Giuseppe Trautteur
Giuseppe Trautteur (Napoli, 5 dicembre 1936) è un fisico e scrittore italiano noto per il suo contributo ai temi della cibernetica e gli aspetti filosofici del rapporto mente-macchina.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Napoli, di origini svizzere, durante la seconda guerra mondiale la sua famiglia ripara a Losanna per sfuggire ai bombardamenti alleati che devastavano la città[1]. Consegue la laurea in fisica con una tesi sui gas ionizzati presso l'Università di Roma "La Sapienza" nel 1959 ed è brevemente assunto presso il CNRN (l’attuale ENEA). Continua gli studi in Computer and Communication Science negli Stati Uniti, presso l'Università del Michigan, dove consegue il MS e la Candidacy al dottorato[2]. Ottiene in seguito la cattedra come professore straordinario nel SSN INF/01 presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Palermo e successivamente presso l’Università Federico II[2]. La sua attività di ricerca è concentrata sugli algoritmi evolutivi, le reti neurali, teoria della calcolabilità, teoria della complessità di calcolo, il confronto tra calcolo analogico e digitale, la modellistica computazionale e gli aspetti computazionali dei sistemi biologici. L’interesse di fondo è centrato sulle basi fisiche ed algoritmiche della coscienza e del libero arbitrio sui quali soggetti pubblica e organizza workshop.
Consulenza editoriale
[modifica | modifica wikitesto]Ha affiancato la sua attività accademica a quella di consulente per la casa editrice Adelphi, a partire dagli anni 1970[2][3], per la quale ha svolto un'intensa attività e curato gli aspetti scientifici fin dai suoi inizi, curando le traduzioni di libri come Gödel, Escher, Bach: un'eterna ghirlanda brillante di Douglas Hofstadter, Verso un’ecologia della Mente di Gregory Bateson e i libri di Antonio Damasio sulla emozione e sulla coscienza[4], Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza di Julian Jaynes[5]. Trautteur ha proposto a Carlo Rovelli di raccogliere in volume alcuni suoi articoli, in precedenza pubblicati su un quotidiano. Il libro, uscito col titolo Sette brevi lezioni di fisica, è divenuto un best seller[3]. La presenza di Trautteur alla Adelphi ha motivato la casa editrice, già nota per la sua produzione letteraria, a lanciare una collana totalmente dedicata alla scienza: la collana rossa della «Scientifica» di Adelphi[6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Antonio Gnoli, Giuseppe Trautteur: “Sono un buon matematico ma niente a che vedere con i talenti del Novecento”, in La Repubblica, 2 luglio 2018. URL consultato il 7 dicembre 2020.
- ^ a b c Trautteur, Giuseppe, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 7 dicembre 2020.
- ^ a b Giacomo Papi, Il caso editoriale dell’anno, su Il Post, 28 dicembre 2015. URL consultato il 7 dicembre 2020.
- ^ Massimiano Bucchi, Il successo della scienza lirica. “Così Gödel è diventato un bestseller”, in La Repubblica, 31 agosto 2011. URL consultato il 7 dicembre 2020.
- ^ Wokshop on Consciousness. Fondazione Giorgio Cini, Venezia, giugno 1991.
- ^ Giorgio Vallortigara, Il dilemma del prigioniero (PDF), in Il Sole 24 ore, 8 novembre 2020. URL consultato il 7-12-2020.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giuseppe Trautteur
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Trautteur, Giuseppe, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 394159233960103370404 · SBN CFIV062665 |
---|