Luigi Nelson Pirzio Biroli

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Luigi Nelson Pirzio Biroli
Luigi Nelson Pirzio Biroli
NascitaNizza Marittima, 17 gennaio 1859
MorteViserba, 1952
Cause della mortenaturali
Luogo di sepolturacimitero di Rimini
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio esercito
Armafanteria
Corpo2º Reggimento "Granatieri di Sardegna"
Anni di servizio1875 - 1924
GradoGenerale di brigata
Ferite22 agosto 1916
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Comandante di2º Reggimento "Granatieri di Sardegna"
Decorazioni1 medaglia d'argento 4 medaglie di bronzo 1 croce di guerra
Studi militariaccademia militare
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Luigi Nelson Pirzio Biroli (Nizza Marittima, 17 gennaio 1859Viserba, 1952) è stato un generale e dirigente sportivo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Nizza 17 gennaio 1859, ancora in territorio del Regno di Sardegna era discendente di una facoltosa famiglia di esploratori. Il secondo nome Nelson gli fu dato in onore di Horatio Nelson. Quando nel 1860 Nizza fu definitivamente, annessa alla Francia, assieme alla Savoia, in seguito agli accordi di Plombières (1858) e al trattato di Torino (1860), i suoi numerosi familiari si trasferirono tra Ventimiglia, Bordighera, e Torino.

Fu avviato fin da giovane alla carriera militare. Promosso capitano dei Granatieri di Sardegna, espletò servizio a Roma. Per le su ottime capacità organizzative divenne ispettore generale della nascente forza degli Aerostieri; poi Comandante della Divisione Padova, e Generale di Corpo d'Armata. Fu anche un ottimo schermitore e partecipò a cavallo del secolo a numerosi tornei di scherma vincendone alcuni come nel 1903 al club d'armi di Milano. Appassionato sportivo nel 1913 di stanza nella capitale, assieme ai colleghi Gaetano Zoppi e Paolo Spingardi fu eletto vicepresidente della S.P. Lazio occupandosi di portare i militari più promettenti a gareggiare con la maglia del sodalizio biancoceleste.[1]. Tra questi Valerio Mengarini, Mario Massetti, Rodolfo De Mori e Renato De Censi che in seguito saranno valorosi combattenti nella grande guerra

Combatté durante la guerra italo-turca e gli furono conferite due medaglie di bronzo al Valor Militare Durante la prima guerra mondiale parti col grado di Colonnello dei Granatieri di Sardegna-Cengio. Rimase al comando fino al dicembre 1915; poi fu comandante della "Brigata Pistoia" (35ª e 36ª Brigata Fanteria) e della "Brigata Pavia" (27ª e 28ª Brigata Fanteria) nel 1916. Il 22 agosto 1916 rimane ferito ad una mano durante un assalto austriaco. Alla fine del conflitto fu decorato con una medaglia d'argento con questa motivazione: Durante un intenso bombardamento nemico, essendo scoppiati in una nostra dolina due shrapnels che uccisero e ferirono parecchi militari, con ammirevole slancio e sprezzo del pericolo, benché fosse stato ferito ad una mano, trascurando se stesso, rimaneva esposto per circa venti minuti al fuoco nemico per dirigere personalmente l'opera di soccorso ai feriti. Dolina Sassari, 22 agosto 1916.[2]

Il magg. gen. Luigi Pirzio-Biroli era al comando della Brigata Granatieri di Sardegna, il 24 ottobre 1915 nella zona del monte Sabotino, nel momento in cui il ten. gen. Gustavo Fara comandante della IV^ divisione rimase ferito. Pirzio Biroli diede ordine a quattro Granatieri di recare a spalla la barella del Generale Fara per il tragitto dal trincerone del Sabotino a Dol, e per la valle Peumica, a Quisca Sola, all'Ospedaletto N° 110. Durante la ritirata di Caporetto riuscì al salvare molto materiale appartenente alla II^ Armata in rotta e a riunire i numerosi sbandati. Nel giugno 1918, il Ten.Gen. Pirzio Biroli comandava la 17ª div. (brig. Cremona e Pesaro) sotto il IX Corpo d'armata, nella 2ª battaglia del Grappa.[3] Gli fu conferita anche una medaglia di bronzo e la Croce di Guerra. Fu nominato Cavaliere Ordine Militare d'Italia il 7 giugno 1923 e commendatore del Regno nel 1933. [4] A lui è intitolato un parco a Viserba.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Suo nipote, figlio del fratello Carlo Alberto, fu il generale Alessandro Pirzio Biroli.[5] Il bisnipote Carlo Pirzio Biroli cadde a Tirana per non arrendersi ai tedeschi e gli fu conferita la medaglia d'oro al valore militare.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Durante un intenso bombardamento nemico, essendo scoppiati in una nostra dolina due shrapnels che uccisero e ferirono parecchi militari, con ammirevole slancio e sprezzo del pericolo, benché fosse stato ferito ad una mano, trascurando se stesso, rimaneva esposto per circa venti minuti al fuoco nemico per dirigere personalmente l'opera di soccorso ai feriti.»
— Dolina Sassari, 22 agosto 1916
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Ettangi 18 giugno 1913
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sidi Garbaa»
— 16 maggio 1913
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Dolina Sassari 22 agosto 1916
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Monfalcone Maggio Giugno 1915
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
«non reperita»
Medaglia commemorativa delle campagne di Libia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia 1848-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Come scritto nel libro "Dal Tevere Al Piave -1915 1918 gli atleti della Lazio nella grande guerra. Di Fabrizio Munno e Fabio Bellisario ed. Eraclea 2015.
  2. ^ Istituto del Nastro Azzurro
  3. ^ Archivio Ministero della difesa divisione Generali D.G.U.E faldone a nome L.N.Pirzio Biroli
  4. ^ Gazzetta ufficiale del Regno D'Italia
  5. ^ Araldi V., Generali dell'Impero: i condottieri della guerra in A.O., Napoli, Rispoli, 1940.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • [1]Istituto nastro azzurro
  • Atti di Nascita e di battesimo
    [2] certificato di nascita