Let's Get Lost - Perdiamoci

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Let's Get Lost - Perdiamoci
Chet Baker in una scena del film
Titolo originaleLet's Get Lost
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1988
Durata120 min, 103 min (Germania Ovest, Festival di Berlino)
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33 : 1
Generedocumentario, musicale
RegiaBruce Weber
ProduttoreEmie Amemiya, Bruce Weber
Produttore esecutivoNan Bush
Casa di produzioneLittle Bear Productions, Nan Bush
FotografiaJeff Preiss
MontaggioAngelo Corrao
TruccoDidier Malige
Interpreti e personaggi

Let's Get Lost - Perdiamoci è un documentario del 1988, scritto e diretto da Bruce Weber, basato sulla vita del jazzista Chet Baker.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Bruce Weber diede attenzione per la prima volta a Chet Baker quando in un negozio di dischi a Pittsburgh vide la fotografia del musicista sul fronte del vinile LP del 1955 Chet Baker Sings and Plays (with Bud Shank, Russ Freeman and Strings), all'età di 9 anni.[1] Weber incontrò Baker la prima volta nell'inverno del 1986 in un club di New York [1], convincendolo a fare alcune foto, poi diventate un video di tre minuti [2].

Weber era desideroso di girare un cortometraggio da una canzone di Oscar Levant intitolata Blame It on My Youth, e dopo avervi passato un po' di tempo insieme, convinse Baker a girare un lungometraggio su di lui.[3] Le riprese iniziarono nel gennaio 1987. Secondo Weber, intervistare Baker fu un'impresa come ricorda lui stesso: "A volte dovevamo fermarci per un motivo o per un altro, perché Chet era un drogato e non riusciva a ripetere una scena, così dovevamo ricominciare tutto da capo. Ma lui ci piaceva sempre di più".[4]

Nel maggio 1987, quando Weber presentò il suo documentario Broken Noses al festival di Cannes, fece girare altre scene del film a Baker. Weber spese milioni di dollari di tasca propria per la realizzazione del film, girandolo e fermandolo nei momenti di maggiori entrate o uscite, da lui descritto come "un film molto ad hoc".[1] Il titolo del film deriva da un brano eseguito da Baker e registrato nell'album Chet Baker Sings and Plays, che fu anche l'album acquistato da Weber in quel negozio di dischi di Pittsburgh, quando aveva 9 anni.[2]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Perdiamoci fu presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, e in seguito ha ricevuto critiche grosso modo positive, con un indice di gradimento pari al 93% su Rotten Tomatoes.

La rivista Entertainment Weekly assegna al film un voto "A-", affermando che Weber "ha creato l'unico documentario che funziona come un romanzo, che ti porta a leggere tra le righe della personalità di Baker, fino a farti toccare la tristezza segreta nel cuore della sua bellezza".[5] Carina Chocano nella recensione eseguita per il Los Angeles Times, scrive: "Se c'è una forza trainante nel film di Weber, è che scava nella natura, dando risalto alle qualità dell'attore e al suo personale magnetismo, che Baker aveva in quantità, ma che non lo salvò".[6] Hal Hinson per il Washington Post scrive che Weber "ci dona un [film] frenetico, profondamente coinvolgente e non poco sconcertante".[7] Terrence Rafferty per il New York Times scrive: "Il fascino persistente di Let's Get Lost, il motivo per il quale rimane potente ancora oggi, dove ogni suo valore mostrato è andato perso, è perché è uno dei pochi film che trattano il misterioso, complicato, emotivo processo che ha portato alla creazione della cultura pop - e l'ambiguo processo con cui gli artisti ne hanno generato il desiderio".[8]

Una versione restaurata del film fu proiettata all'edizione 2008 del festival di Cannes[9] e nel 2013 alla 70ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia[10].

Premi[modifica | modifica wikitesto]

All'edizione 1988 dei premi Oscar, Perdiamoci fu candidato per la categoria miglior documentario.[11]

Edizione casalinga[modifica | modifica wikitesto]

L'uscita del film Perdiamoci (edizione di una versione estesa della colonna sonora del film) sul mercato casalingo americano era originariamente prevista nel dicembre 2007, ma a causa di alcuni problemi non meglio specificati la distribuzione fu annullata.[1]

Nel Regno Unito è uscito il 28 luglio 2008.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d James Adams, Through a Legend, Darkly, in The Globe and Mail, 9 settembre 2006.
  2. ^ a b Jame Kreigmann, Requiem for a Horn Player, in Esquire, dicembre 1988, 231.
  3. ^ Nick James, Return Of The Cool, in Sight and Sound, giugno 2008. URL consultato il 20 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2008).
  4. ^ Anne S Lewis, Chet Baker in Black and White, but Still Blurry, in The Austin Chronicle, 27 aprile 2007. URL consultato il 29 aprile 2007.
  5. ^ (EN) Owen Gleiberman, Let's Get Lost, Entertainment Weekly, 13 giugno 2007. URL consultato il 28 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2011).
  6. ^ (EN) Carina Chocano, "Lost" traces jazz legend's shocking descent, Los Angeles Times, 11 gennaio 2008.
  7. ^ (EN) Hal Hinson, Let's Get Lost, Washington Post, 2 giugno 1989.
  8. ^ (EN) Terrence Rafferty, A Jazzman So Cool You Want Him Frozen at His Peak, New York Times, 3 giugno 2007.
  9. ^ (EN) Cannes Classics Set For Fifth Year, indieWIRE, 7 maggio 2008. URL consultato il 28 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2008).
  10. ^ Dal calendario ufficiale di Venezia 70, su labiennale.org, 1º settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2013).
  11. ^ (EN) NY Times: Let's Get Lost, su movies.nytimes.com, New York Times.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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