Jubiabá

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Jubiabá
Titolo originaleJubiabá
AutoreJorge Amado
1ª ed. originale1935
GenereRomanzo
Lingua originaleportoghese

Quarto libro scritto da Jorge Amado, Jubiabá è un romanzo che si potrebbe definire epico (nel senso che narra le avventure quotidiane ed eroiche da tramandare ai posteri). Il titolo non è altro che il nome dello stregone della misera periferia di São Salvador da Bahia de Todos os Santos (Bahia), sulla collina del Capa Negro, che tramanda le antiche storie della schiavitù, guarisce i malati con gli esorcismi, celebra i riti della lontana Africa e sembra essere eterno grazie al contatto con le divinità della santeria (Candomblé e Macumba).

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il protagonista è un giovane nero, Antonio Balduino, detto Baldo che rimasto solo al mondo, dopo una difficile ma esaltante infanzia viene affidato ad una ricca famiglia di bianchi. Preconcetti, razzismo ed invidia lo costringono a tornare a vivere di espedienti con la sua banda di "ragazzacci"; un'inattesa carriera di pugile e la fortuna con le donne lo separano per un po' dalla vita della strada, ma un viaggio nelle lontane piantagioni di tabacco lo fa ridiventare un malvivente che solo il ritorno a Bahia può salvare. Lungo la strada del ritorno lavora anche in un circo, l'uomo forzuto pronto a sfidare chiunque, e al suo arrivo in città ritrova i suoi vecchi amici ed insospettabilmente incontra il primo amore della sua vita, Lindinalva, la bella giovane della famiglia cui era stato affidato da ragazzino. Le vicende della vita l'hanno costretta a prostituirsi ed in punto di morte affida il suo figlio a Baldo.

Baldo, nonostante gli amorazzi e le avventure vissute, si trova così a dover lavorare come scaricatore di porto; il momento è difficile ed il coinvolgimento nello sciopero generale lo vede ancora protagonista in una veste insolita di umanità, dalla quale nascono dubbi proprio sulla figura del mitico santone Jubiabá (in contatto col passato, ma incapace secondo Baldo, di immaginare un futuro diverso).

Un romanzo che, considerato sovversivo nel 1935, altro non è che un "documentario" sul Brasile, sulla dura vita dei poveri in contrapposizione alla ricchezza ostentata dai padroni, dai fazenderos e dalle multinazionali.

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