Jaydia queketti

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Jaydia queketti
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Superclasse Gnathostomata
Classe Actinopterygii
Sottoclasse Osteichthyes
Superordine Acanthopterygii
Ordine Perciformes
Sottordine Percoidei
Famiglia Apogonidae
Sottofamiglia Apogoninae
Genere Jaydia
Specie J. queketti
Nomenclatura binomiale
Jaydia queketti
Gilchrist, 1903
Sinonimi

Apogonichthys queketti
(Gilchrist, 1903)
Apogon queketti
(Gilchrist, 1903)

Jaydia queketti Gilchrist, 1903 è un pesce osseo marino della famiglia Apogonidae.[1]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Ampiamente diffusa nell'oceano Indiano occidentale, dal Sudafrica al mar Rosso, al golfo Persico. Esistono segnalazioni dall'India[2]. La specie, in seguito alla migrazione lessepsiana, è penetrata nel mar Mediterraneo orientale dove risulta però rara, con poche segnalazioni sulle coste da Israele alla baia di Alessandretta, in Turchia meridionale.[3][4]

Durante il giorno rimane nascosto in fondali rocciosi mentre di notte si sposta in acque libere per alimentarsi[3].

È riportata una profondità di vita di 66/73 metri[2] e fino a 90 metri di profondità massima[3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

J. queketti ha sagoma ovale e corpo compresso lateralmente. Gli occhi sono grandi; la bocca è ampia, in posizione obliqua, e supera posteriormente l'occhio. Le pinne dorsali sono due, separate da uno spazio, la prima è composta da 7 raggi spiniformi. I raggi molli della dorsale sono più lunghi dei raggi spinosi. La pinna anale è grossolanamente uguale e simmetrica alla seconda dorsale. La pinna caudale è quasi tronca, con bordo arrotondato. Le pinne ventrali sono inserite sulla verticale delle pinne pettorali. Il preopercolo è privo di dentellature. scaglie grandi. La colorazione è fondamentalmente grigiastra o marrone chiaro, solo leggermente più scura sul dorso; sui fianchi sono presenti punti scuri grossolanamente disposti in linee irregolari orizzontali. Una grande macchia nera, vistosa, è sul bordo posteriore della prima dorsale. Il bordo posteriore della caudale e quello inferiore dell'anale sono scuri. Le pinne pari sono chiare o incolori[3].

Raggiunge 12,3 cm di lunghezza massima[2].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Notturno[3].

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di notte di zooplancton[3].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Le uova vengono incubate nella bocca[2], probabilmente dal maschio[3].

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Viene catturato con le reti a strascico[4] ma non ha alcun valore[3].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La lista rossa IUCN non valuta J. queketti.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Jaydia queketti è stata nominata nel 1903 dall'ittiologo scozzese John Dow Fisher Gilchrist come specie del genere Apogon.[5] Il genere Jaydia è stato diviso da Apogon e J. queketii fa parte del gruppo di specie carinatus insieme a Jaydia poecilopterus e Jaydia carinatus.[6][7] Gilchrist non ha specificato a chi è dedicato il nome specifico, ma si pensa che molto probabilmente si tratti del conchologo John Frederick Whitlie Quekett (1849-1913), che fu curatore del Museo di Storia Naturale di Durban.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Jaydia queketti, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 23 maggio 2021.
  2. ^ a b c d (EN) Jaydia queketti, su FishBase. URL consultato il 23 maggio 2021.
  3. ^ a b c d e f g h (EN) Scheda di Jaydia queketti, su CIESM Atlas of Exotic Fishes in the Mediterranean Sea. URL consultato il 23 maggio 2021.
  4. ^ a b (EN) L. Eryilmaz & C. Dalyan, First record of Apogon queketti Gilchrist (Osteichthyes: Apogonidae) in the Mediterranean Sea, in Journal of Fish Biology, vol. 69, n. 4, 2006, pp. 1251–1254, DOI:10.1111/j.1095-8649.2006.01185.x.
  5. ^ Synonyms of Jaydia queketti (Gilchrist, 1903), su fishbase.org, Fishbase. URL consultato il 29 gennaio 2017.
  6. ^ Ofer Gon, Revision of the cardinalfish subgenus Jaydia (Perciformes, Apogonidae, Apogon), in Transactions of the Royal Society of South Africa, vol. 512, n. 1, 1996, pp. 147–194.
  7. ^ K. Mabuchi, T.H. Fraser, H. Song, Y. Azuma e M. Nishida, Revision of the systematics of the cardinalfishes (Percomorpha: Apogonidae) based on molecular analyses and comparative reevaluation of morphological characters, in Zootaxa, vol. 3980, n. 2, 2014, pp. 286–292.
  8. ^ Christopher Scharpf e Kenneth J. Lazara, Order KURTIFORMES (Nurseryfishes and Cardinalfishes), in The ETYFish Project Fish Name Etymology Database, Christopher Scharpf and Kenneth J. Lazara, 31 maggio 2018. URL consultato il 21 settembre 2018.

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