James Glancy

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James Glancy

Europarlamentare
Durata mandato20 luglio 2019 –
31 gennaio 2020
PredecessoreWilliam Legge, X conte di Dartmouth
Successorecollegio elettorale abolito
LegislaturaIX
Gruppo
parlamentare
NI
CircoscrizioneInghilterra sud-occidentale
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito della Brexit
UniversitàSt Anne's College
ProfessioneEx militare
James Glancy
Nascitaagosto 1982
Dati militari
Paese servitoBandiera del Regno Unito Regno Unito
UnitàRoyal Marines
(Special Boat Service)
Anni di servizio2002-2012
GradoBrigadiere
GuerreOperazione Herrick
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James Alexander Glancy (agosto 1982) è un conduttore televisivo, ambientalista e politico britannico. In precedenza è stato membro dei Royal Marine Commandos. È stato membro del Partito della Brexit nel Parlamento europeo (MEP) per l'Inghilterra sud-occidentale dal 2019 al 2020.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Studi[modifica | modifica wikitesto]

Glancy ha studiato storia al St Anne's College di Oxford.[1][2] Era il capitano della sua squadra di pugilato universitaria.[2] I suoi studi furono finanziati dai Royal Marines.[1]

Televisione e conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Glancy presenta lo spettacolo ambientale "Planet SOS" su Mail Plus e ha ospitato documentari su Discovery Channel, tra cui Shark Week.[3]

Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Glancy è stato per dieci anni ufficiale nei Royal Marines Commandos e dello Special Boat Service (SBS).[4] Glancy ha prestato servizio in Afghanistan tre volte.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Luciana Bellini, How posh is your bodyguard?, in Tatler, 2 febbraio 2016. URL consultato il 27 febbraio 2021.
  2. ^ a b (EN) Cherwell takes up…boxing with James Glancy, in Cherwell, 17 ottobre 2003. URL consultato il 27 febbraio 2021.
  3. ^ (EN) Mandi Bierly, 43 Hours, Circling Fins, No Boat: All for the Shark Week Glory, in The New York Times, 25 luglio 2018. URL consultato il 27 febbraio 2021.
  4. ^ (EN) Sam Coates, European elections: Leave and Remain party candidates, in The Times, 24 aprile 2019. URL consultato il 27 febbraio 2021.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]