Moschea Sultano Murad

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Moschea Sultano Murad
Султан-муратовата џамија
StatoBandiera della Macedonia del Nord Macedonia del Nord
RegioneSkopje
LocalitàSkopje
Coordinate42°00′07″N 21°26′07.5″E / 42.001944°N 21.435417°E42.001944; 21.435417
ReligioneIslam sunnita
FondatoreMurad II
ArchitettoHusein di Debar
Stile architettonicoottomano
Completamento1436

La moschea Sultano Murad (in macedone: Султан-муратова џамија, in turco: Sultan Murat Camii, in albanese: Xhamia e Sulltan Muratit) è una moschea di Skopje, capitale della Macedonia del Nord. È anche nota con il nome di moschea Imperiale (in macedone: Хунќар џамија) o moschea dell'orologio (in macedone: Саат џамија) per via della sua vicinanza alla torre dell'orologio. Sorge su una collina che domina tutta l'area del vecchio Bazar di Skopje.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'area dell'attuale edificio era precedentemente occupata dal Monastero di San Giorgio, distrutto dopo la conquista ottomana di Skopje nel 1392. La moschea venne costruita nel 1436, principalmente sul progetto di Husein di Debar, grazie ad una donazione del sultano Murad II ed è ad oggi la più antica della città[1]. Nel 1537 un incendio danneggiò la moschea che venne riaperta due anni più tardi. L'edificio venne nuovamente dato alle fiamme nel 1689, per mano questa volta delle truppe imperiali del generale Piccolomini. Per volontà del sultano Ahmed III la moschea venne restaurata e nuovamente riaperta nel 1711. Gli ultimi interventi sulla struttura, voluti dal sultano Maometto V, risalgono al 1912.

L'ingresso della moschea è preceduto da un porticato sorretto da quattro colonne. L'interno dell'edificio, di forma rettangolare, è ripartito in tre navate, divise da tre colonnati. All'interno del complesso della moschea sorgono anche una madrasa, un imaret e due türbe, una di Sultan Bayan e l'altra di Alì Pascià, originario del Daghestan[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ THE SULTAN MURAT MOSQUE, su oldskopje.net. URL consultato il 16 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2011).
  2. ^ Ibidem

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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