L'uomo che sconfisse il boogie

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L'uomo che sconfisse il boogie
Fotogramma tratto dal trailer
Paese di produzioneItalia
Anno2006
Durata54 min
Generedocumentario
RegiaDavide Cocchi
SceneggiaturaDavide Cocchi
ProduttoreSimone Bachini (Aranciafilm), Paolo Marzoni (Maxman), Davide Cocchi
Casa di produzioneAranciafilm s.r.l.
Distribuzione in italiano
MontaggioPaolo Marzoni
MusicheCorrado Carosio e Pierangelo Fornaro

L'uomo che sconfisse il boogie è un film documentario del 2006 di Davide Cocchi che racconta la storia di Aurelio Casadei, in arte Secondo, fondatore dell'omonima orchestra e massimo esponente del liscio romagnolo.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il film alterna immagini d'epoca alle testimonianze di studiosi e appassionati delle musiche dell'indimenticato maestro passando in rassegna, grazie all'affettuosa testimonianza della figlia Riccarda, gli aspetti più personali della vita di Secondo Casadei[1]. La storia della musica dello Strauss di Romagna, forte di un larghissimo consenso popolare, diviene un mezzo per contestualizzare un'intera fase storica dai primi anni venti fino agli ultimi concerti all'alba degli anni settanta[2].

Lo snodo cruciale della vicenda è rappresentato dall'atmosfera festosa dei primi anni cinquanta quando le musiche di Secondo Casadei, già molto popolari prima dello scoppio della guerra riuscirono ad affermarsi nelle sale da ballo a scapito della più moderna industria musicale americana.[3].

Il titolo dell'opera si riferisce ad un aneddoto del 1954, ripreso dalla stampa dell'epoca in cui Secondo avrebbe ridotto al silenzio a colpi di musica l'altra orchestra in programma per la serata, quella americana. Il musicista romagnolo a seguito di quell'episodio venne più volte celebrato dalla stampa come un vero e proprio liberatore, capace di far sopravvivere alle mode le antiche tradizioni popolari della musica da ballo romagnola.[4]

Genesi del documentario[modifica | modifica wikitesto]

L'idea del documentario venne al regista durante la preparazione di Ogni volta che te ne vai, in seguito all'ascolto di un CD di liscio avuto dal compositore musicale Andrea Guerra, figlio del noto poeta Tonino.[5]

Proiezioni e passaggi televisivi[modifica | modifica wikitesto]

  • Speciale Serata Romagna andato in onda su History il 28 luglio 2006[6]
  • Cineteca di Bologna, evento inaugurale della quattro giorni degli Stati Generali del Documentario il 20 settembre 2006.[3]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 2006 - 1º Premio Categoria Folk, Pop & Jazz al Roma Music Docfest - Festival di Palazzo Venezia, con la seguente motivazione: "Poco dopo il cinquantenario dalla nascita di Romagna mia, un documentario ruspante come lo spirito della terra di cui ci parla, che rievoca sapientemente l'invenzione della musica popolare romagnola, raccontandoci contemporaneamente del momento politico nel quale nacque."

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ sinossi dell'opera tratta da Documentando.com, su documentando.com. URL consultato il 5 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2009).
  2. ^ Secondo Casadei, lo Strauss della Romagna, Da provincia.ra.it, su provincia.ra.it. URL consultato il 5 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2014).
  3. ^ a b Fernando Pellerano, Un film racconta l'uomo che sconfisse il boogie americano, in la Repubblica, 20 settembre 2006. URL consultato il 19 febbraio 2016.
  4. ^ Kibernetes s.r.l. - www.kibernetes.it, Secondo Casadei, su comunegatteo.it. URL consultato il 19 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2016).
  5. ^ Federica Mingarelli, Il Domani di Bologna, 20 settembre 2006.
  6. ^ Il Venerdi di Repubblica, 28 luglio 2006.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]