tratterebbe dell'isola di Pantelleria[4]. Ciò che deduciamo da Omero, vero o no che sia, è che era un'isola assai remota[7], distante da centri abitati: così Ermes diceva a Calipso presentandosi: "Zeus m'ha costretto a venire quaggiù, contro voglia;/ e chi volentieri traverserebbe tant'acqua marina,/ infinita? Non è neppure vicina qualche citta di mortali,/ che fanno offerte ai numi, elette ecatombi."[8]

Sulla base di un passo del "De facie in orbe Lunae" dello scrittore greco d’età romana Plutarco del II secolo d.C., lo studioso italiano Felice Vinci ("Omero nel Baltico", 1995) ha ipotizzato che l’isola di Ogigia si trovi, citando letteralmente Plutarco, "a cinque giorni di navigazione dalla Britannia, in direzione Occidente" ossia "verso il tramonto del sole", identificandola in una delle attuali Isole Fær Øer anche sulla base di altre considerazioni, ad esempio di carattere storico, geografico, meteorologico, linguistico. A partire da quest’affermazione di Plutarco, il Vinci arriva a ipotizzare lo svolgersi di tutte le vicende narrate da Omero nell’attuale Mar Baltico, ipotesi che, pur non priva di critiche, è corredata da tutta una serie di calzanti e affascinanti coincidenze che meriterebbero ulteriori approfondimenti.

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

All'isola Ogigia è intitolato l'Ogygia Chasma su Teti[9].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ V, vv.154-155, in Odissea.
  2. ^ V, vv.55-74, in Odissea.
  3. ^ V, vv. 159-191, in Odissea.
  4. ^ a b La storia di Ogigia, su ogigia.com.
  5. ^ Anthony Bonanno, Malta negli Iblei, gli Iblei a Malta, pp. 119-120.
  6. ^ Ogigia, l’isola incantata al largo di Punta Alice tra miti e leggende, su ilcirotano.it. URL consultato l'8 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
  7. ^ Ogigia, su treccani.it.
  8. ^ V, 99-102, in Odissea, traduzione di Rosa Calzecchi Onesti.
  9. ^ (EN) Ogygia Chasma, su Gazetteer of Planetary Nomenclature. URL consultato il 9 gennaio 2016.