Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics

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Veduta esterna del CfA

L'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) è una delle principali istituzioni scientifiche mondiali nel campo dell'astrofisica. La sua missione è ampliare la conoscenza e la comprensione dell'Universo, attraverso la ricerca e l'insegnamento dell'astronomia, dell'astrofisica, delle scienze della terra e delle scienze dello spazio.

Il centro fu fondato nel 1973 attraverso una collaborazione fra la Smithsonian Institution e l'Università di Harvard, e consiste di due istituti principali, l'Harvard College Observatory e lo Smithsonian Astrophysical Observatory. La sede principale si trova a Cambridge (Massachusetts), e coordina diverse strutture-satellite in giro per il mondo. L'attuale direttore del CfA è Charles R. Alcock, in carica dal 2004.[1] Il precedente direttore fu Irwin I. Shapiro, in carica dal 1982.[2]

Osservatori terrestri[modifica | modifica wikitesto]

Osservatori spaziali[modifica | modifica wikitesto]

Progetti futuri[modifica | modifica wikitesto]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

L'asteroide 10234 Sixtygarden prende il nome dall'indirizzo del CfA (60, Garden Street).[3][4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Alcock to lead the CfA:Astrophysicist noted for 'dark matter' studies to take helm at observatories, Harvard Gazette, 20 maggio 2004. URL consultato il 25 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2006).
  2. ^ Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics Celebrates 25 Years, Harvard University Gazette, 15 ottobre 1998. URL consultato il 26 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2016).
  3. ^ (10234) Sixtygarden, su klet.org, Klet Observatory, 23/11/1999. URL consultato il 25 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2011).
  4. ^ Discovery Circumstances: Numbered Minor Planets (10001)-(15000), su cfa.harvard.edu, Central Bureau for Astronomical Telegrams (CBAT) and Minor Planet Center (MPC). URL consultato il 25 dicembre 2007.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN133715727 · ISNI (EN0000 0000 9136 6366 · LCCN (ENn82103389 · J9U (ENHE987007570745105171 · WorldCat Identities (ENlccn-n82103389