Libere (film)

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Libere
Paese di produzioneItalia
Anno2017
Durata76 min
Dati tecnicimisto, DCP
Generedocumentario
RegiaRossella Schillaci
SceneggiaturaPaola Olivetti, Rossella Schillaci
ProduttoreArchivio nazionale cinematografico della Resistenza (ANCR)
Distribuzione in italianoLab 80 Film
FotografiaDavide Marcone, Stefania Bona
MontaggioFulvio Montano
MusicheGiorgio Canali, Oltre il ponte testo di Italo Calvino musica di Sergio Liberovici, Milva

Libere è un film documentario del 2017 diretto da Rossella Schillaci.

Pellicola che nasce da un progetto di Paola Olivetti sul ruolo delle donne durante la Resistenza italiana, intrecciando il recupero delle testimonianze d'archivio di donne partigiane con immagini e filmati d'epoca, attingendo soprattutto ai materiali documentari raccolti nel corso degli anni dall'Archivio nazionale cinematografico della Resistenza.[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il film si apre con la registrazione del breve discorso tenuto da Ada Gobetti, unica donna partigiana ad intervenire al convegno del Comitato di Liberazione Nazionale, chiedendo che si facesse luce su quello che era stato il movimento femminile durante la Resistenza.[2] Il convegno si tenne nell'ottobre del 1965 a Torino.[3]

«Non abbiate paura, non vi faccio ritardare il pranzo, parlerò tre minuti. Avrei voluto che in questo studio storico del CLN si parlasse un momentino dei Gruppi di Difesa della Donna. E debbo confessare che quando sono venuta qui a parlare, ero seccata, perché dico: ma, proprio io devo venire a parlare delle donne? Tutti gli uomini che hanno parlato prima, forse pensano che parlare delle donne non sia virile? Allora, vorrei, io vorrei, che qualche giovane studente, senza distinzione di sesso, non facciamo discriminazioni, volesse fare oggetto di studio quello che è stato il movimento femminile durante la Resistenza, dall'8 settembre al 25 aprile, per arrivare poi a vedere quella che è stata l'azione delle donne uscite dai Gruppi di Difesa e dai CLN, nelle varie Amministrazioni o nelle posizioni di Governo o di Amministrazione che hanno avuto poi allora.»

La regista Rossella Schillaci raccoglie l’invito, realizzando un documentario che approfondisce il ruolo delle donne partigiane e mette in evidenza come, nell'ambito della Resistenza, la consapevolezza dei propri diritti da parte delle donne si rafforzò.

Mosse da un desiderio di libertà e cambiamento, molte di queste donne ricordano il periodo come il più bello della loro vita, nonostante la giovane età, i rischi e la paura di un futuro incerto. La lotta per la libertà ha aperto per molte delle partigiane la strada verso l'emancipazione, verso la parità nel lavoro e nella famiglia.

«Per me il femminismo è nato nella resistenza, perché hanno cambiato ruolo le donne, nettamente! Tanto è vero che quando io le interrogavo, la mia prima domanda era sempre: "perché l'hai fatto?", venivano fuori le risposte più disparate, ma tutte in un certo senso univoche, cioè: l'ho fatto perché non mi piaceva la vita che facevo, l'ho fatto perché volevo essere libera. Ciascuna di loro voleva emanciparsi, voleva tirarsi fuori. Voleva precisamente superare il ruolo Furono molteplici i ruoli di cui si occuparono le donne: combattenti, comandanti e ruoli subalterni. Il principale era quello di ufficiale di collocamento, non erano solo semplici staffette. Il loro compito era quello di trasferire da una base a un'altra documenti, armi e viveri.»

Nel dopoguerra molte speranze furono deluse e non si tradussero in azioni concrete; le voci delle testimoni raccontano la delusione e un ritorno alla dimensione privata, spesso costrette a lasciare il lavoro.Rimane inatteso in molti punti il "Programma dei Gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti della Libertà", il documento programmatico che aveva ispirato le partigiane. Nell’ultimo punto del documento, riportato integralmente nel film, si legge: "le donne di ogni fede religiosa, tendenza politica, donne senza partito chiedono la possibilità di accedere a qualsiasi impiego. Unico criterio: il merito".[5]

Importante fu tuttavia nel 1946 la conquista del diritto al voto, una prima tappa nel raggiungimento dei fondamentali diritti di parità e uguaglianza, ancora oggi oggetto di battaglia.[6]

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato costruito attraverso un montaggio che alterna le registrazioni sonore delle testimoni, estrapolate dalle interviste filmate a partire dalla fine degli anni '80, a immagini di diverse tipologie di fonti visive (documenti, fogliettini scritti in fretta a matita, foto, volantini, relazioni, veline, tessere) a sequenze di film amatoriali, documentari e cinegiornali.[2] Tra tutte le testimonianze raccolte sono state selezionate quelle di alcune partigiane: Lia Corinaldi, Giuliana Gadola Beltrami, Bianca Guidetti Serra, Alda Frascarolo, Bianco, Lucia, Boetto Testori, Anna Cherchi Ferrari, Joyce Lussu, Marisa Sacco, Maria Airaudo, Carmen Nanotti, Carla Dappiano, Marisa Rodano.[2] Il racconto storico si alterna con scene ambientate ai giorni nostri in cui vengono mostrati gli spazi dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza e il patrimonio che conserva.[7]

La scelta della regista è stata quella di non inserire il volto delle donne intervistate per rendere al meglio l’idea di lotta combattuta da giovani. Questa strategia narrativa favorisce il processo di identificazione con le protagoniste della vicenda.

Nel finale è inserita l’unica canzone di tutto il film: Oltre il ponte, canzone scritta da Italo Calvino nel 1958 e musicata nel 1959 da Sergio Liberovici che qui è interpretata da Milva.[8]

Archivi[modifica | modifica wikitesto]

Le fonti visive provengono, oltre che per la maggior parte dall'Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, dai seguenti archivi, in ordine alfabetico:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ITEN) Libere (PDF), su Lab80film, aprile 2017. URL consultato il 19 maggio 2018.
  2. ^ a b c d Scheda film, su Lab80Film, aprile 2017. URL consultato il 19 maggio 2018.
  3. ^ "Convegno nazionale dei Cln. Torino, 9 - 10 ottobre 1965" in Archivio Istoreto, fondo Istituto storico della Resistenza in Piemonte [IT C00 FA400], su Archos Archivi della Resistenza e del '900, 15 febbraio 2001. URL consultato il 19 maggio 2018.
  4. ^ Il governo dei CLN: atti del convegno dei Comitati di liberazione nazionale: Torino, 9-10 ottobre 1965 / Guido Quazza, Leo Valiani, Edoardo Volterra; prefazione di Giuseppe Grosso; introduzione di Franco Antonicelli
  5. ^ Giulia Torlone, La Resistenza tradita: storie di donne, su L'Espresso, 19 aprile 2017. URL consultato il 19 maggio 2018.
  6. ^ Tonino De Pace, Libere, di Rossella Schillaci, su Lab80Film, 19 aprile 2017. URL consultato il 19 maggio 2018.
  7. ^ Carmen Palma, “Libere”: il film che parla della Resistenza vista dagli occhi delle donne, su Lab80Film, 17 aprile 2017. URL consultato il 19 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).
  8. ^ Oltre il ponte, su Lab80Film. URL consultato il 19 maggio 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Libere, su IMDb, IMDb.com. Modifica su Wikidata
  • (EN) Libere, su Box Office Mojo, IMDb.com. Modifica su Wikidata
  • Libere, su Lab80Distribuzione. URL consultato il 20 aprile 2018c.
  • Libere, su Sentieri Selvaggi. URL consultato il 20 aprile 2018c.
  • Libere, su Quinlan Rivista di critica cinematografica. URL consultato il 20 aprile 2018c.
  • Libere, su L'Espresso. URL consultato il 20 aprile 2018c.
  • Libere, su ArtSpecialDay, l'arte nel tuo quotidiano. URL consultato il 20 aprile 2018c (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).
  • Libere, su Internet Archive. URL consultato il 20 aprile 2018c.
  • Libere, su La Stampa. URL consultato il 20 aprile 2018c (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2018).
  • Libere, su Cameralook. URL consultato il 20 aprile 2018c.
  • Libere, su Cinefatti. URL consultato il 20 aprile 2018c.
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