Halophila stipulacea

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Halophila stipulacea
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
Ordine Alismatales
Famiglia Hydrocharitaceae
Sottofamiglia Hydrilloideae
Genere Halophila
Specie H. stipulacea
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Ordine Alismatales
Famiglia Hydrocharitaceae
Genere Halophila
Specie H. stipulacea
Nomenclatura binomiale
Halophila stipulacea
(Forssk.) Asch.

Halophila stipulacea (Forssk.) Asch. è un'angiosperma marina della famiglia Hydrocharitaceae.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È immediatamente riconoscibile dalle altre angiosperme marine europee per le foglie appiattite e dotate di picciolo e per le nervature pennate (in tutte le altre sono parallele). Le foglie sono lunghe fino a 5–6 cm e non sono più larghe di 1 cm. Il rizoma è molto robusto, si assottiglia nei punti di inserzione delle foglie e porta radici lunghe ma molto superficiali.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Al contrario delle altre angiosperme marine mediterranee questa specie fiorisce e fruttifica regolarmente tutti gli anni e i semi, abbondantissimi, sono dispersi dalle correnti su lunghissime distanze.

Non pare porsi in competizione con le altre fanerogame marine italiane né si accompagna a Posidonia oceanica o a Cymodocea nodosa perché vive in acque più basse. Si può però trovare assieme a alghe verdi del genere Caulerpa. È un'ottima colonizzatrice e può occupare vaste aree in brevissimo tempo per poi scomparire quando arrivano specie più fortemente competitive.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è originaria dell'Oceano Indiano e del mar Rosso da cui è penetrata nel mar Mediterraneo attraverso il Canale di Suez (migrazione lessepsiana)[1]. Nei mari italiani è nota sulla costa ionica della Sicilia[3], e nel basso Tirreno (isole Eolie[4][5], Palinuro[6]).

Appare in netta espansione in tutto il Mediterraneo[7]. Popola acque basse o molto basse, in luoghi non troppo esposti alla furia delle onde.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Short F.T. et al. 2010, Halophila stipulacea, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) Halophila stipulacea, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 25 dicembre 2021.
  3. ^ (FR) Biliotti M. and Abdelahad N., Halophila stipulacea (Forssk.) Aschers. (Hydrocharitaceae): espece nouvelle pour l'Italie, in Posidonia Newsletter, vol. 3, 1990, pp. 23-26.
  4. ^ Acunto S., Maltagliati F., Rindi F., Rossi F., Cinelli F. and Lardicci C., Indagine su una prateria di Halophila stipulacea (Forssk.) Aschers. (Hydrocharitaceae) dell'Isola di Vulcano, in Atti 12º Congresso dell’Associazione Italiana di Oceanologia e Limnologia. 18 – 21 Settembre 1996, 1997.
  5. ^ (EN) Procaccini G., Acunto S., Famà P. and Maltagliati F., Structural, morphological and genetic variability in Halophila stipulacea (Hydrocharitaceae) populations of the Western Mediterranean, in Marine Biology, 135,, 1999, pp. 181–189.
  6. ^ (EN) Gambi M.G, Barbieri F., Bianchi C.N., New record of the alien seagrass Halophila stipulacea (Hydrocharitaceae) in the western Mediterranean: a further clue to changing Mediterranean Sea biogeography (PDF), in Marine Biodiversity Records, vol. 2, 2009.
  7. ^ (EN) G. van der Velde, C. den Hartog, Continuing range extension of Halophila stipulacea (Forssk.) Aschers. (Hydrocharitaceae) in the Mediterranean — now found at Kefallinia and Ithaki (Ionian Sea), in Acta Botanica Neerlandica, vol. 41, n. 3, 2015, pp. 345–348, DOI:10.1111/j.1438-8677.1992.tb01341.x.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Cognetti; M. Sarà, G. Magazzù, Gli organismi del benthos in Biologia marina, 2° ristampa della 1ª edizione, Bologna, Il Sole 24 Ore Edagricole [2002], 2004. 254-255 ISBN 88-506-2720-3
  • C. Cerrano, M. Ponti, S. Silvestri, Guida alla biologia marina del Mediterraneo, 2ª edizione, Torino, Ananke [2004] ISBN 88-7325-072-6

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