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Marais (Rivoluzione francese)

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Pianura
(FR) Marais, Plaine
LeaderEmmanuel Joseph Sieyès
François-Antoine de Boissy d'Anglas
Jean-Jacques-Régis de Cambacérès
Lazare Carnot
Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord
Joseph Fouché
StatoFrancia (bandiera) Francia
Fondazione1791
Dissoluzione1799
Confluito inBonapartisti
IdeologiaRepubblicanesimo
Liberalismo
Illuminismo
Trasformismo
Moderatismo
Laicità dello Stato
Monarchismo costituzionalista (fino al 1792)
CollocazioneCentro
Coalizionecon Foglianti e Girondini (fino al 19 agosto 1792)
con i Girondini (fino al 31 maggio 1793)
con i Montagnardi (fino al 28 luglio 1794)
con i Termidoriani (fino al 9 novembre 1799)
Seggi massimi Assemblea nazionale legislativa
345 / 745
(1791)
Seggi massimi Convenzione nazionale
389 / 749
(1792)
Seggi massimi Consiglio degli Anziani e Consiglio dei Cinquecento
185 / 750
(1797)

La Plaine o le Marais, da cui i termini più comunemente usati in italiano Pianura e Palude, era il nome dato al gruppo più moderato, ma il più numeroso (circa 400 deputati) della Convenzione nazionale durante il periodo della Rivoluzione francese. Essi non appartenevano né alla sinistra della Montagna, né alla destra Girondina, anche se con il sostegno ai primi e poi ai loro avversari determinarono gli eventi del 1793 (formazione del Comitato di salute pubblica) e del 1794 (colpo di stato del termidoro).

Provenienti nella maggior parte dalla borghesia liberale e repubblicana, erano legati alle conquiste politiche del 1789 e all'operato della Rivoluzione e volevano l'unione di tutti i repubblicani. Il gruppo su formò dopo lo scioglimento dell'Assemblea nazionale costituente, al momento della formazione dell'Assemblea nazionale legislativa, assumendo il suo carattere definitivo con la nascita della Convenzione nazionale nei cui banchi occupò il centro.

Tuttavia, questo gruppo era molto eterogeneo: esistevano uomini legati al clero come l'abate Henri Grégoire, l'abate Emmanuel Joseph Sieyès, altri come Boissy d'Anglas, Jean-Jacques-Régis de Cambacérès. Inizialmente parteciparono al governo provvisorio di Luigi XVI accanto a Foglianti e Girondini, ma si spostarono su posizioni antimonarchiche dopo la giornata del 10 agosto 1792.

Alcuni dei suoi membri si unirono nella primavera del 1793 ai Montagnardi come Bertrand Barère de Vieuzac, Georges Couthon, Pierre Joseph Cambon, Lazare Carnot, Grégoire, mentre altri in seguito ai neomonarchici di Clichy (Boissy d'Anglas e lo stesso Carnot).

Al momento della presa del potere dei Montagnardi (31 maggio e 2 giugno 1793), la loro posizione nel centro della Convenzione rimase ambigua: questi deputati tentavano di fare da mediatori, ma pur ammettendo la fondatezza delle misure del Comitato di salute pubblica votate col loro apporto, vedevano la loro inerzia già da diversi mesi. La maggior parte di loro, tuttavia, mostrò la propria ostilità a Maximilien de Robespierre il 9 termidoro anno II (27 luglio 1794) raggruppando gli istigatori del complotto che non erano altro che dei rappresentanti in missione (mandatari esecutori della Convenzione) iscritti al Club dei Giacobini ma anti-robespierristi, radunati a Parigi (Joseph Fouché, Paul Barras, Jean-Lambert Tallien e Louis-Marie-Stanislas Fréron) a causa delle loro trasgressioni (i cosiddetti Termidoriani).

La Pianura appoggiò il colpo di Stato del 18 brumaio (1799) e confluì a maggioranza nel gruppo bonapartista.

Origine del termine

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La denominazione deriva dalla posizione occupata dal gruppo nell'assemblea della Convenzione, riferendosi alle aree geografiche di plaine (pianura)[1] e di marais (palude) e in contrasto con i membri della Montagna. È il giornale L'Ami du peuple di Jean-Paul Marat che rivendicherà di aver inventato il termine di "Marais" in senso dispregiativo.

I suoi membri erano a volte chiamati con disprezzo dai loro avversari le "rane di Marais". Pierre Joseph Duhem, membro della "Montagna", avrebbe detto: "I rospi della Palude alzano il capo! tanto meglio; saranno più facili da tagliare"[2]. Uno dei leader della Rivoluzione, Camille Desmoulins, definì il gruppo dei deputati che sedevano nella "piana" anche "partito del flemmatico".

Sull'origine di questo nome si continua a discutere ancora oggi. Se la denominazione "Girondini" usata per descrivere il gruppo dei fedeli di Brissot si riferisce semplicemente alla loro provenienza geografica, quelle dei "Montagnardi" e dei membri della "Pianura" continuano a suscitare domande perché diverse interpretazioni sono possibili. La più diffusa è quella di attenersi al loro significato più letterale: i deputati Montagnardi sedevano a sinistra sulle panche più sopraelevate dell'aula, da qui il riferimento alla "Montagna", mentre quelli della "Pianura" sulle panche inferiori. Con l'evolversi della radicalizzazione delle posizioni nell'Assemblea dal termine "Pianura" si passò a quello più peggiorativo di "Palude".

In realtà, questa classificazione è già presente in un testo diffuso presso molti rivoluzionari, la "Vita di Solone e Publicola", tratta dalle "Vite parallele" di Plutarco, che descrive in questi termini le divisioni politiche ad Atene: "Gli abitanti della montagna sostengono con forza la democrazia, quelli della pianura l'oligarchia, e gli abitanti della costa formavano una terza parte, favorevole a una forma di governo intermedia". D'altra parte, è possibile rinvenire un riferimento biblico e evangelico, dacché la Montagna poteva venir vista come un nuovo Sinai (e i diritti dell'uomo come un nuovo Decalogo), così come sarebbe potuto risultare calzante il riferimento ai "sermoni sulla Montagna" di Cristo[3].

  1. ^ historicum.net: IV. Revolution in der Krise, su historicum.net. URL consultato il 26 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2010).
  2. ^ "Les crapauds du Marais relèvent la tête! tant mieux; elle sera plus facile à couper"; Histoire de la révolution et de l'empire, Amédée Gabourd, 1859
  3. ^ Élie Allouche, « Engagements et trajectoires politiques chez les Conventionnels. Le problème de Plaine », Mémoire de DEA, sous la dir. de Jean-Clément Martin, Université de Paris I, 2004, 99 questions sur la Révolution française, Montpellier, CRDP de Montpellier, 2005, Cours d'Histoire de France, Paris, Vuibert, 2008
Altri riferimenti
  • (FR) Albert Mathiez, La Réaction thermidorienne, Paris, Armand Colin, 1929.
  • (FR) Georges Lefebvre, Les Thermidoriens, 3e édition, Paris, Armand Colin, 1951.
  • (FR) Denis Woronoff, La République bourgeoise de Thermidor à Brumaire, 1794-1799, Paris, Seuil, collection « Points Histoire », 1972.
  • (FR) Mona Ozouf, « Thermidor ou le travail de l'oubli » in L'école de la France, Paris, Gallimard, collection « Bibliothèque des histoires », 1984.
  • (FR) Françoise Brunel, «  Sur l'historiographie de la réaction thermidorienne. Pour une analyse politique de l'échec de la voie jacobine »[collegamento interrotto], Annales historiques de la Révolution française, nº 237, 1979, p. 455-474.
  • (FR) Françoise Brunel, Thermidor. La chute de Robespierre, Bruxelles, Complexe, 1989.
  • (FR) Bronislaw Baczko, Comment sortir de la Terreur. Thermidor et la Révolution, Paris, Gallimard, collection « NRF essais », 1989.
  • (FR) Bronislaw Baczko, entrée Thermidoriens in François Furet et Mona Ozouf (dir.), Dictionnaire critique de la Révolution française, Paris, Flammarion, 1988.
  • (FR) Roger Dupuy, Marcel Morabito (dir.), 1795. Pour une République sans Révolution, Presses universitaires de Rennes (PUR), collection « Histoire », 1996.
  • (FR) Michel Vovelle (dir.), Le tournant de l'an III. Réaction et Terreur blanche dans la France révolutionnaire, Comité des travaux historiques et scientifiques, 1997.
  • (FR) Jean Tulard, Les Thermidoriens, Paris, Fayard, 2005.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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