Coordinate: 43°46′03.07″N 11°15′33.89″E

Museo Horne

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Museo Horne
Veduta esterna del museo
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàFirenze
IndirizzoVia dei Benci 6, Firenze
Coordinate43°46′03.07″N 11°15′33.89″E{{#coordinates:}}: non è possibile avere più di un tag principale per pagina
Caratteristiche
TipoArte
Intitolato aHerbert Horne
Istituzione1921
Visitatori2 865 (2022)
[Sito ufficiale Sito web]

Il Museo Horne in via de' Benci 6 a Firenze è un'interessante museo minore della città, che ricostruisce alcuni ambienti di una tipica abitazione fiorentina antica, con numerosi pezzi d'antiquariato, sculture e soprattutto una notevole collezione di dipinti su tavola del Tre e Quattrocento.

Fondato dal lascito di Herbert Percy Horne, uno storico dell'arte inglese che visse buona parte della sua vita a Firenze in questa dimora, accumulandovi le sue collezioni iniziate fin dal 1894, il museo testimonia sia l'arte la vita quotidiana di questa città a cavallo fra medioevo e Rinascimento, sia il corso del mercato antiquario della fine dell'Ottocento (quando si formarono ancora alcuni dei grandi musei mondiali, grazie al fatto che ancora circolassero i veri capolavori sul mercato), sia l'amore per Firenze della comunità inglese, che in quel periodo arrivò a contare una larga fetta di popolazione, ridisegnando un'immagine romantica per la città e proteggendone il patrimonio artistico, minacciato dall'epoca del cosiddetto Risanamento.

Storia

Il cortile

Horne comprò il palazzo che risaliva al 1489 e che, come altri nella zona, era appartenuto agli Alberti poi ai Corsi ed il cui progetto era stato attribuito a Giuliano da Sangallo o, secondo un maggior numero di studiosi, a Simone del Pollaiolo detto il Cronaca. In seguito era passato ai Fossi nel Settecento e solo nel 1912 fu acquistato da Herbert P. Horne, dopo aver saggiato più palazzi fiorentini, come il Palazzo da Cintoia, il quale lo restaurò secondo l'aspetto che avrebbe dovuto avere nel primo Rinascimento: una zona lavoro con magazzino al primo piano, il piano nobile con gli appartamenti padronali, infine un secondo piano con le cucine, di solito ivi collocate perché i fumi non attraversassero al casa, e gli ambienti della servitù.

Dopo la morte di Horne (1916) il palazzo fu ceduto epr lascito testamentario al Comune di Firenze, affinché fosse costituita una fondazione che curasse la colelzione Horne e l'aprisse al pubblico come museo.

Il museo subì gravissimi danni durante l'alluvione di Firenze (4 novembre 1966), essendo situato in una delle zone più "basse" e quindi più duramente colpite dalla sciagura. Sebbene riaperto solo dieci anni dopo, i lavori di restauro dell'edificio e delle colelzioni poterono dirsi conclusi solo nel 1989.

Architettura

Il palazzo si trova all'angolo tra via de' Benci e corso Tintori, per questo venne decorato da due facciate simmetriche, a due piani con quattro finestre ciascuno. La cantonata è evidenziata dal bugnato regolare, mentre lungo la linea dei davanzali corrono delle semplici cornici marcapiano.

All'interno gli ambienti sono disposti attorno a un piccolo cortile, porticato su due lati, con due colonne sormontate da capitelli di particolare pregio, attribuiti alla bottega di Andrea Sansovino. Vi si parono delle monofore a tutto sesto, profilate da cornici in pietra serena e, al primo piano, sormontate da oculi. I piani superiori sono segnati da una fascia marcapiano decorata da graffiti con estrosi motivi vegetali; vi si trovano due ballatoi a loggia e, più in alto, una terza loggia arretrata corre lungo tre lati.

Collezioni

Interno del museo

Il capolavoro del museo è il notevole polittico di Giotto di Santo Stefano con la pala d'altare e tre pannelli. Sono inoltre esposte una Madonna con bambino attribuita a Simone Martini, e una Madonna di Bernardo Daddi, una Sacra famiglia del Beccafumi, un trittico con i Santi Romualdo, Caterina d'Alessandria e Margherita di Pietro Lorenzetti e uno stucco policromo (particolare comnnubio fra pittura e bassorilievo) tipico di Antonio Rossellino dedicato alla Madonna dei Candelabri. È presente anche una piccola tavola piuttosto rovinata, però una delle rarissime opere di Masaccio, ovvero un frammento della predella con le Storie di San Giuliano.

Alcune opere, particolarmente fragili, sono state trasferite, come la collezione dei disegni (XVII e XVIII secolo) che è confluita negli Uffizi.

Il museo conserva inoltre numerossi tavoli, sedie, cassoni e cassapanche rinascimentali, pregevoli ceramiche decorate, paioli e utensili da cucina originali dell'epoca, e altre collezioni eclettiche come quella dei mazzi di carte antichi, delle monete o dei sigilli.

Bibliografia

  • Musei e gallerie di Firenze e del suo territorio, Apt, Firenze 1999.
  • Marcello Vannucci, Splendidi palazzi di Firenze, Le Lettere, Firenze 1995.

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