Naufragio della Spice Islander I

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Naufragio della Spice Islander I
naufragio
La Spice Islander I nel marzo 2011
TipoNaufragio
Data10 settembre 2011
StatoBandiera della Tanzania Tanzania
CanaleCanale di Zanzibar, Oceano Indiano
Coordinate5°39′36″S 39°19′12″E / 5.66°S 39.32°E-5.66; 39.32
Mezzo coinvoltoSpice Islander I
MotivazioneSovraccarico
Conseguenze
Morti200-1500
DispersiCa. 1370
SopravvissutiCa. 620
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Tanzania
Luogo dell'evento
Luogo dell'evento

Il naufragio della Spice Islander I è stato un sinistro marittimo "tipico"[1] avvenuto il 10 settembre 2011.

La Spice Islander I, una nave traghetto passeggeri che trasportava oltre 2.000 passeggeri, affondò al largo della costa di Zanzibar. Il traghetto stava viaggiando tra Unguja e Pemba, due isole al largo della costa della Tanzania continentale, quando si capovolse. Le prime stime riportano il bilancio delle vittime a circa 200, ma un rapporto pubblicato dal governo della Tanzania nel gennaio 2012 affermava che oltre 1.500 persone morirono.

Incidente[modifica | modifica wikitesto]

La Spice Islander I, la nave coinvolta nell'incidente

Alle 21:00 ora locale (19:00 UTC), la Spice Islander I salpò da Unguja, l'isola principale dell'arcipelago di Zanzibar, per l'isola di Pemba a nord. La capacità ufficiale della nave era di 45 membri dell'equipaggio e 645 passeggeri,[2] ma fu riferito che era notevolmente sovraccarica.[3] Circa quattro ore dopo la partenza, la Spice Islander I affondò tra Zanzibar e Pemba.[4] Si pensa che la nave si sia capovolta dopo aver perso la potenza del motore.[3] Delle persone a bordo, circa 620 furono salvate,[3] di cui almeno 40 riportarono gravi ferite.[4] Oltre ai passeggeri, si credeva che il traghetto trasportasse merci, come riso.[4]

Bilancio delle vittime[modifica | modifica wikitesto]

Mappa che mostra l'arcipelago di Zanzibar, il luogo del disastro

Le prime notizie affermarono che il traghetto trasportasse circa 800 persone al momento del suo affondamento[3] e il 12 settembre fu riferito che oltre 240 corpi erano stati recuperati.[5] Tuttavia, il 14 ottobre, il governo della Tanzania confermò che la nave ebbe effettivamente trasportato circa 3.586 passeggeri, di cui 2.764 dispersi.[6] In un rapporto investigativo pubblicato il 19 gennaio 2012, queste cifre furono abbassate, con 2.470 passeggeri, 203 morti confermati e 1.370 dispersi.[7]

Risposta e azioni intraprese[modifica | modifica wikitesto]

Il governo rivoluzionario di Zanzibar fece istituire un centro per le persone coinvolte nella tragedia e invitò le riserve di Zanzibar a unirsi allo sforzo. Chiese anche il sostegno straniero dei paesi africani. I sopravvissuti furono salvati dai traghetti e riportati al porto principale di Zanzibar, a Stone Town.[3]

L'11 settembre iniziarono tre giorni di lutto per coloro che sono morti nell'incidente.[8] Fu anche annunciata un'inchiesta sull'affondamento; Il ministro di Stato di Zanzibar, Mohamed Aboud Mohamed dichiarò: "Il governo prenderà misure severe contro i responsabili di questa tragedia, in conformità con le leggi e i regolamenti del Paese".[8]

Otto mesi dopo, affondò anche la Skagit, un altro traghetto sulla stessa rotta, anch'essa con ingenti perdite di vite umane.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I sinistri marittimi si suddividono in tipici (quali naufragio, sommersione, urto, investimento contro opere fisse o fondo solido, incaglio, arenamento, incendio, esplosione) ed atipici, ovvero tutti quei sinistri che privi di denominazione ad hoc si concretizzano in un evento concernente la sfera nautica, che sia idoneo a mettere in pericolo la sicurezza della navigazione, e, dunque, la pubblica incolumità.
  2. ^ (SV) M/S Marianna (1967), su faktaomfartyg.se, Fakta om Fartyg. URL consultato il 23 marzo 2013.
  3. ^ a b c d e (EN) Zanzibar ferry disaster: Scores die, many more rescued, in BBC News, 10 settembre 2011. URL consultato il 15 giugno 2023.
  4. ^ a b c (EN) Tanzania ferry sinking leaves 120 people dead, su The Sydney Morning Herald, 10 settembre 2011. URL consultato il 15 giugno 2023.
  5. ^ At least 240 bodies retrieved in ferry sinking in Tanzania, su web.archive.org, 8 novembre 2012. URL consultato il 15 giugno 2023 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2012).
  6. ^ Mwinyi Sadallah, Confirmed: 2,900 people died in Zanzibar's ferry tragedy, 16 ottobre 2011.
  7. ^ Mwinyi Sadallah, MV Spice Islander's report: Try marine executives, ship owner, 20 gennaio 2012.
  8. ^ a b 'No one will be spared' after Zanzibar ferry disaster, in The Telegraph, 11 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2011).