Michele Gennaro di Braganza

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Michele Gennaro di Braganza
Michele Gennaro in una fotografia d'epoca
Pretendente al trono del Portogallo
Stemma
Stemma
In carica1866 –
1920
PredecessoreMichele I
SuccessoreDuarte Nuno
Nome completoportoghese: Miguel Maria Carlos Egidio Constantino Gabriel Rafael Gonzaga Francisco de Paula e de Assis Januário de Bragança
italiano: Michele Maria Carlo Egidio Constantino Gabriele Raffaele Gonzaga Francesco di Paola e di Assisi Gennaro di Braganza
Altri titoliDuca di Braganza
NascitaKleinheubach, 19 settembre 1853
MorteSeebenstein, 11 ottobre 1927 (74 anni)
DinastiaCasato di Braganza
PadreMichele I del Portogallo
MadreAdelaide di Löwenstein-Wertheim-Rosenberg
ConsorteElisabetta di Thurn und Taxis
Maria Teresa di Löwenstein-Wertheim-Rosenberg
ReligioneCattolicesimo

Michele Gennaro di Braganza (portoghese: Miguel Maria Carlos Egidio Constantino Gabriel Rafael Gonzaga Francisco de Paula e de Assis Januário de Bragança) (Kleinheubach, 19 settembre 1853Seebenstein, 11 ottobre 1927) fu il pretendente michelista al trono del Portogallo[senza fonte] dal 1866 al 1920, portando il titolo di duca di Braganza.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Michele Gennaro nacque nel castello di Kleinheubach, vicino a Miltenberg in Baviera, durante l'esilio in Germania di suo padre, l'ex re Michele del Portogallo; sua madre era Adelaide di Löwenstein-Wertheim-Rosenberg.

Giovinezza in Austria[modifica | modifica wikitesto]

Per la legge portoghese d'esilio del 1834 e per la costituzione del 1838 a lui e alla sua famiglia era vietato entrare nel Portogallo: visse quindi e in Germania ed in Austria. Era un membro della Corte personale dell'imperatore Francesco Giuseppe e partecipò nel 1908 all'occupazione della Bosnia; l'imperatore lo apprezzava particolarmente e gli concesse il privilegio dell'extra territorialità, facendolo rimanere un portoghese malgrado l'esilio.

Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Il principe ebbe il rango di colonnello del settimo reggimento austriaco degli Ussari. Durante la prima guerra mondiale fu sottotenente henerale (Feldmarschalleutnant) nell'Esercito austriaco, da cui si dimise nel 1917 quando il Portogallo entrò in guerra contro l'Austria, passando il resto del periodo bellico come membro civile dell'Ordine di Malta.

Dopo la fine dell'impero asburgico Michele e la sua numerosa famiglia vissero in relative ristrettezze economiche.

"Abdicazione"[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1920, rotti i rapporti con il figlio primogenito (sposatosi senza l'autorizzazione paterna con un'ereditiera americana), Michele II abdicò dalle sue pretese di Re del Portogallo in favore del figlio Duarte Nuno, che aveva allora tredici anni.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Michele morì a Seebenstein il 11 ottobre 1927 e fu sepolto a Kloster Maria Himmelfahrt a Bronnbach. Fu cavaliere dell'Ordine di San Uberto e dell'Ordine del Toson d'Oro.

Gli accordi di Dover e di Parigi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1912 don Michele e Manuele II cercarono un accordo per evitare che ci fossero due pretendenti al trono, entrambi in esilio: i loro rappresentanti firmarono il patto di Dover, per cui Michele riconosceva Manuele II come re, mentre Manuele II riconosceva i diritti di successione di Duarte Nuno se Manuele stesso e suo zio Alfonso fossero morti senza discendenti[1].

Il patto fu decisamente impopolare tra i sostenitori di entrambi, fino a spingere molti a sostenere che non fosse mai stato realmente firmato. Il 17 aprile 1922, un secondo accordo, chiamato Patto di Parigi, fu firmato dai rappresentanti di Duarte Nuno e di Manuele II: il sovrano acconsentiva a che le Cortes scegliessero il suo erede se egli fosse morto senza averne uno, mentre Duarte Nuno chiedeva ai suoi sostenitori di accettare Manuele II come Re[2].

In senso stretto il patto di Dover e il patto di Parigi furono soltanto accordi riservati, privi di alcun valore legale: come sovrano costituzionale Manuele II non poteva aderirvi senza il consenso delle Cortes. Questi accordi, però, furono punti importanti nella riconciliazione delle due linee dei Braganza per convergere verso un movimento unito di monarchici.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Dal primo matrimonio, con la principessa Elisabetta di Thurn und Taxis (28 maggio 1860 - 7 febbraio 1881), avvenuto il 17 ottobre 1877 a Ratisbona ebbe:

Dal secondo matrimonio, con la cugina la principessa Maria Teresa di Löwenstein-Wertheim-Rosenberg:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Pietro III del Portogallo Giovanni V del Portogallo  
 
Maria Anna d'Austria  
Giovanni VI del Portogallo  
Maria I del Portogallo Giuseppe I del Portogallo  
 
Marianna Vittoria di Borbone-Spagna  
Michele del Portogallo  
Carlo IV di Spagna Carlo III di Spagna  
 
Maria Amalia di Sassonia  
Carlotta Gioacchina di Borbone-Spagna  
Maria Luisa di Borbone-Parma Filippo I di Parma  
 
Elisabetta di Borbone-Francia  
Michele di Braganza  
Carlo Tommaso, Principe di Löwenstein-Wertheim-Rosenberg Domenico Costantino, Principe di Löwenstein-Wertheim-Rochefort  
 
Maria Leopoldina di Hohenlohe-Bartenstein  
Costantino, Principe Ereditario di Löwenstein-Wertheim-Rosenberg  
Sofia di Windisch-Grätz Giuseppe Nicola di Windisch-Grätz  
 
Leopoldina di Arenberg  
Adelaide di Löwenstein-Wertheim-Rosenberg  
Carlo Ludovico I di Hohenlohe-Langenburg Cristiano Alberto di Hohenlohe-Langenburg  
 
Carolina di Stolberg-Gedern  
Agnese di Hohenlohe-Langenburg  
Amalia Enrichetta di Solms-Baruth Giovanni Cristiano II di Solms-Baruth  
 
Federica di Reuss-Köstritz  
 

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pacto de Dover Archiviato il 7 marzo 2007 in Internet Archive.
  2. ^ D. Duarte Nuno de Bragança, um rei que não reinou : testemunhos sobre a vida e a obra de D. Duarte II, chefe da Casa Real Portuguesa (Lisbon, 1992)

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Controllo di autoritàVIAF (EN304921566 · BAV 495/188959 · GND (DE1048554511 · WorldCat Identities (ENviaf-304921566
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