Lophophorus sclateri

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Lofoforo di Sclater
Stato di conservazione
Vulnerabile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Aves
Ordine Galliformes
Famiglia Phasianidae
Sottofamiglia Phasianinae
Genere Lophophorus
Specie L. sclateri
Nomenclatura binomiale
Lophophorus sclateri
Jerdon, 1870

Il lofoforo di Sclater o monal di Sclater (Lofoforus sclateri Jerdon, 1870) è una delle tre specie di lofofori esistente in natura. Deve il suo nome allo zoologo britannico Philip Lutley Sclater.

Sottospecie[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie consta di tre sottospecie:[senza fonte]

  • Lophophorus sclateri arunachalensis Kumar & Singh, 2004.
  • Lophophorus sclateri orientalis GWH Davison, 1974.
  • Lophophorus sclateri sclateri Jerdon, 1870.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare femmina.

Anche questo, come tutti i lofofori, presenta un dimorfismo sessuale ben marcato; infatti il maschio ha il piumaggio verde-violaceo, con il collo di color rame, la gola nera tendente al viola e la coda bianca. La femmina invece è invece di color marrone scuro con solo la gola e la punta della coda bianca.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questo grosso uccello vive nelle foreste montane, ad una quota compresa tra i 2500 e i 4500 metri, del sud-est cinese, della Birmania settentrionale e della parte nord-est dell'India.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

La dieta del lofoforo di Sclater è composta soprattutto di tuberi, radici, fiori, antropodi, semi e piccoli roditori.

La femmina depone tra le tre e le cinque uova. Non si conosce ancora se il maschio contribuisce alla difesa del nido, ma si suppone che lo faccia.

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