Midwest emo

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Midwest emo
Origini stilisticheEmo
Indie rock
Math rock
Origini culturaliStati Uniti d'America medio-occidentali, metà anni novanta
Strumenti tipiciChitarra, basso, batteria, voce
Generi correlati
Post-rock
Categorie correlate
Gruppi musicali midwest emo · Musicisti midwest emo · Album midwest emo · EP midwest emo · Singoli midwest emo · Album video midwest emo

L'espressione Midwest emo (o Midwestern emo) si riferisce alla scena musicale emo (di cui è anche indicato come sottogenere[1]) sorta negli Stati Uniti d'America medio-occidentali intorno agli anni Novanta[2].

Impiega stili vocali non convenzionali, differenti riff di chitarra e melodie arpeggiate[3]. Il genere si è evoluto allontanandosi dalle radici hardcore punk dell'emo per abbracciare direzioni più indie rock e math rock[4].

Con il termine Midwest emo, a volte, si indica quella che viene comunemente chiamata come "seconda ondata dell'emo".[5] Nonostante il nome, il Midwest emo è suonato da artisti di ogni parte del mondo[6].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La scena Midwest emo sorse intorno alla metà degli anni Novanta e interessò band come American Football[7], Chamberlain[8], The Promise Ring[9], Cap'n Jazz[10], Cursive[11] Mineral (dal Texas), Sunny Day Real Estate (da Washington)[12], Boy's Life[13] e Christie Front Drive[13]. Più tardi queste avrebbero influenzato gruppi di fama internazionale come Braid[14][15], Elliott e The Get Up Kids[12].

Negli anni Duemila c'è stato un revival del Midwest emo grazie a etichette come Count Your Lucky Stars Records[16] e band come CSTVT[14], Oliver Houston[10], Into It. Over It.[17] Algernon Cadwallader e Snowing[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Michelle Bruton, In its fourth wave, emo is revived and thriving, su fansided.com, 15 agosto 2018. URL consultato il 15 giugno 2022.
  2. ^ Post-Emo Indie Rock, su emotionalbreakdown.com. URL consultato il 15 giugno 2022 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2005).
  3. ^ (EN) Robert Lowe, Funeral Advantage - Demo (staff review), su Sputnikmusic, 14 febbraio 2013. URL consultato il 15 giugno 2022.
  4. ^ (EN) Nikk Hunter e William Covert, The History of Math Rock: Part One, su feckingbahamas.com, 16 agosto 2016. URL consultato il 15 giugno 2022.
  5. ^ (EN) Maria Pro, Is Emo Revival Really a Thing?, su ultimate-guitar.com, 13 luglio 2017. URL consultato il 15 giugno 2022.
  6. ^ (EN) Brady Gerber, "We Pretty Much Whine About the Same Things": Emo in Asia, su Bandcamp Daily, 20 ottobre 2016. URL consultato il 29 marzo 2021.
  7. ^ a b (EN) Leor Galil, Midwestern emo catches its second wind, su The Chicago Reader, 5 agosto 2013. URL consultato il 15 giugno 2022.
  8. ^ (EN) Chamberlain - Fate's Got a Driver, su AllMusic, All Media Network.
  9. ^ (EN) Cai Trefor, 13 Beautiful Photos of American Football At Shepherd's Bush Empire, in Gigwise, 11 febbraio 2017. URL consultato il 15 giugno 2022.
  10. ^ a b (EN) Anna Gaca, New Music: Oliver Houston Embrace Classic Midwestern Emo on Whatever Works, su Spin, 23 gennaio 2017. URL consultato il 15 giugno 2022.
  11. ^ (EN) Franklin Bruno, Cursive - Domestica, in CMJ, n. 84, agosto 2000, p. 56.
  12. ^ a b (EN) Miles Raymer, On Mineral and midwestern emo's second wave, su The Chicago Reader, 9 agosto 2013. URL consultato il 15 giugno 2022.
  13. ^ a b Post-Emo Indie Rock - Best Records, su emotionalbreakdown.com. URL consultato il 15 giugno 2022 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2005).
  14. ^ a b (EN) Erin Osmon, Chicago Has a New Emo Rock Scene (Again), su Chicago, 24 ottobre 2013. URL consultato il 15 giugno 2022.
  15. ^ (EN) Stuart Green, Braid - Movie Music Vol. 2, su Exclaim!, 1º marzo 2000. URL consultato il 15 giugno 2022.
  16. ^ (EN) Lars Gotrich, Song Premiere: Empire! Empire! (I Was A Lonely Estate), 'A Keepsake', su NPR, 22 luglio 2014. URL consultato il 15 giugno 2022.
  17. ^ (EN) I Went to High School with the Leader of the So-Called Emo Revival, su Noisey Vice, 4 aprile 2014. URL consultato il 15 giugno 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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