Neyslutrans

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Neyslutrans
album in studio
ArtistaHatari
Pubblicazione17 gennaio 2020
Durata47:43
Dischi1
Tracce13
Genere[1]Techno
Synthpunk
EtichettaSvikamylla ehf.
ProduttoreEinar Hrafn Stefánsson, Klemens Nikulásson Hannigan
RegistrazioneSvikamylla ehf. HQ, Reykjavík (Islanda)
Voce traccia 4: Studio Harmur, Reykjavík (Islanda)
Traccia 12: Greenhouse Studios, Reykjavík (Islanda)
FormatiCD, LP, download digitale, streaming
Hatari - cronologia
Album precedente
Album successivo
(2021)
Singoli
  1. Spillingardans
    Pubblicato: 4 gennaio 2019
  2. Klefi/Samed
    Pubblicato: 21 giugno 2019
  3. Klámstrákur
    Pubblicato: 8 novembre 2019

Neyslutrans è il primo album in studio del gruppo musicale islandese Hatari, pubblicato il 17 gennaio 2020 dalla Svikamylla ehf.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'album si compone di tredici tracce, di cui alcune realizzate con la partecipazione di alcuni artisti ospiti, come il violinista Pétur Björnsson, il rapper Svarti Laxness, il cantante palestinese Bashar Murad (nel secondo singolo Klefi/Samed) e il gruppo Cyber.[3] In esso figura anche il brano Hatrið mun sigra, con il quale gli Hatari hanno vinto il Söngvakeppnin 2019 e hanno rappresentato l'Islanda all'Eurovision Song Contest nello stesso anno, classificandosi decimi.[4]

Secondo quanto spiegato dal cantante Matthías Tryggvi Haraldsson, Neyslutrans rappresenta «un lamento per la civiltà occidentale, se non per il mondo, che è solo appropriato. Potrebbe essere l'ultimo album pubblicato dagli umani. L'ultima metà dell'album è orchestrato con questo in mente».[5] Tale concetto è stato ribadito anche dall'altro cantante Klemens Nikulásson Hannigan, che ha sito l'album «una sorta di inno o memoriale del ventunesimo secolo, un album d'addio per la Terra o, piuttosto, per l'umanità. La Terra andrà benissimo senza di noi».[6]

Promozione[modifica | modifica wikitesto]

In anticipazione all'uscita di Neyslutrans gli Hatari hanno reso disponibili tre singoli, pubblicati per il solo download digitale. Il primo di essi è stato Spillingardans, seconda traccia del disco, il cui video è stato presentato il 21 dicembre 2018.[7] Durante il 2019 sono stati pubblicati Klefi/Samed e Klámstrákur, anch'essi accompagnati dai relativi video musicali.[8][9]

Il 26 gennaio 2020 è partita a Oslo la tournée Europe Will Crumble, che ha visto gli Hatari esibirsi in varie località europee supportate dal duo hip hop Cyber;[10] il gruppo si sarebbe dovuto esibire anche a Copenaghen il 29 gennaio, ma a causa di un incendio scoppiato nel locale il loro concerto è stato cancellato.[11] Il 27 gennaio è stato inoltre presentato il videoclip per il brano d'apertura Engin miskunn.[12]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Testi di Klemens Nikulásson Hannigan e Matthías Tryggvi Haraldsson, musiche di Klemens Nikulásson Hannigan.

  1. Engin miskunn – 3:53
  2. Spillingardans – 3:43
  3. Klámstrákur – 3:36
  4. Klefi/Samed (صامد) (con Bashar Murad) – 3:53 (testo: Klemens Nikulásson Hannigan, Matthías Tryggvi Haraldsson, Bashar Murad)
  5. Þræll – 3:02
  6. Hlauptu (with Cyber) – 3:33 (testo: Klemens Nikulásson Hannigan, Matthías Tryggvi Haraldsson, Salka Valsdóttir, Jóhanna Rakel)
  7. Hatrið mun sigra – 3:07
  8. Spectavisti me mori, op. 8 – 2:51
  9. 14 ár – 3:05
  10. Ógleði – 5:15
  11. Helvíti (con Svarti Laxness) – 3:47 (testo: Klemens Nikulásson Hannigan, Matthías Tryggvi Haraldsson, Davíð Þór Katrínarson)
  12. Nunquam iterum, op. 12 – 4:05
  13. Niðurlút (con GDRN) – 3:53 (testo: Klemens Nikulásson Hannigan, Matthías Tryggvi Haraldsson, Guðrún Yr Eyfjörð Jóhannesdóttir)

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Gruppo
Altri musicisti
  • Bashar Murad – voce (traccia 4)
  • Salka Valsdóttir – voce (traccia 6)
  • Jóhanna Rakel – voce (traccia 6)
  • Pétur Björnsson – violino (tracce 8 e 10)
  • Davíð Þór Katrínarson – voce (traccia 11)
  • The Choir of Iua – voce (traccia 12)
  • Friðrik Margrétar – arrangiamento e direzione coro (traccia 12)
  • Guðrún Yr Eyfjörð Jóhannesdóttir – voce (traccia 13)
Produzione

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (2020) Posizione
massima
Islanda[13] 16

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (SV) Anton Lindskog, Hatari: "Civilisationen är nära sin undergång", su Hymn, 17 gennaio 2020. URL consultato il 18 gennaio 2020.
  2. ^ (EN) Sam O'Donnell, Hatari Releases New Album, Neyslutrans, World Rejoices, su The Reykjavík Grapevine, 17 gennaio 2020. URL consultato il 18 gennaio 2020.
  3. ^ (IS) Oddur Ævar Gunnarsson, Plötu Hatara stolið: "Öryggisdeild Svikamyllu er komin í málið", su Fréttablaðið, 17 gennaio 2020. URL consultato il 18 gennaio 2020.
  4. ^ Eurovision 2019, gli islandesi Hatari tirano fuori la sciarpa palestinese in diretta, su Euronews, 19 maggio 2019. URL consultato il 18 gennaio 2020.
  5. ^ (EN) Cerys Kenneally, Anti-capitalist Icelandic trio Hatari release debut album NEYSLUTRANS, su The Line of Best Fit, 17 gennaio 2020. URL consultato il 18 gennaio 2020.
  6. ^ (EN) Hannah Jane Cohen, Breaking Down Hatari: Iceland's Most Famous Trio Unmasked, su The Reykjavík Grapevine, 7 febbraio 2020. URL consultato il 9 febbraio 2020.
  7. ^ (EN) John Rogers, Bondage-Synth-Punk Trio Hatari Announce Final Gig After Failing To Dismantle Capitalism, su The Reykjavík Grapevine, 21 dicembre 2018. URL consultato il 3 marzo 2019.
  8. ^ (EN) David Smith, Iceland's Hatari collaborate with Palestinian artist Bashar Murad in "Klefi / Samed", su Wiwibloggs, 24 maggio 2019. URL consultato il 26 maggio 2019.
  9. ^ (EN) Robyn Gallagher, WATCH: Hatari question 'toxic masculinity and self-image' in new music video "Klámstrákur", su Wiwibloggs, 29 ottobre 2019. URL consultato il 9 novembre 2019.
  10. ^ (EN) Inês Pereira, CYBER And HATARI Join Chains To Crumble Europe In New Tour, su The Reykjavík Grapevine, 14 gennaio 2020. URL consultato il 18 gennaio 2020.
  11. ^ (DA) Brand på spillestedet Vega - ingen er kommet til skade, su Berlingske, 29 gennaio 2020. URL consultato il 9 febbraio 2020.
  12. ^ (EN) HATARI unleash 'NO MERCY/ENGIN MISKUNN' video, su DIY, 27 gennaio 2020. URL consultato il 9 febbraio 2020.
  13. ^ (IS) TÓNLISTINN – PLÖTUR – Vika 4, 2020, su Plötutíðindi. URL consultato il 12 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2020).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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