Giuseppe Lanza Branciforte

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Giuseppe Lanza Branciforte Florio
Nobile dei Principi di Trabia
Stemma
Stemma
Nome completoGiuseppe Maria Pietro Ignazio Ottavio Blasco Ernesto Gabriele Paolo Giovan Battista Vincenzo Lanza Branciforte[1]
TrattamentoDon
NascitaPalermo, 16 giugno 1889
MortePalermo, 15 febbraio 1927 (37 anni)
DinastiaLanza
PadrePietro Lanza Branciforte Galeotti
MadreGiulia Florio d'Ondes
Figli
ReligioneCattolicesimo
Giuseppe Lanza Branciforte di Trabia

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXV, XXVI, XXVII
Incarichi parlamentari
Sottosegretario alla Guerra (29 luglio 1920 - 27 giugno 1921)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoUnione Liberale, PNF
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
ProfessioneDiplomatico

Giuseppe Lanza Branciforte Florio, nobile dei Principi di Trabia e detto Principe di Scordia (Palermo, 16 giugno 1889Palermo, 15 febbraio 1927), è stato un nobile, diplomatico e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Palermo il 16 giugno 1889 da Pietro, XI principe di Trabia (1862-1929), e dalla borghese Giulia Florio d'Ondes (1870-1947), di cui era il primo di cinque figli.[1] Laureatosi in legge, intraprese la carriera diplomatica, che lo portò in giro per l'Europa.[2] Nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale era addetto all'ambasciata italiana di Londra, che lasciò per arruolarsi.[3] Nel conflitto fece parte del Reggimento "Piemonte Cavalleria" (2º) con il grado di tenente, e venne decorato con la medaglia d'argento al Valor Militare.[2][4]

Nel 1919, fu inviato alla Conferenza di pace di Parigi quale segretario del presidente del consiglio Vittorio Emanuele Orlando.[5] Di tendenze nazionaliste, subito dopo si candidò alle elezioni politiche nelle file dell'Unione Liberale guidata da Orlando, ed ottenne l'elezione a deputato per la XXV legislatura.[2][5][6] Fu in seguito sottosegretario alla Guerra nel Governo Giolitti V (1920-21).[5] Deputato anche nelle legislature XXVI e XXVII, il Lanza dopo aver aderito nel 1920 al Partito Agrario guidato dal cugino il principe Pietro Lanza di Scalea, tre anni più tardi, nel 1923, aderì al Partito Nazionale Fascista.[7][8]

Durante un viaggio diplomatico in Africa, il Lanza contrasse una febbre tifoide che lo portò alla morte avvenuta a Palermo il 15 febbraio 1927, all'età di 37 anni.[9][10] Morto celibe, lasciò due figli naturali, Raimondo (1915-1954) e Galvano (1918-1985), che ebbe dalla sua relazione clandestina con la nobildonna veneta Maria Maddalena Papadopoli Aldobrandini (1883-1965), figlia del Conte Niccolò, e moglie del principe Ludovico Spada Veralli Potenziani.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (FR) Almanach de Gotha, Perthes, 1911, p. 496.
  2. ^ a b c Almanacco italiano, vol. 30, Bemporad, 1925, p. 316.
  3. ^ N. De Ianni, Il ministro soldato. Vita di Guido Jung, Rubbettino, 2009, nota 45, pp. 217-218.
  4. ^ Bollettino Ufficiale del Ministero della Guerra, dispensa n. 27 del 20 aprile 1918, p. 2093
  5. ^ a b c Treccani.
  6. ^ M. Di Figlia, Alfredo Cucco. Storia di un federale, Associazione no-profit "Mediterranea", 2007, p. 28.
  7. ^ G. C. Marino, Partiti e lotta di classe in Sicilia: da Orlando a Mussolini, De Donato, 1976, p. 268.
  8. ^ A. Baglio, Il Partito Nazionale Fascista in Sicilia. Politica, organizzazione di massa e mito totalitario, 1921-1943, Lacaita, 2005, p. 109.
  9. ^ M. L. De Andreis, Capri 1939, Inedita, 2002, nota 63, p. 350.
  10. ^ a b V. Palumbo, Le figlie di Lilith. Vipere, dive, dark ladies e femmes fatales: l'altra ribellione femminile, Odradek, 2008, p. 108.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]