Il cane giallo della Mongolia

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Il cane giallo della Mongolia
Macchia e Nansal in una scena del film
Titolo originaleDie Höhle des gelben Hundes
Lingua originalemongolo
Paese di produzioneGermania
Anno2005
Durata93 min
Rapporto1,85:1
Generedocumentario
RegiaDavaa Bâmbasürėn
SoggettoLjagvaa Gantuâa (racconto)
SceneggiaturaDavaa Bâmbasürėn
ProduttoreStephan Schesch
Casa di produzioneSchesch Filmproduktion, HFF München
Distribuzione in italianoBiM Distribuzione
FotografiaDaniel Schönauer
MontaggioSarah Clara Weber
MusicheGanpurev Dagvan
Interpreti e personaggi
  • Batčuluun Urjindorj: padre
  • Buâandulam Daramdadi: madre
  • Batčuluun Nansal: figlia maggiore
  • Batčuluun Nansalmaa: figlia minore
  • Batčuluun Batbaâr: figlio neonato

Il cane giallo della Mongolia (Die Höhle des gelben Hundes) è un film del 2005 scritto e diretto da Davaa Bâmbasürėn, tratto da un racconto di Ljagvaa Gantuâa.

È stato scelto come rappresentante della Mongolia nella categoria per il miglior film straniero ai premi Oscar 2006.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La piccola Nansal, di sei anni, è la figlia maggiore dei Batčuluun, una famiglia di nomadi mongoli che vive alle pendici dei Monti Altaj. Un giorno, Nansal trova in una grotta nelle montagne un cagnolino, da lei prontamente ribattezzato Macchia, e lo prende con sé nonostante il parere contrario del padre Urjindorj, che sostiene che l'animale potrebbe attrarre dei lupi verso il loro prezioso gregge di pecore. A stagione finita, per la famiglia arriva come tutti gli anni il momento di smontare la iurta e trasferirsi: Urjindorj avverte Nansal di decidersi ad abbandonare Macchia una volta per tutte, ma il cane riuscirà a fargli cambiare idea, salvando in maniera provvidenziale il pargolo Batbaâr da uno stormo di avvoltoi.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato girato da una troupe di sei persone, che hanno vissuto per tutta la durata delle riprese nei pressi della iurta dei Batčuluun, a un'ora e mezza di automobile dal primo centro abitato, per meglio documentarne la vita e le abitudini.[1] Non potendo contare sulla corrente elettrica, per conservare in condizioni ottimali la pellicola con il materiale girato, si è optato per un congelatore a batterie, alimentato nottetempo da un generatore che non poteva essere azionato durante il giorno senza interferire con la registrazione del suono.[1]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

È stato distribuito nelle sale cinematografiche tedesche a partire dal 28 luglio 2005,[1] mentre in quelle italiane a partire dal 28 aprile 2006.[2][3]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Il film ha incassato 3,5 milioni di dollari in tutto il mondo.[4]

Premi e candidature[modifica | modifica wikitesto]

Nota[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Lars-Olav Beier, The Mongolian Steppe on the Silver Screen Camels and Dogs as Movie Stars, in Der Spiegel, 25 luglio 2005. URL consultato il 7 aprile 2021.
  2. ^ Claudia Morgoglione, Banderas, Pacino, Harrison Ford: al cinema parata di star maschili, in La Repubblica, 28 aprile 2006. URL consultato il 14 febbraio 2024.
  3. ^ Franco Montini, Weekend con le grandi star, in La Repubblica, 27 aprile 2006, p. 16. URL consultato il 14 febbraio 2024.
  4. ^ (EN) Il cane giallo della Mongolia, su Box Office Mojo, IMDb.com. Modifica su Wikidata

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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