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Glissando

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Segno grafico del glissando

Il glissando o glissato (dal francese glisser, "slittare, scivolare") consiste nell'innalzamento o nell'abbassamento costante e progressivo dell'altezza di un suono, ottenuto a seconda dei vari strumenti in diversa maniera.

Il glissando propriamente detto è quello che può produrre la voce umana, uno strumento ad arco come il violino (facendo strisciare il dito su una corda) o il trombone a coulisse; in questo caso, infatti, non si percepisce il passaggio fra le note perché la transizione avviene senza soluzione di continuità. Spesso, però, il termine glissando si applica anche ad alcuni effetti che vi si avvicinano, come quelli ottenibili con gli strumenti a tastiera, con la maggior parte degli ottoni, con l'arpa e con i cordofoni a tasto.

Esecuzione

Voce umana

Il glissando inteso come transizione continua (non discreta) tra due o più note è ottenibile facilmente dalla voce umana, che se ne giova particolarmente come portamento, effetto ampiamente usato nella vocalità operistica, nella musica e nel canto popolare e per derivazione anche nella musica blues, jazz e occasionalmente nella musica pop.

  • Per gli ottoni spesso glissato significa eseguire la serie degli armonici ottenibili senza cambiare posizione; l'effetto è la veloce successione dei suoni armonici.
Il trombone, grazie alla sua sezione mobile (coulisse), può effettuare agevolmente un vero glissato, senza dover sfruttare la serie degli armonici. Una delle maggiori difficoltà dell'arte del trombonista è appunto quella di evitare i glissati tra nota e nota. L'effetto tuttavia può essere esteso al massimo per l'intervallo di quinta diminuita che separa la prima posizione dalla settima.
Il corno può ottenere efficaci effetti di glissato con l'azione combinata della mano e delle labbra.
  • Tra i legni, la prassi esecutiva strumentale della musica nel Novecento ha esplorato la possibilità del glissando su praticamente tutti gli strumenti della famiglia. Negli strumenti più piccoli (oboe, clarinetto) il fatto che lo strumentista usi i polpastrelli direttamente per occludere i fori rende possibile il vero glissato, ottenuto scoprendo gradualmente la superficie di ogni foro in successione: nel flauto traverso da concerto, questo è possibile per i modelli che montano piattelli forati. Nel saxofono (in cui i fori vengono aperti e chiusi azionando leve) è tuttavia possibile glissare per l'intervallo che separa due note modificando la posizione delle labbra e questo, combinato con l'azione delle mani, ottiene un effetto molto simile al vero glissato.

Un famosissimo esempio di glissato per clarinetto apre la Rapsodia in blu di George Gershwin.[1]

  • Nei cordofoni ad arco, come violino, viola, violoncello e contrabbasso, il glissato è facilmente ottenibile facendo scorrere i polpastrelli lungo le corde durante la cavata[2] dell'arco, ed è effetto sfruttabile nelle circostanze in cui lo strumento imita il linguaggio espressivo della voce umana.
  • Nei cordofoni a tasto, come chitarra, liuto, viola da gamba, basso elettrico, viola d'amore e altri, l'effetto è ugualmente ottenibile pizzicando le corde e facendo scorrere i polpastrelli lungo la corda, ma il suo uso è meno frequente rispetto agli strumenti ad arco per l'impiego prettamente polifonico di questi strumenti, per la debolezza del suono così ottenuto e per la presenza dei tasti a provocare brevi ma udibili interruzioni del glissato.
Si noti che il basso elettrico, strumento usato per lo più melodicamente, conosce una variante di costruzione con un manico privo di tasti (in inglese fretless) al preciso scopo di riprodurre le sonorità e gli effetti di glissato del contrabbasso.
Esempi di bend, pre-bend e release
La chitarra elettrica, strumento il cui suono amplificato supera un limite dello strumento acustico, ha inserito stabilmente tra le sue tecniche esecutive due effetti di glissato che si ottengono o premendo la corda e spingendola verticalmente con il polpastrello (in inglese bending), ottenendo in tal modo un glissando ascendente, o agendo pesantemente sulla leva del vibrato in dotazione allo strumento. Il bend può raggiungere la distanza di tono, che nell'intavolatura è segnato con full, o distanze diverse, misurate nell'intavolatura attraverso frazioni di tono (1/2 sta per semitono, 3/4 per 3/4 di tono, e così via). Release è invece l'effetto di glissando ottenuto dal rilascio della corda precedentemente tirata. Infine, il pre-bend è il tiraggio della corda senza glissando ascendente; normalmente al pre-bend segue il release.
  • Nell'arpa l'effetto usatissimo di glissando viene ottenuto passando velocemente la mano sulle corde, in senso ascendente o discendente, previa preparazione dello strumento attraverso gli appositi pedali. Azionandoli, l'arpista può ottenere un glissando propriamente detto, fino alla distanza di tono (raggiungibile tra la posizione di riposo e quella di maggior tensione del pedale); questo effetto è molto meno usato del precedente a causa del ridotto volume sonoro.
  • Gli strumenti polifonici, quindi tutti gli strumenti a tastiera, ma anche l'arpa, le chitarre e i cordofoni ad arco, possono eseguire glissandi multipli, costituiti da glissati simultanei di più note.

Altri strumenti

Tra le percussioni a suono determinato è comune il glissato negli strumenti a tastiera (celesta, glockenspiel, xilofono, vibrafono, marimba e altri) facendo scorrere la mano o le bacchette lungo la tastiera.

È possibile ottenere un glissato udibile ed espressivo dai timpani, azionando i pedali di regolazione delle altezze subito dopo aver percosso la pelle del timpano senza smorzarne il suono. In modo analogo si può trarre effetti di glissato ruotando i rototom.

Nei tamburi un effetto simile al glissato viene ottenuto premendo (con la mano, il gomito o un'altra parte del corpo) e poi rilasciando, dopo averla colpita, la pelle del tamburo. Esistono poi moltissimi altri effetti simili che vengono ottenuti in maniera dipendente dalla particolare natura della percussione (lamiere che vengono inflesse dopo essere state percosse, dischi metallici che vengono fatti ruotare velocemente). Naturalmente, in questi caso l'estensione dell'effetto è approssimata o completamente indeterminata.

Il glissato è stato incluso costantemente in tutti gli strumenti elettronici dell'ultimo secolo, come le Onde martenot, il Theremin, il Telharmonium, il Moog, nell'intento di dare un tocco di umanità a sonorità percepite come artificiali. Effetti di glissando sono normalmente presenti nei sintetizzatori e nelle moderne tastiere elettroniche e sono spesso azionabili tramite comandi di pitch bending azionati da manopole o leve poste a lato della tastiera vera e propria. In questo caso la scelta dell'introduzione di questo effetto (accanto ai numerosi altri di cui questi strumenti sono normalmente dotati) non dipende più dalle caratteristiche fisiche dell'emissione del suono (che è interamente sintetizzata), ma da una scelta di progettazione del produttore.

Notazione

Diverse notazioni del glissando

Il glissando viene segnato facendo seguire alla nota iniziale una linea nella direzione voluta e corredata spesso dall’abbreviazione gliss.; a volte è utilizzata una linea a serpentina. Nella notazione per voce, inizialmente fu utilizzata una legatura non dissimile dalle legature di frase, ma limitata a due note adiacenti di altezze diverse.

Utilizzo

Il glissato è usato nella musica vocale a fini espressivi, nell'imitare quelle inflessioni della voce che lo utilizzano in natura (pianto, lamento, risata, e altre). Non raramente esso può assumere valore parodistico, nell'enfatizzare in senso comico e straniante espressività altrimenti codificate.

Nella musica strumentale esso è stato particolarmente utilizzato negli ultimi due secoli proprio come modalità alternativa rispetto alla notazione fortemente quantizzata degli strumenti dell'orchestra europea, e l'uso parodistico è spesso scoperto nell'imitazione di musica popolare (dal Bolero di Ravel alla band di Goran Bregović e la musica klezmer) o della musica vocale (tutte le varianti del jazz e del blues).

Esempi notevoli di uso del glissando

Bibliografia

Definizione

  • Ottó Károly, La grammatica della musica, Einaudi, Torino 2000 - ISBN 8806154443
  • (EN) Theodore Karp, Dictionary of Music, Northwestern University Press, Evanston 1983, p. 159 - ISBN 0810106590
  • (EN) Don Michael Randel, The New Harvard Dictionary of Music, Harvard University Press, Cambridge 1986 - ISBN 0674615255

Sul pianoforte

  • (EN) Malwine Brée, The Leschetizky Method. A Guide to Fine and Correct Piano Playing, Courier Dover, New York, 1997, ISBN 0486295966

Sul violino

  • Alfredo Casella, Virgilio Mortari, La tecnica dell'orchestra contemporanea, Ricordi, Milano 1950, rist. 1993, pp. 160-1
  • (EN) Leopold Auer, Violin Playing, as I Teach it, Dover, New York 1980, p. 24 - ISBN 0486239179
  • (EN) Carl Flesch, Art of Violin Playing, Carl Fisher LLC, New York 2000, p. 27 - ISBN 0825828228

Sulla viola

  • Alfredo Casella, Virgilio Mortari, La tecnica dell'orchestra contemporanea, Ricordi, Milano 1950, rist. 1993, pp. 173-4

Sul violoncello

  • Alfredo Casella, Virgilio Mortari, La tecnica dell'orchestra contemporanea, Ricordi, Milano 1950, rist. 1993, pp. 183-5

Sul contrabbasso

  • Alfredo Casella, Virgilio Mortari, La tecnica dell'orchestra contemporanea, Ricordi, Milano 1950, rist. 1993, p. 197

Sul corno

  • Alfredo Casella, Virgilio Mortari, La tecnica dell'orchestra contemporanea, Ricordi, Milano 1950, rist. 1993, p. 77

Sulla tromba

  • Alfredo Casella, Virgilio Mortari, La tecnica dell'orchestra contemporanea, Ricordi, Milano 1950, rist. 1993, p. 84

Sul corno

  • Alfredo Casella, Virgilio Mortari, La tecnica dell'orchestra contemporanea, Ricordi, Milano 1950, rist. 1993, p. 94

Sull'arpa

  • Alfredo Casella, Virgilio Mortari, La tecnica dell'orchestra contemporanea, Ricordi, Milano 1950, rist. 1993, p. 135
  • Nikolaj Rimskij-Korsakov, Principi di orchestrazione, 1891, trad. it. a cura di Luca Ripanti, Rugginenti, Milano 1992, p. 35

Note

  1. ^ L'arrangiatore che Gershwin usò per l'occasione, Ferde Grofè, gli fece adattare l'apertura per Russ Gorman, primo clarinetto nell'orchestra di Paul Whiteman che eseguì la rapsodia in prima assoluta. - vedi [1].
  2. ^ Negli strumenti ad arco, si dice cavata il volume e la qualità del suono prodotto dal musicista (che lo cava dallo strumento) e, per estensione, il movimento dell'arco che produce il suono.
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